lunedì 29 aprile 2013

il comico in poesia

  • Cloppete cloffete cloppete, Teatro dell'Orologio, Roma, 1982
  • La Mazzeranga o la Ballerina, Teatro Aurora, Roma, 1983
  • L'Albero della Cuccagna, Teatro del Politecnico, 5 marzo 1984
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[The manuscript] The enigmatic Canon

J.S. Bach - Crab Canon on a Möbius Strip
The enigmatic Canon 1 à 2 from J. S. Bachs Musical Offering (1747), The manuscript depicts a single musical sequence that is to be played front to back and back to front.

#sciencesunday 

venerdì 12 aprile 2013

i sandali, uno rotto, l’altro regge

Si rompe il guscio, poi ne esce un verme, lungo, senza odore
magari puntando verso una mollica o una montagnola nella ghiaia
e allora il guscio si rinchiude silenziosamente un bombardamento
e io passo di là, a falcate, piede dietro piede e calza, cammino
e intorno una piccola polvere rarefatta perché struscio sottilmente
i sandali, uno rotto, l’altro regge. Banchi verde scrostato
dove sono i bambini non è l’ora? e tristemente quasi passeggiare
le pesanti foglie dei castani predicono misfatti. Non si vede
(pelliccia breve al collo nero) a chi appartiene il giardino
delle malefatte, parco, ombra e sole tutto grigio e bianco,
coronano il vuoto che trema. Altra stesura ha il parco
infinitamente grande se lo percorri di buona volontà ma io torno al cancello  inappagabile.
1965 il menabò 8 Amelia Rosselli Serie Ospedaliera

domenica 7 aprile 2013

Giovanni Fontana e Francesco Muzzioli

Martedì 9 aprile alle ore 18.00
Officina Lithos
(via Vigevano, 2 - traversa viale Ippocrate - metro B Policlinico) 

è lieta di invitarvi all'incontro con 
Giovanni Fontana e Francesco Muzzioli

in occasione della presentazione del libro di
Giovanni Fontana, Questioni di scarti, Polimata Edizioni
 
Giovanni Fontana è nato a Frosinone nel 1946. Poliartista, fin dal primo Radio/Dramma, uscito nel 1977 per le edizioni Geiger di Spatola, si è mosso tra scrittura verbo-visivateatroperformance e poesia sonora
Fontana realizza un testo complesso e intrinsecamente politico. Il tema-metodo portante è la polidimensionalità data da elementi che non si sommano meramente ma cooperano in una struttura sinestetica aperta, capace di condurre a effetti multipli e a una stratificazione sonora e visiva di grande impatto.
Vi aspettiamo!

A Girl named Carla


La Ragazza Carla A Girl named Carla, translated into English by Luca Paci with ...

Un amico psichiatra mi riferisce di una giovane impiegata tanto poco allenata alle domeniche cittadine che, spesso, il sabato, si prende un sonnifero, opportunamente dosato, che la faccia dormire fino al lunedì Ha un senso dedicare a quella ragazza questa «Ragazza Carla»?
 1

Di là dal ponte della ferrovia
una trasversa di viale Ripamonti
c'è la casa di Carla, di sua madre, e di Angelo e Nerina.

Il ponte sta lì buono e sotto passano
treni carri vagoni frenatori e mandrie dei macelli
e sopra passa il tram, la filovia di fianco, la gente che
                                                                 [cammina
i camion della frutta di Romagna.

Chi c'è nato vicino a questi posti
non gli passa neppure per la mente
come è utile averci un'abitudine

Le abitudini si fanno con la pelle
così tutti ce l'hanno se hanno pelle

Ma c'è il momento che l'abito non tiene
chissà che cosa insiste nel circuito
                                             o fa contatto
                                                              o prende la tangente


A psychiatrist friend of mine tells me about a young office worker so little accustomed to city Sundays that often on Saturdays she would take a sleeping pill, in just the right dosage, to make her sleep until Monday. Does it make sense to dedicate ‘Ragazza Carla’ to that girl?


1

Beyond the railway bridge
cutting across Ripamonti boulevard
 is the house of Carla, her mother and of Angelo and
[Nerina.
The bridge stands there quiet and beneath pass
trains lorries breaking wagons and herds for the
[slaughterhouses
above the tram runs by, trolleybus line alongside,
[people walking
the lorries with fruit from Romagna.
For those born near these places
it doesn’t even occur to them
how having a habit is useful
Habits are made with the skin
thus everyone with skin has them
But there comes the moment when the habit wears out
who knows what’s shorting the circuit
                                                           or making contact
                                                                                  or going off on a tangent


allora la burrasca
                              periferica, di terra,
il ponte se lo copre e spazza e qualcheduno
può cascar sotto
e i film che Carla non li può soffrire
un film di Jean Gabin può dire il vero
è forse il fischio e nebbia o il disperato
stridere di ferrame o il tuo cuore sorpreso, spaventato
il cuore impreparato, per esempio, a due mani
che piombano sul petto

Solo pudore non è che la fa andare
fuggitiva nei boschi di cemento
o il contagio spinoso della mano.

2

Il satiro dei boschi di cemento
rincasa disgustato
                              è questo dunque
che ci abbiamo nel sangue?

                                   O saranno gli occhiali? Intanto è ora
                                   che si faccia cambiar la montatura.

3

Se si diventa grandi quando s'allungano
le notti, e brevi i giorni
                                      ecco ci sono dentro
sembra a Carla di credere, e sta attenta a non muoversi
ché il sonno di sua madre è così lieve nel divano accanto
- ma dormirà davvero, con Angelo e Nerina
che fanno cigolare il vecchio letto
                                                        della mamma!


then the peripheral
                                   storm, earthbound,
covers the bridge and wipes it off and some body
can fall beneath
and the films that Carla can’t stand
a film by Jean Gabin can tell the truth
and perhaps it’s the whistle and fog or the desperate
metallic clanging or your surprised, frightened heart
a heart unprepared, for instance, for two hands
that drop onto your breasts
It’s not modesty alone that makes her go
fleeing into the concrete groves
nor the thorny contagion of the hand.

2
The satyr of the concrete groves
returns home disgusted
                                               is this then
what we’ve got in our blood?
Or will it be the glasses? So now it’s time
For him to get the frames changed.
3
If you grow up when the nights
get longer and the days shorter
                                                               that’s where I am
Carla seems to think, and she tries not to move
‘cause her mother is sleeping lightly on the settee
[alongside
- but will she really sleep, with Angelo and Nerina
making her mother’s old bed squeak!


e Carla ne commisura il ritmo al polso, intanto che sudore
e pelle d'oca e brividi di freddo e vampe di calore
spremono tutti gli umori del suo corpo. E quelle
grida brevi, quei respiri che sanno d'animale o riso nella
                                                                           [strozza
ci vogliono
                  all'amore?
                                   E Piero sul ponte, e la gente -
                                   tutta così?

S'addormenta che corre in una notte
che non promette alba
                                     sul ponte che sta fermo e lì rimane
                                                                         e Carla anche.
4
La madre fa pantofole, e adesso che Nerina ha suo marito
c'è Carla che l'aiuta: infila l'ago, taglia le pezze
fa disegni buffi, un fiocco rosso
in cima, un nastrino di seta
                                              che non vanno
chi compera pantofole dalle Dondi
non ha civetterie: le vecchie vogliono le prove,
e pantofole calde, pagamento più tardi che si può

due anni che una signora Ernani ha da pagare
le sue trecento lire, e puzza di liquori

le giovani sposate sono sceme, alle cose gentili non ci
                                                                           [vogliono
nemmeno un po' di bene, anzi le guardano con rabbia
man mano che col tempo si dimenticano
d'esser state ragazze da marito



and Carla matches the rhythm to her pulse, whilst sweat
and goose-pimples and cold shivers and hot flushes
squeeze out her bodily fluids. And those
short squeals, those animal-like breaths or guttural
[laughter
are they necessary
                           for love?
                                               And Piero on the bridge, and the people –
                                               Are they all like this?
She falls asleep, a sleep which runs through a night
promising no dawn
                                    on the bridge which remains still and stays
[there
                                                                                                     and Carla too.
4
The mother makes slippers, and now that Nerina has her
[husband
it’s Carla who helps her: threading the needles, cutting the
[pieces
making funny patterns, a red bow
on top, a little silk ribbon
                                                           which aren’t en mode
people who want to buy slippers from the Dondis
are not vain: the old women want substance,
and warm slippers, payment as late as possible
it’s two years since a certain signora Ernani has had to pay
her three hundred lire, yet stinks of spirits
the young married women are silly, delicate things they
[don’t like
at all, what’s more they look on them angrily
as time passes they gradually forget
having been girls for marrying
 

"A GIRL NAMED CARLA"

Un estratto da "La ragazza Carla" di E. Pagliarani, con traduzione inglese di Luca Paci.

Articolo postato lunedì 19 giugno 2006 da Adriano Padua
Luca Paci, che ringrazio, mi ha gentilmente inviato un estratto della sua traduzione in inglese del poema di Elio Pagliarani "La ragazza Carla" (Mondadori 1962). (Elio Pagliarani, A Girl Named Carla, edit. and trans. by Luca Paci, Leicester, Troubador, 2005). E’ possibile leggerla in formato word, nell’allegato in alto a destra. Qui di seguito un colloquio tra Pagliarani e lo stesso Luca Paci.
A.P.

Colloquio con Elio Pagliarani
di LUCA PACI
Elio Pagliarani vive a Roma, in una palazzina non lontano dalla Citta’ del Vaticano, un’area moderna e popolare insieme.
Mi accoglie nel suo ingresso-salotto, sulla nostra destra una libreria che sale fino al soffitto. Dopo una lunga introduzione su quello che faccio, da dove vengo e cosi’ via, il signor Pagliarani comincia a parlare di se’ o piuttosto della poesia. E’ un’intervista strana, con rare domande da parte mia; la voce leonina del poeta e l’odore di pipa cospirano a creare un’atmosfera sospesa ed irreale. Fuori il traffico romano.
"Palazzeschi, si’... Devo dire che Palazzeschi e’ tra i miei poeti favoriti. Fu uno dei primi che si rese conto della mutata funzione della poesia, la chiamava "saltimbanco dell’anima mia". Era mutata la funzione dell’arte, il divertimento, del resto anche Picasso..."
Il signor Pagliarani accenna, non asserisce, abbozza un discorso che deve essere intuito e quasi figurato dall’ascoltatore. Ho un piccolo quaderno per annotare qualche appunto.
"Io credo che la poesia sia testimonianza. Nel Novecento scompare il poeta civile alla Foscolo o alla Carducci per intenderci. Rimane pero’ la funzione di testimonianza anche se cambia la visione. E’ cambiata la visione de La ragazza Carla per esempio rispetto a La ballata di Rudi. La prima raccolta e’ ariosa, ironica ed ottimista mentre ne La ballata di Rudi c’e’ pessimismo, non ci sono colori e non solo per ragioni anagrafiche. E’ cambiato il mio modo di vedere il mondo".
Tira fuori dalla libreria un volume sui Novissimi con versione inglese a fronte.
"Il libro e’ a cura di Paul Ballerini, c’e’ una parte de La ragazza Carla, non tutta purtroppo. Cominciai la stesura del poemetto a Milano nell’autunno del ’54 e lo terminai il giorno di Ferragosto del ’57. La ricerca partiva dalla necessita’ di ampliare il linguaggio poetico o meglio il linguaggio in generale".
Quest’ultima osservazione mi permette di portare il discorso al Gruppo ’63, questo enigma della cultura italiana del secondo Novecento. E’ esistito? Vi era un fronte ideologico compatto?
"Non e’ mai esistito un fronte ideologico compatto nel Gruppo ’63, esistevano piuttosto due direttrici fondamentali: la questione della lingua e la oggettivita’ al posto della soggettivita’. Io ne La ragazza Carla cerco l’oggettivita’ dello sguardo. Balestrini va ancora piu’ in la’ usando la tecnica del "taglia incolla" . Eravamo stufi della poesia lirica, volevamo una poesia non lirica e antiaccademica. Il Gruppo ’63 nasce come movimento contro l’establishment. Le due traduzioni di Giuliani, il giovane Eco che dava corpo alle nostre posizioni teoriche su Opera aperta, il mio articolo pubblicato su Nuova Corrente dal titolo Per una definizione di neoavanguardia, contribuirono a diffondere queste idee. La lingua era al centro del dibattito. Ci siamo ribellati contro una lingua poco vitale. Penso che con il Futurismo la Neoavanguardia sia l’unico grande movimento in Italia contro l’Accademia".
Ma l’ossessione per la lingua, lo stile non si trasforma anch’essa in puro formalismo, una sorta di Arcadia? Non si corre il rischio di compiacersi nella pura forma linguistica perfetta ma priva di contenuto?
"E’ in parte vero che alcuni esponenti del Gruppo ’63 indulgono al formalismo, ma e’ anche vero che movimenti come l’Arcadia o Vincenzo Monti contribuirono in maniera essenziale a preparare il linguaggio al Leopardi. Il linguaggio del poeta e’ gia’ nel Monti anche se il Leopardi ne fa poi una rielaborazione personalissima".
Mi colpisce in Pagliarani la visione di insieme della storia della poesia italiana, il continuo riferimento alla struttura come tecnica. Anche su Montale per esempio ha un giudizio abbastanza netto.
"Montale era bravo, si’, ma anche furbo. Penso agli articoli che firmava e non scriveva. Non pubblicano l’epistolario perche’ e’ una litania infinita di lamentele e richieste. Aveva una dose di autoironia pero’. Ossi di seppia sono un libro importante con La bufera e altro, che secondo me e’ il suo punto piu’ alto. Poi dopo gli anni ’70 non scrive piu’ niente di rilevante".
Intanto fra di noi due bicchieri e una bottiglia di whisky.
"Mia figlia si e’ dimenticata di mettere il vino bianco al fresco. Ti posso offrire solo whisky".
Le piace Zanzotto?
"Zanzotto e’ un grande poeta, uomo di cultura, un navigatore. Ha una forte tensione lirica che lo accompagna sin dalle prime raccolte, da Elegia e altri versi. Certo, c’e’ stata anche una certa confusione, si diceva per esempio che la sua poesia fosse pre-lacaniana o assurdita’ del genere... Lui parla con le sue idee, e’ un poeta che tuttavia non ha una lingua, mutua piuttosto da differenti linguaggi".
Due ore sono gia’ trascorse dal nostro incontro. E’ ora di cena. Ci sara’ una presentazione dell’ultimo libro di Tommaso Ottonieri in una libreria a Trastevere alla quale sono gentilmente invitato. Il signor Pagliarani mi accompagna al portone e mi indica la via per il metro’.

la Fanciulla di Aughrim

Si volevano bene, lei e Michael, e facevano lunghe passeggiate, come si fa in campagna, like the way they do in the country. Niente di più. Michael le cantava la Fanciulla di Aughrim, la ballata che l’aveva colta di sorpresa scendendo le scale alla fine della festa, la musica distante giunta a chiedere giustizia dalle profondità del tempo. Debole di salute, Michael aveva avuto la notizia che Gretta avrebbe lasciato Galway, per andare a studiare in convento. Una notte d’inverno, la notte prima della partenza, aveva abbandonato il suo letto di malato – ormai non poteva nemmeno più uscire – per andare nel giardino di Gretta e tirare dei sassolini sotto la sua finestra. Gretta lo aveva trovato in giardino, fradicio di pioggia, e lo aveva implorato di ritornare a casa, che sarebbe morto a stare fuori con quel tempo, ma lui le aveva risposto che non gli importava nulla di vivere (he said he did not want to live: la straordinaria semplicità verbale del racconto di Gretta è la prima grande invenzione linguistica di Joyce, non inferiore, per genialità, alle più labirintiche fioriture dell’Ulisse e di Finnegan’s wake ). E in effetti, una settimana dopo era già morto.

Altri poeti



sabato 6 aprile 2013

il maggior dolore

Enea che è costretto a renovare dolorem ricordando a Didone i fatti di Troia: come quello di tante anime di Dante, di Francesca da Rimini, che sente che non c’è nessun maggior dolore di quello del narratore, di colui che deve ricordare il «tempo felice» dentro la «miseria» del presente [stand]

venerdì 5 aprile 2013

Pyrococcus furiosus

Pyrococcus furiosus ( un microrganismo che si nutre di carboidrati nelle acque surriscaldate dell'oceano vicine a sfiati geotermici ) {[(top-pics) ”In che modo è possibile oggi concepire il divenire furioso della specie umana? L’immiserimento dell’immaginario rende l’esistenza una cosa pazza, umiliata, offesa nella sua parte più istintuale e creativa. (..)]}

Gli scienziati hanno poi modificato il microrganismo in modo che potesse alimentarsi a temperature inferiori. Hanno poi usato gas idrogeno per creare una reazione chimica nel microrganismo e integrato la CO2 con l'acido 3-idrossipropionico, una sostanza chimica industriale usata per fare acrilici e altri prodotti. Michael Adams, a capo della ricerca, ha spiegato: "Grazie alla scoperta siamo in grado di eliminare le piante come intermediari, e di estrarre l'anidride carbonica direttamente dall'atmosfera per trasformarla in prodotti utili, senza dover passare attraverso elementi ricavati da biomasse altrimenti utili per l'alimentazione, come la coltivazione delle piante e l'estrazione degli zuccheri". Oltre alla produzione di prodotti industriali, altre manipolazioni genetiche potrebbero consentire al microrganismo di produrre altri prodotti, compresi i combustibili.

nota. Tuttavia il ciclo di conversione dipende ancora dai combustibili fossili. Infatti, i ricercatori hanno utilizzato l'idrogeno come fonte di energia, la cui sorgente più facilmente disponibile è al momento il gas naturale, un combustibile fossile. Adams ha aggiunto: "Nella ricerca a lungo termine ci auguriamo di poter utilizzare idrogeno da fonti rinnovabili biologiche, come da alghe fotosintetiche o rifiuti dei prodotti di fermentazione". In ogni caso, il combustibile prodotto con il Pyrococcus furiosus è a zero emissioni perché quando brucia rilascia la stessa quantità di CO2 utilizzata per crearlo e ciò lo rende più pulito di benzina, petrolio e carbone.

mercoledì 3 aprile 2013

Ciclostilati Impropri


Noi contiamo il denaro con le dita. Le banche con le macchinette. I mafiosi calabresi - alleati con i cartelli venezuelani, messicani e colombiani - contano i soldi a peso. E' spaventosa la ricchezza accumulata dalla 'ndrangheta con il traffico di cocaina.

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