sabato 29 settembre 2012

sono così maledettamente veri


In Goya's greatest scenes we seem to see
the people of the world
exactly at the moment when
they first attained the title of
"suffering humanity"
They writhe upon the page
in a veritable rage
of adversity
Heaped up
groaning with babies and bayonets
under cement skies
in an abstract landscape of blasted trees
bent statues bats wings and beaks
slippery gibbets
cadavers and carnivorous cocks
and all the final hollering monsters
of the
"imagination of disaster"
they are so bloody real
it is as if they really still existed
And they do
Only the landscape is changed
They still are ranged along the roads
plagued by legionnaires
false windmills and demented roosters
They are the same people
only further from home
on freeways fifty lanes wide
on a concrete continent
spaced with bland billboards
illustrating imbecile illusions of happiness
The scene shows fewer tumbrils
but more maimed citizens
in painted cars
and they have strange license plates
and engines
that devour America 

Nelle più grandi scene di Goya par di vedere 
i popoli del mondo 
esattamente nel momento in cui 
ottennero per la prima volta il titolo di 
"umanità sofferente" 
Si contorcono sulla pagina 
in una collera piena 
contro le avversità 
Ammucchiati 
tra lamenti di bambini e baionette 
sotto cieli di cemento 
in un paesaggio astratto di alberi spaccati 
statue inclinate rostri e ali di pipistrelli 
forche insaponate 
cadaveri e galli carnivori 
e tutti gli urlanti mostri finali 
delle 
"immagini del disastro" 
sono così maledettamente veri 
è come se davvero esistessero ancora 

Ed esistono 

Solo il paesaggio è cambiato 

Sono ancora sparsi lungo le strade 
tormentate di legionari 
falsi mulini a vento e folli galli 

E' la stessa gente 
soltanto più lontana da casa 
su autostrade larghe cinquanta corsie 
su un continente d'asfalto 
spazieggiato di invitanti cartelli stradali 
che illustrano imbecilli illusioni di felicità 

La scena mostra meno carrette di tortura 
ma più cittadini menomati 
in macchine colorate 
con strane targhe 
e motori 
che divorano l'America 

L.F.

domenica 23 settembre 2012

Tradurre è tradire

Allora: perché fare uno spettacolo sul nonsense?


Carlo Izzo, celebre anglista e benemerito traduttore dei nonsense di Edward Lear, scrisse una volta al poeta W. H. Auden per chiedergli alcuni chiarimenti a proposito di una sua poesia nella quale si accennava al desiderio, un po' strano in verità, di poter seguire la brezza "come un porcellino ultimo nato". 

Domanda di Izzo: "C'è un qualche motivo per il quale un porcellino ultimo nato debba godersela a seguire la brezza?"

Risposta di Auden: "Perché no?" 

Allora: perché fare uno spettacolo sul nonsense? E perché no? Va bene, direte voi, ma perché proprio e solo sul nonsense italiano? Be', la risposta più ovvia potrebbe essere: per evitare insormontabili problemi di traduzione. Tradurre è tradire, si sa; figurarsi poi per quel che riguarda un genere letterario che vive di allitterazioni, bisticci, giochi di parole, arguzie, equivoci, sottigliezze insomma estremamente restìe a varcar frontiere.

[In Time]

La difficoltà di tradurre in italiano un grande poeta come Auden mi ha sempre preoccupato: nelle traduzioni che conosco va perso quasi sempre soprattutto il suo "tono" inconfondibile, ironico, oratorio, allusivo, con le sue criptocitazioni, le sue battute comiche e i suoi aforismi. Di fronte alla camaleontica varietà di registri di Auden, confesso che molta poesia italiana del Novecento, anche la migliore, mi delude. Ebbene, trovo nel libro di Deidier, per la prima volta, mi sembra, una traduzione-rifacimento soddisfacente del magnifico attacco di Commentary, l'ampio poema raziocinante con cui si conclude In Time of War: 
«Stagione cede a stagione, questa è la legge: / Orbitano i pianeti nell'ampia / Pace del sole, e la galassia // Ruota come un'enorme porcellana. / Con le macchine intorno e i fiori estivi, / Piccolo sulla sua piccola terra, l'uomo // Guarda il mondo di cui è giudice e vittima: / Rarità in un angolo eletto, ammira / Le grandi vie dove il suo credo è nulla». 
Certo, manca qualcosa, qualcosa è sacrificato. Deidier accorcia e adatta a una misura oscillante intorno all'endecasillabo i lunghissimi versi di Auden. Ma riesce a far suonare quella lingua in un italiano dal tono giusto. Dunque l'inglese più complesso si può tradurre. Per favore, proviamo a tradurre anche il lessico di largo uso.

CARLO IZZOwriters. W.H.Auden
Data: Tuesday, 20 April @ W. Europe Daylight Time
Argomento: il network telematico

 IN MEMORY OF W. B. YEATS
(d. Jan. I939)
I.
He disappeared in the dead of winter:
The brooks were frozen, the airports almost deserted,
And snow disfigured the public statues;
The mercury sank in the mouth of the dying dar.
O all the instruments agree
The day of his death was a dark cold day.

Far from his illness
The wolves ran on through the evergreen forests,


IN MEMORY OF W. B. YEATS
(d. Jan. I939)
I.
He disappeared in the dead of winter:
The brooks were frozen, the airports almost deserted,
And snow disfigured the public statues;
The mercury sank in the mouth of the dying dar.
O all the instruments agree
The day of his death was a dark cold day.
Far from his illness
The wolves ran on through the evergreen forests,
1.
Scomparve in pieno inverno:
I rivi erano gelati, gli aeroporti quasi deserti,
La neve deformava i monumenti;
Il mercurio sprofondava nella bocca del giorno morente.
Si, tutti gli strumenti affermano concordi
Che il giorno della sua morte fu un giorno freddo e tetro.
Lontano dal suo male
I lupi correvano le foreste sempreverdi,

28
The peasant river was untempted by the fashionable quays;
By mourning tongues
The death of the poet was kept from his poems.

But for him il was his last afternoon as himself,
An afternoon of nurses and rumours;
The provinces of his body revolted,
The squares of his mind were empty,
Silence invaded the suburbs,
The current of his feeling failed: he became his admirers.

Now he is scattered among a hundred cities
And wholly given aver to unfamiliar affections;
To find his happiness in anorther kind of wood
And be puni,shed tmder a foreign code of conscience.
The words of a dead man
Are modified in the guts of the living.

But in the importance and noiose of tomorrow
When the brokers are roaring like beasts on the floor of
the Bourse,
And the poor have the sufferings to which they are
fairly accustomed,
And each in the cell of himself is almost convinced of
his freedom;
A few thousand will think of this day
As one thinks of a day when one did something slightly unusual.
O all the instruments agree
The day of his death was a dark cold day.


2.


You were silly like us: your gift survived it all;
The parish of rich women, physical decay,
Yourself; mad Ireland hurt you into poetry.
Now Ireland has her madness and her weather still,
For poetry makes nothing happen: it survives
In the valley of its saying where executives
Would never want to tamper; it flows south


29

Il fiume campagnolo non si lasciò tentare dai moli cittadini;
Lingue accorare
Tennero la morte del poeta lontana dalla sua poesia.

Ma fu quello, per lui, l'ultimo pomeriggio che fu lui,
Pomeriggio d'infermiere e dicerie;
Le province del suo corpo si rivoltarono,
Le piazze della sua mente si fecero vuote,
Silenzio invase i sobborghi,
Il fluire dell'essere si spense: egli divenne i suoi ammiratori.

Ora è sparso tra cento città
E consegnato intero ad affetti inconsueti;
Deve cercare la felicità in un'altra specie di bosco,
Essere punito secondo un ignoto codice della coscienza.
Le parole d'un morto
Vengono modificate nelle viscere dei vivi.

Ma nell'importanza e nel frastuono del domani,
Quando gli agenti ruggiranno come belve nell'atrio della Borsa,
E i poveri soffriranno le pene cui sono abituati da tempo,
E ciascuno, entro la cella di se stesso, sarà quasi convinto della
sua libertà;
Alcune migliaia d'uomini penseranno a questo giorno
Come si pensa al giorno nel quale s'è fatta una cosa un poco diversa dal solito.
Si, tutti gli strumenti affermano concordi
Che il giorno della sua morte fu un giorno freddo e tetro.

2

Fosti sciocco come noi: il tuo dono sopravvisse a ogni cosa:
Alla parrocchia di ricche signore, al decadimento del corpo,
A te stesso; l'Irlanda folle trasse versi dalla tua pena.
Oggi l'Irlanda ha la sua follia e il suo maltempo ancora,
Perché la poesia non fa accadere nulla: sopravvive
Nella valle del suo linguaggio, dove i magistrati
Non pensano di portare la loro corruzione; scende verso il sud

From ranches of isolation and the busy griefs,
Raw towns that we believe and die in; it survives,
A way of happening, a mouth. Da fattorie d'isolamento e attive afflizioni,
Crude città in cui crediamo e moriamo; sopravvive,
Un modo d'accadere, una bocca.
3.
Earth, receive an honoured guest;
Wil1iam Yeats is laid to rest:
Let the Irish vessel lie
Emptied of its poetry.

Time that is intolerant
Of the brave and innocent,
And indifferent in a week
To a heautiful physique,

Worships language and forgives
Everyone by whom it lives;
Pardons cowardice, conceit,
Lays its honours at their feet.

Time that with this strange excuse
Pardoned Kipling and his views,
And will pardon Paul Chaudel,
Pardons him far writing wel1.

In the nightmare af the dark
All the dogs af Europe bark,
And the living nations wait,
Each sequestered in its hate;

Intellectual disgrace
Stares from every human face,
And the seas of pity lie
L.ocked anrd frozen in each eye.

Follow, poet, follow right
To the bottom of the night,
With your unconstraining voice
StilI persuade us to rejoice;

With the farming of a verse
Make a vineyard of the curse,
Sing of human unsuccess
In a rapture of distress;

In the deserts of the heart
Let the hea1ing fountain start,
In the prison of his days
Teach the free man how to praise.

3

Terra, ricevi un ospite Onorato;
William Yeats discende nella tua pace:
Stia all'àncora la nave d'Irlanda
Vuota della sua poesia.

Il tempo che non tollera
Gli arditi e gli innocenti,
E in sette giorni dimentica
La bellezza d'un corpo,

Adora il linguaggio e perdona
A quanti gli donano vita;
Condona la codardia e l'albagia,
E depone i suoi onori ai loro piedi.

Il tempo che con questa strana scusa
Perdonò a Kipling e alle sue idee,
E perdonerà a Paul Claudel,
Perdona a lui d'avere scritto bene.

Nell'incubo della tenebra
Latrano tutti i cani d'Europa,
E le nazioni vive attendono,
Isolata ciascuna nel suo odio;

La vergogna della mente
Ti guarda da ogni volto umano,
E mari di compassione stanno
Chiusi e gelati in ogni occhio.

Procedi, poeta, procedi diritto
Sino al fando della notte,
Con la tua vace suasiva
Riportaci ancora alla gioia.

Con un'aratura di poesia
Trasforma in vigneto la maledizione,
Canta il fallimento umano
In estatica angoscia..

Nei deserti del cuore
Fa che sgorghi la fonte che risana,
Nella prigione dei suoi giorni
Insegna all'uomo libero la lode.


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L'isola di Firmoza (1985) VideoEvento

titolo
L'isola di Firmoza (1985) VideoEvento
sottotitolo
poeti albanesi ad Acquaformosa
descrizionePeripollino (*) Ad Acquaformosa L'isola di Firmoza, a Castrovillari Panchovillari, a Frascineto Frascination, a San Basile SambaSile, a Lungro Pensarci a Lungro,..Le installazioni-evento nell'area del Pollino mettono in scena con pretesti vari una rete di nessi vitali che si esprimono in quegli anni nella vasta zona che ospita paesi albanesi tra gli altri. L'isola di Firmosa allude all'isola di Formosa della Cina nazionalista nel nome, ma propone i poeti in lingua albanese in Calabria nel cosentino. Pensarci a Lungro sposta la riflessione filosofica nel bar del paese e la inscena nella poesia d'amore delle Valije. Frascination è la versione di una trasmissione televisiva promossa in un paese vivace e cosmopolita che ama la musica e la poesia. A SambaSile per semplice assonanza si riuniscono rockers di zona con i loro fans e le groupies. E così via per monti e valli della comunità montana che promuove gli incontri. L'idea editoriale è ispirata dalla filosofia comune di artisti legati a quel territorio a vario titolo, ma tutti intrigati dalla parola in televisione. L'assoluta precarietà degli allestimenti scenici che nulla toglie alla loro ricchezza, chè mai quel bar di Lungro ha vissuto forse sera più intima e intensa tra le migliaia di serate di chiacchiere e bevute che animano le nostre piazze del meridione; la sospensione della tessitura drammaturgica fino alla sua dissoluzione nella pura performance del concerto o del reading nell'ispirazione del momento e del luogo; la tensione immutabile del video nell'evento che si racconta e si avvale dell'edizione multimediale per motivarne il puro taglio esistenziale ed espressivo: questi ed altri motivi si accumulano come in una pesca a strascico di marinai in navigazione tra i paesi che concorrono insieme all'opera. Il pubblico si affeziona al tour e lo segue con discreta attenzione nella più assoluta confusione dei vari punti di vista oltre ogni dire. Le interpretazioni di attori e pubblico non vengono enumerate, ma accolte.
soggetto
800 LETTERATURA
chiavi
comunicazione
reality
poesia
media
Peripollino
redattore
editor videorlab

mercoledì 19 settembre 2012

l'albero dondolante

 XVII

« Quando avrete finito di pettinarmi, avrò finito di
odiarvi.»
Il bimbo vuole che lo si pettini sulla soglia della porta.
« Non tiratemi così i capelli. È già troppo che sia necessario
toccarmi. Quando m'avrete pettinato, v'avrò odiata ».
Intanto la saggezza del giorno prende forma d'un bell'albero
e l'albero dondolante che perde una manciata d'uccelli,
alle lagune del cielo squamma un verde cosl bello
che non c'è nulla di piu verde se non la notonetta.
« Non tiratemi così forte i capelli...»

XVIII

Ora lasciatemi, vado solo.
Uscirò, perché ho da fare: un insetto m'aspetta per
trattare. È gioia per me vedere il grande occhio sfaccettato:
angoloso, imprevisto, come la bacca del cipresso.
Oppure stringo alleanza con le pietre venate di blu:
e lasciatemi lo stesso,
seduto, nell'amicizia delle mie ginocchia.

1908

Biancamaria Frabotta alla Tana della Volpe

52emeralds1 ha aggiunto un commento su Biancamaria Frabotta alla Tana della Volpe:

Molto bello.

sopra un foglio a quadretti

superfasa ha aggiunto un commento su SANGUINETI-20-04-89 002: attraverso Hebecrevon,Lessay,Portbail, At.Sauver (sotto la pioggia sempre) poi Edith disse che non era gentile (perché non scrivevo,come Pierre,per lei, quelques poèmes; (e che non dovevamo partire); Micheline ci giudicò molto semplici; e Edith e Micheline,quando io dissi che non l’avevo tradita(mia moglie), vollero crederlo;e qui cade opportuno ricordare quel; “se ti buttassi le braccia al collo ecc”, che venne poi poi si ballò tutti,anche Micha,nel salottino, attraverso Cerisy, Canisy, Coutances, Begneville


superfasa
ha aggiunto un commento su
SANGUINETI-20-04-89 002
:
e scrisse (sopra un foglio
a quadretti)
“pensavo che non posso guardarti in faccia”; e mi dispiace per te)
e ancora scrisse (mia moglie): “sto male”,
e poi a Gap (H.A.),
(due giorni più tardi), storditi ancora, quasi inerti: e pensare (dissi);
che noi (quasi piangendo, dissi): (e volevo dire, ma quasi mi
soffocava,
davvero, il pianto; volevo dire: con un amore come questo, noi):
un giorno (noi); (e nella piazza strepitava la banda; e la stanza era
in una strana penombra
(noi) dobbiamo morire” 







Informazioni su I hate myself
1° posto al concorso "ti rompo il cazzo a iosa" (1996;2011;2012)
1° alle olimpiadi juniores del miglioramento della conversazione nella disciplina del salto di palo in frasca (1998)
campione provinciale di belligeranza elegante (1999)
campione regionale di tracotanza (2000)
campione italiano assoluto di alterigia (2002;2004;2005;2006)
campione europeo di sollevamento polveroni (2003)
medaglia di bronzo( 1° posto ) alle olimpiadi della faccia di bronzo (2002;2006)
campione mondiale di dito nella piaga (2007;2009)
ALTRI PREMI:
spocchioso del millennio (2000)
vincitore al regressed-award nella categoria "U know what I'm said? I said fuck you!" (2002)
Premio speciale" Acidità...Ne vuoi un po'"?(2004)
homme arrogance du 2006
dito medio d'oro 2007
statuetta alla carriera "il peggio del peggio sei tu" (2009)
BIO:
Muore tra i fischi. E voleva.

domenica 16 settembre 2012

Una pipa è una pipa

Molti di voi lo conosceranno e probabilmente lo avranno già letto. Io lo conoscevo ma non l’avevo ancora letto, ma il saggio di Michel Foucault, “Ceci n’est pas une pipe” (Questo non è una pipa), che ho letto in un’edizione SE stappato per la prima volta in edizione italiana nel 1973 e successivamente nel 1988, è illuminante. Inutile dire che ve ne consiglio la lettura, in qualunque luogo-tempo vi troviate, non importa se sotto l’ombrellone o con gli sci ai piedi: io l’ho appena finito.



saggi di filosofia del linguaggio verso i quali l’aRte contemporanea (e non solo) ha un debito gigantesco. 

sabato 15 settembre 2012

Adriano Spatola trascritto

su Una gita a Spoon River
Anni fa nel concime i vermi per l'esca
O il topo di fogna colpito da un sasso sotto la pioggia
O quelle mattine nel vento i frutteti
Intanto da qualche parte l'hanno sepolta 
C'è un modo di gridare che non è quello della paura
Né quello della solitudine che diventa superba
C'è un modo di gridare che lui deve ancora sentire
Da voce d'uomo — se un uomo grida in quel modo
E tu biondina lungo i sentieri all'ombra dei pini
Lo presero in trappola poco per volta lo soffocarono
Intanto che qualcuno prendeva le decisioni

Vieni fuori di lì vieni fuori figlio di troia
C'è un modo di gridare che non è gridare di rabbia
Nemmeno i morti li ho uditi gridare in quel modo
Vieni fuori di lì vieni fuori di lì vieni fuori
Non c'è molta differenza tra il suono del tempo che passa
Vieni fuori di li vieni fuori
Con gli autocarri dal basso con i pezzi smontati
Con i bulldozers con il frastuono del tempo che passa
Per seppellirci in terra fresca in nuove città
E un altro senza dubbio era morto in giovinetà
E un altro invece per 

mercoledì 12 settembre 2012

è stata anche attrice

francescotosoni1979 ha aggiunto un commento su Patrizia Vicinelli:
ma lei è stata anche attrice nel film amore tossico ? la scena a casa di Patrizia la pittrice scena buco quadro ? 

Pinocchio

Antonio Bux ha aggiunto un commento su Ti do un occhio / chiamami Pinocchio:
grande Tuccio.... :-)

Improvvisazione di Vito Riviello. Videor di Elio Pagliarani all'università La Sapienza di Roma [reading 09]

giovedì 6 settembre 2012

In coro

Il lavoro con il coro di Sabine e Sergio visto con Piero e Francesca (Leone e Cerocchi) è stato il punto più vicino all'idea di laboratorio di Elio Pagliarani e Videor inseguito negli anni 90. La community del diletto, l'alta competenza dei più, la passione. Un'attività ad alta intensità che le nostre tecnologie sfiorano e non riescono a guastare. Il coro, quel coro ad esempio, era un modus operandi che la rete saprebbe portare.

[passus, sofferto] passione del canto

31 marzo 2000 Passione e Canto:  Coro del CIMA di Sabine Mielke Cassola e Sergio Seminovitch, di Piero Leone, di Francesca Cerocchi alla Biblioteca Angelica di Roma. Con Costantino Sigismondi, Sandro Cappelletto, Antonio Barbieri.

  1. L'ospite #t=00m02s
  2. Coro da camera #t=04m20s
  3. Costantino Sigismondi #t=37m52s
  4. Sandro Cappelletto #t=72m00s
  5. Piero #t=97m22s
  6. Coro Grande  #t=101m20s
  7. Sabine GRAN FINALE #t=110m14s

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