lunedì 31 maggio 2010

BABBIANNU

(sei fogli)
La prosa di Andrea Camilleri (e mi riferisco al romanzo "La concessione del telefono", Sellerio editore), miscela siculo-italica di ambientazione estrazione connotazione basso-burocratica, si lascia mangiare e bere. Finché il buon sapore, la fragranza sensuale degli aromi, la freschezza dell'impasto, la sapienza della distillazione, la sedu zione della confezione e quant'altro, non diventano, inconsapevolmente, specilli del malessere, per supernutrizione e sconveniente stato di ubria chezza, da cui trarsi d'impaccio. Mortificati (ma come é potuto succedere?) dallo sconfinare del proprio abituale comportamento, comprovato au­tocontrollo, dal quale si é deragliato; investiti, invece, nello stolto compiacimento del vizio, in cui ci si é lasciati cadere.
http://docs.google.com/View?id=dcmx6nrv_46d3khkvd8

Cosenza, 23 maggio 1998.

4 modi diversi di morire in versi

Oh, s'io avessi allora presagito
quandomi avventuravo nel debutto,
che le righe con il sangue uccidono,
mi affluiranno alla gola e mi uccideranno.

Mi sarei nettamente rifiutato
di scherzare con un siffatto intrigo.
Il principio fu cosi lontano,
cosi timido il primo interesse.

Ma la vecchiezza e' una Roma
che, invece di ciarle e ciance,
non prove esige dall'attore,
ma una completa autentica rovina.

Quando detta una riga, il sentimento
manda uno schiavo sulla schena,
e qui l'arte vien meno,
qui respirano la terra e il fato.

domenica 30 maggio 2010

[testi] La signorina Felicita ovvero la Felicità

10 luglio: Santa Felicita.

I.

Signorina Felicita, a quest'ora
scende la sera nel giardino antico
della tua casa. Nel mio cuore amico
scende il ricordo. E ti rivedo ancora,
e Ivrea rivedo e la cerulea Dora
e quel dolce paese che non dico.

Signorina Felicita, è il tuo giorno!
A quest'ora che fai? Tosti il caffè:
e il buon aroma si diffonde intorno?
O cuci i lini e canti e pensi a me,
all'avvocato che non fa ritorno?
E l'avvocato è qui: che pensa a te.

Pensa i bei giorni d'un autunno addietro,
Vill'Amarena a sommo dell'ascesa
coi suoi ciliegi e con la sua Marchesa
dannata, e l'orto dal profumo tetro
di busso e i cocci innumeri di vetro
sulla cinta vetusta, alla difesa...

Vill'Amarena! Dolce la tua casa
in quella grande pace settembrina!
La tua casa che veste una cortina
di granoturco fino alla cimasa:
come una dama secentista, invasa
dal Tempo, che vestì da contadina.

Bell'edificio triste inabitato!
Grate panciute, logore, contorte!
Silenzio! Fuga dalle stanze morte!
Odore d'ombra! Odore di passato!
Odore d'abbandono desolato!
Fiabe defunte delle sovrapporte!

Ercole furibondo ed il Centauro,
le gesta dell'eroe navigatore,
Fetonte e il Po, lo sventurato amore
d'Arianna, Minosse, il Minotauro,
Dafne rincorsa, trasmutata in lauro
tra le braccia del Nume ghermitore...

Penso l'arredo - che malinconia! -
penso l'arredo squallido e severo,
antico e nuovo: la pirografia
sui divani corinzi dell'Impero,
la cartolina della Bella Otero
alle specchiere... Che malinconia!

Antica suppellettile forbita!
Armadi immensi pieni di lenzuola
che tu rammendi pazïente... Avita
semplicità che l'anima consola,
semplicità dove tu vivi sola
con tuo padre la tua semplice vita!

II.

Quel tuo buon padre - in fama d'usuraio -
quasi bifolco, m'accoglieva senza
inquietarsi della mia frequenza,
mi parlava dell'uve e del massaio,
mi confidava certo antico guaio
notarile, con somma deferenza.

"Senta, avvocato..." E mi traeva inqueto
nel salone, talvolta, con un atto
che leggeva lentissimo, in segreto.
Io l'ascoltavo docile, distratto
da quell'odor d'inchiostro putrefatto,
da quel disegno strano del tappeto,

da quel salone buio e troppo vasto...
"...la Marchesa fuggì... Le spese cieche..."
da quel parato a ghirlandette, a greche...
"dell'ottocento e dieci, ma il catasto..."
da quel tic-tac dell'orologio guasto...
"...l'ipotecario è morto, e l'ipoteche..."

Capiva poi che non capivo niente
e sbigottiva: "Ma l'ipotecario
è morto, è morto!!...". - "E se l'ipotecario
è morto, allora..." Fortunatamente
tu comparivi tutta sorridente:
"Ecco il nostro malato immaginario!".

III.

Sei quasi brutta, priva di lusinga
nelle tue vesti quasi campagnole,
ma la tua faccia buona e casalinga,
ma i bei capelli di color di sole,
attorti in minutissime trecciuole,
ti fanno un tipo di beltà fiamminga...

E rivedo la tua bocca vermiglia
così larga nel ridere e nel bere,
e il volto quadro, senza sopracciglia,
tutto sparso d'efelidi leggiere
e gli occhi fermi, l'iridi sincere
azzurre d'un azzurro di stoviglia...

Tu m'hai amato. Nei begli occhi fermi
rideva una blandizie femminina.
Tu civettavi con sottili schermi,
tu volevi piacermi, Signorina:
e più d'ogni conquista cittadina
mi lusingò quel tuo voler piacermi!

Ogni giorno salivo alla tua volta
pel soleggiato ripido sentiero.
Il farmacista non pensò davvero
un'amicizia così bene accolta,
quando ti presentò la prima volta
l'ignoto villeggiante forestiero.

Talora - già la mensa era imbandita -
mi trattenevi a cena. Era una cena
d'altri tempi, col gatto e la falena
e la stoviglia semplice e fiorita
e il commento dei cibi e Maddalena
decrepita, e la siesta e la partita...

Per la partita, verso ventun'ore
giungeva tutto l'inclito collegio
politico locale: il molto Regio
Notaio, il signor Sindaco, il Dottore;
ma - poiché trasognato giocatore -
quei signori m'avevano in dispregio...

M'era più dolce starmene in cucina
tra le stoviglie a vividi colori:
tu tacevi, tacevo, Signorina:
godevo quel silenzio e quegli odori
tanto tanto per me consolatori,
di basilico d'aglio di cedrina...

Maddalena con sordo brontolio
disponeva gli arredi ben detersi,
rigovernava lentamente ed io,
già smarrito nei sogni più diversi,
accordavo le sillabe dei versi
sul ritmo eguale dell'acciottolio.

Sotto l'immensa cappa del camino
(in me rivive l'anima d'un cuoco
forse...) godevo il sibilo del fuoco;
la canzone d'un grillo canterino
mi diceva parole, a poco a poco,
e vedevo Pinocchio e il mio destino...

Vedevo questa vita che m'avanza:
chiudevo gli occhi nei presagi grevi;
aprivo gli occhi: tu mi sorridevi,
ed ecco rifioriva la speranza!
Giungevano le risa, i motti brevi
dei giocatori, da quell'altra stanza.

IV.

Bellezza riposata dei solai
dove il rifiuto secolare dorme!
In quella tomba, tra le vane forme
di ciò ch'è stato e non sarà più mai,
bianca bella così che sussultai,
la Dama apparve nella tela enorme:

"È quella che lasciò, per infortuni,
la casa al nonno di mio nonno... E noi
la confinammo nel solaio, poi
che porta pena... L'han veduta alcuni
lasciare il quadro; in certi noviluni
s'ode il suo passo lungo i corridoi...".

Il nostro passo diffondeva l'eco
tra quei rottami del passato vano,
e la Marchesa dal profilo greco,
altocinta, l'un piede ignudo in mano,
si riposava all'ombra d'uno speco
arcade, sotto un bel cielo pagano.

Intorno a quella che rideva illusa
nel ricco peplo, e che morì di fame,
v'era una stirpe logora e confusa:
topaie, materassi, vasellame,
lucerne, ceste, mobili: ciarpame
reietto, così caro alla mia Musa!

Tra i materassi logori e le ceste
v'erano stampe di persone egregie;
incoronato dalle frondi regie
v'era Torquato nei giardini d'Este.
"Avvocato, perché su quelle teste
buffe si vede un ramo di ciliege?"

Io risi, tanto che fermammo il passo,
e ridendo pensai questo pensiero:
Oimè! La Gloria! un corridoio basso,
tre ceste, un canterano dell'Impero,
la brutta effigie incorniciata in nero
e sotto il nome di Torquato Tasso!

Allora, quasi a voce che richiama,
esplorai la pianura autunnale
dall'abbaino secentista, ovale,
a telaietti fitti, ove la trama
del vetro deformava il panorama
come un antico smalto innaturale.

Non vero (e bello) come in uno smalto
a zone quadre, apparve il Canavese:
Ivrea turrita, i colli di Montalto,
la Serra dritta, gli alberi, le chiese;
e il mio sogno di pace si protese
da quel rifugio luminoso ed alto.

Ecco - pensavo - questa è l'Amarena,
ma laggiù, oltre i colli dilettosi,
c'è il Mondo: quella cosa tutta piena
di lotte e di commerci turbinosi,
la cosa tutta piena di quei "cosi
con due gambe" che fanno tanta pena...

L'Eguagliatrice numera le fosse,
ma quelli vanno, spinti da chimere
vane, divisi e suddivisi a schiere
opposte, intesi all'odio e alle percosse:
così come ci son formiche rosse,
così come ci son formiche nere...

Schierati al sole o all'ombra della Croce,
tutti travolge il turbine dell'oro;
o Musa - oimè! - che può giovare loro
il ritmo della mia piccola voce?
Meglio fuggire dalla guerra atroce
del piacere, dell'oro, dell'alloro...

L'alloro... Oh! Bimbo semplice che fui,
dal cuore in mano e dalla fronte alta!
Oggi l'alloro è premio di colui
che tra clangor di buccine s'esalta,
che sale cerretano alla ribalta
per far di sé favoleggiar altrui...

"Avvocato, non parla: che cos'ha?"
"Oh! Signorina! Penso ai casi miei,
a piccole miserie, alla città...
Sarebbe dolce restar qui, con Lei!..."
"Qui, nel solaio?..." - "Per l'eternità!"
"Per sempre? Accetterebbe?..." - "Accetterei!"

Tacqui. Scorgevo un atropo soletto
e prigioniero. Stavasi in riposo
alla parete: il segno spaventoso
chiuso tra l'ali ripiegate a tetto.
Come lo vellicai sul corsaletto
si librò con un ronzo lamentoso.

"Che ronzo triste!" - "È la Marchesa in pianto...
La Dannata sarà che porta pena..."
Nulla s'udiva che la sfinge in pena
e dalle vigne, ad ora ad ora, un canto:
O mio carino tu mi piaci tanto,
siccome piace al mar una sirena
...

Un richiamo s'alzò, querulo e rôco:
"È Maddalena inqueta che si tardi:
scendiamo; è l'ora della cena!". - "Guardi,
guardi il tramonto, là... Com'è di fuoco!...
Restiamo ancora un poco!" - "Andiamo, è tardi!"
"Signorina, restiamo ancora un poco!..."

Le fronti al vetro, chini sulla piana,
seguimmo i neri pippistrelli, a frotte;
giunse col vento un ritmo di campana,
disparve il sole fra le nubi rotte;
a poco a poco s'annunciò la notte
sulla serenità canavesana...

"Una stella!..." - "Tre stelle!..." - "Quattro stelle!..."
"Cinque stelle!" - "Non sembra di sognare?..."
Ma ti levasti su quasi ribelle
alla perplessità crepuscolare:
"Scendiamo! È tardi: possono pensare
che noi si faccia cose poco belle..."

V.

Ozi beati a mezzo la giornata,
nel parco dei marchesi, ove la traccia
restava appena dell'età passata!
Le Stagioni camuse e senza braccia,
fra mucchi di letame e di vinaccia,
dominavano i porri e l'insalata.

L'insalata, i legumi produttivi
deridevano il busso delle aiole;
volavano le pieridi nel sole
e le cetonie e i bombi fuggitivi...
Io ti parlavo, piano, e tu cucivi
innebriata dalle mie parole.

"Tutto mi spiace che mi piacque innanzi!
Ah! Rimanere qui, sempre, al suo fianco,
terminare la vita che m'avanzi
tra questo verde e questo lino bianco!
Se Lei sapesse come sono stanco
delle donne rifatte sui romanzi!

Vennero donne con proteso il cuore:
ognuna dileguò, senza vestigio.
Lei sola, forse, il freddo sognatore
educherebbe al tenero prodigio:
mai non comparve sul mio cielo grigio
quell'aurora che dicono: l'Amore..."

Tu mi fissavi... Nei begli occhi fissi
leggevo uno sgomento indefinito;
le mani ti cercai, sopra il cucito,
e te le strinsi lungamente, e dissi:
"Mia cara Signorina, se guarissi
ancora, mi vorrebbe per marito?".

"Perché mi fa tali discorsi vani?
Sposare, Lei, me brutta e poveretta!..."
E ti piegasti sulla tua panchetta
facendo al viso coppa delle mani,
simulando singhiozzi acuti e strani
per celia, come fa la scolaretta.

Ma, nel chinarmi su di te, m'accorsi
che sussultavi come chi singhiozza
veramente, né sa più ricomporsi:
mi parve udire la tua voce mozza
da gli ultimi singulti nella strozza:
"Non mi ten...ga mai più... tali dis...corsi!"

"Piange?" E tentai di sollevarti il viso
inutilmente. Poi, colto un fuscello,
ti vellicai l'orecchio, il collo snello...
Già tutta luminosa nel sorriso
ti sollevasti vinta d'improvviso,
trillando un trillo gaio di fringuello.

Donna: mistero senza fine bello!

VI.

Tu m'hai amato. Nei begli occhi fermi
luceva una blandizie femminina;
tu civettavi con sottili schermi,
tu volevi piacermi, Signorina;
e più d'ogni conquista cittadina
mi lusingò quel tuo voler piacermi!

Unire la mia sorte alla tua sorte
per sempre, nella casa centenaria!
Ah! Con te, forse, piccola consorte
vivace, trasparente come l'aria,
rinnegherei la fede letteraria
che fa la vita simile alla morte...

Oh! questa vita sterile, di sogno!
Meglio la vita ruvida concreta
del buon mercante inteso alla moneta,
meglio andare sferzati dal bisogno,
ma vivere di vita! Io mi vergogno,
sì, mi vergogno d'essere un poeta!

Tu non fai versi. Tagli le camicie
per tuo padre. Hai fatta la seconda
classe, t'han detto che la Terra è tonda,
ma tu non credi... E non mediti Nietzsche...
Mi piaci. Mi faresti più felice
d'un'intellettuale gemebonda...

Tu ignori questo male che s'apprende
in noi. Tu vivi i tuoi giorni modesti,
tutta beata nelle tue faccende.
Mi piace. Penso che leggendo questi
miei versi tuoi, non mi comprenderesti,
ed a me piace chi non mi comprende.

Ed io non voglio più essere io!
Non più l'esteta gelido, il sofista,
ma vivere nel tuo borgo natio,
ma vivere alla piccola conquista
mercanteggiando placido, in oblio
come tuo padre, come il farmacista...

Ed io non voglio più essere io!

VII.

Il farmacista nella farmacia
m'elogiava un farmaco sagace:
"Vedrà che dorme le sue notti in pace:
un sonnifero d'oro, in fede mia!"
Narrava, intanto, certa gelosia
con non so che loquacità mordace.

"Ma c'è il notaio pazzo di quell'oca!
Ah! quel notaio, creda: un capo ameno!
La Signorina è brutta, senza seno,
volgaruccia, Lei sa, come una cuoca...
E la dote... la dote è poca, poca:
diecimila, chi sa, forse nemmeno..."

"Ma dunque?" - "C'è il notaio furibondo
con Lei, con me che volli presentarla
a Lei; non mi saluta, non mi parla..."
"È geloso?" - "Geloso! Un finimondo!..."
"Pettegolezzi!..." - "Ma non Le nascondo
che temo, temo qualche brutta ciarla..."

"Non tema! Parto." - "Parte? E va lontana?"
"Molto lontano... Vede, cade a mezzo
ogni motivo di pettegolezzo..."
"Davvero parte? Quando?" - "In settimana..."
Ed uscii dall'odor d'ipecacuana
nel plenilunio settembrino, al rezzo.

Andai vagando nel silenzio amico,
triste perduto come un mendicante.
Mezzanotte scoccò, lenta, rombante
su quel dolce paese che non dico.
La Luna sopra il campanile antico
pareva "un punto sopra un I gigante".

In molti mesti e pochi sogni lieti,
solo pellegrinai col mio rimpianto
fra le siepi, le vigne, i castagneti
quasi d'argento fatti nell'incanto;
e al cancello sostai del camposanto
come s'usa nei libri dei poeti.

Voi che posate già sull'altra riva,
immuni dalla gioia, dallo strazio,
parlate, o morti, al pellegrino sazio!
Giova guarire? Giova che si viva?
O meglio giova l'Ospite furtiva
che ci affranca dal Tempo e dallo Spazio?

A lungo meditai, senza ritrarre
la tempia dalle sbarre. Quasi a scherno
s'udiva il grido delle strigi alterno...
La Luna, prigioniera fra le sbarre,
imitava con sue luci bizzarre
gli amanti che si baciano in eterno.

Bacio lunare, fra le nubi chiare
come di moda settant'anni fa!
Ecco la Morte e la Felicità!
L'una m'incalza quando l'altra appare;
quella m'esilia in terra d'oltremare,
questa promette il bene che sarà...

VIII.

Nel mestissimo giorno degli addii
mi piacque rivedere la tua villa.
La morte dell'estate era tranquilla
in quel mattino chiaro che salii
tra i vigneti già spogli, tra i pendii
già trapunti da bei colchici lilla.

Forse vedendo il bel fiore malvagio
che i fiori uccide e semina le brume,
le rondini addestravano le piume
al primo volo, timido, randagio;
e a me randagio parve buon presagio
accompagnarmi loro nel costume.

"Vïaggio con le rondini stamane..."
"Dove andrà?" - "Dove andrò? Non so... Vïaggio,
vïaggio per fuggire altro vïaggio...
Oltre Marocco, ad isolette strane,
ricche in essenze, in datteri, in banane,
perdute nell'Atlantico selvaggio...

Signorina, s'io torni d'oltremare,
non sarà d'altri già? Sono sicuro
di ritrovarla ancora? Questo puro
amore nostro salirà l'altare?"
E vidi la tua bocca sillabare
a poco a poco le sillabe: giuro.

Giurasti e disegnasti una ghirlanda
sul muro, di viole e di saette,
coi nomi e con la data memoranda:
trenta settembre novecentosette...
Io non sorrisi. L'animo godette
quel romantico gesto d'educanda.

Le rondini garrivano assordanti,
garrivano garrivano parole
d'addio, guizzando ratte come spole,
incitando le piccole migranti...
Tu seguivi gli stormi lontananti
ad uno ad uno per le vie del sole...

"Un altro stormo s'alza!..." - "Ecco s'avvia!"
"Sono partite..." - "E non le salutò!..."
"Lei devo salutare, quelle no:
quelle terranno la mia stessa via:
in un palmeto della Barberia
tra pochi giorni le ritroverò..."

Giunse il distacco, amaro senza fine,
e fu il distacco d'altri tempi, quando
le amate in bande lisce e in crinoline,
protese da un giardino venerando,
singhiozzavano forte, salutando
diligenze che andavano al confine...

M'apparisti così come in un cantico
del Prati, lacrimante l'abbandono
per l'isole perdute nell'Atlantico;
ed io fui l'uomo d'altri tempi, un buono
sentimentale giovine romantico...

Quello che fingo d'essere e non sono!

[testi] L'amica di nonna Speranza

"...alla sua Speranza
la sua Carlotta..."

Loreto impagliato e il busto d'Alfieri, di Napoleone,
i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto!)

il caminetto un po' tetro, le scatole senza confetti,
i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro,

un qualche raro balocco, gli scrigni fatti di valve,
gli oggetti con mònito, salve, ricordo, le noci di cocco,

Venezia ritratta a musaici, gli acquerelli un po' scialbi,
le stampe, i cofani, gli albi dipinti d'anemoni arcaici,

le tele di Massimo d'Azeglio, le miniature,
i dagherottipi: figure sognanti in perplessità,

il gran lampadario vetusto che pende a mezzo il salone
e immilla nel quarto le buone cose di pessimo gusto,

il cùcu dell'ore che canta, le sedie parate a damasco
chermisi... rinasco, rinasco del mille ottocento cinquanta!

I fratellini alla sala quest'oggi non possono accedere
che cauti (hanno tolte le federe ai mobili: è giorno di gala)

ma quelli v'irrompono in frotta. È giunta è giunta in vacanza
la grande sorella Speranza con la compagna Carlotta.

Ha diciassette anni la Nonna! Carlotta quasi lo stesso:
da poco hanno avuto il permesso d'aggiungere un cerchio alla gonna;

il cerchio ampissimo increspa la gonna a rose turchine:
più snella da la crinoline emerge la vita di vespa.

Entrambe hanno uno scialle ad arancie, a fiori, a uccelli, a ghirlande:
divisi i capelli in due bande scendenti a mezzo le guance.

Son giunte da Mantova senza stanchezza al Lago Maggiore
sebbene quattordici ore viaggiassero in diligenza.

Han fatto l'esame più egregio di tutta la classe. Che affanno
passato terribile! Hanno lasciato per sempre il collegio.

O Belgirate tranquilla! La sala dà sul giardino:
fra i tronchi diritti scintilla lo specchio del Lago turchino.

Silenzio, bambini! Le amiche - bambini, fate pian piano! -
le amiche provano al piano un fascio di musiche antiche:

motivi un poco artefatti nel secentismo fronzuto
di Arcangelo del Leuto e di Alessandro Scarlatti;

innamorati dispersi, gementi il "core" e "l'augello",
languori del Giordanello in dolci bruttissimi versi:

...caro mio ben
credimi almen,
senza di te
languisce il cor!
il tuo fedel
sospira ognor
cessa crudel
tanto rigor!

Carlotta canta, Speranza suona. Dolce e fiorita
si schiude alla breve romanza di mille promesse la vita.

O musica, lieve sussurro! E già nell'animo ascoso
d'ognuna sorride lo sposo promesso: il Principe Azzurro,

lo sposo dei sogni sognati... O margherite in collegio
sfogliate per sortilegio sui teneri versi del Prati!

Giungeva lo Zio, signore virtuoso di molto riguardo,
ligio al Passato al Lombardo-Veneto e all'Imperatore.

Giungeva la Zia, ben degna consorte, molto dabbene,
ligia al Passato sebbene amante del Re di Sardegna.

"Baciate la mano alli Zii!" - dicevano il Babbo e la Mamma,
e alzavano il volto di fiamma ai piccolini restii.

"E questa è l'amica in vacanza: madamigella Carlotta
Capenna: l'alunna più dotta, l'amica più cara a Speranza."

"Ma bene... ma bene... ma bene..." - diceva gesuitico e tardo
lo Zio di molto riguardo - "Ma bene... ma bene... ma bene...

Capenna? Conobbi un Arturo Capenna... Capenna... Capenna...
Sicuro! Alla Corte di Vienna! Sicuro... sicuro... sicuro..."

"Gradiscono un po' di marsala?" "Signora Sorella: magari."
E sulle poltrone di gala sedevano in bei conversari.

"...ma la Brambilla non seppe... - È pingue già per lErnani;
la Scala non ha più soprani... - Che vena quel Verdi... Giuseppe!...

"...nel marzo avremo un lavoro - alla Fenice, m'han detto -
nuovissimo: il Rigoletto; si parla d'un capolavoro. -

"...azzurri si portano o grigi? - E questi orecchini! Che bei
rubini! E questi cammei?... La gran novità di Parigi...

"...Radetzki? Ma che! L'armistizio... la pace, la pace che regna...
Quel giovine Re di Sardegna è uomo di molto giudizio! -

"È certo uno spirito insonne... - ...è forte e vigile e scaltro.
"È bello? - Non bello: tutt'altro... - Gli piacciono molto le donne...

"Speranza!" (chinavansi piano, in tono un po' sibillino)
"Carlotta! Scendete in giardino: andate a giuocare al volano!"

Allora le amiche serene lasciavano con un perfetto
inchino di molto rispetto gli Zii molto dabbene.

Oimè! Ché giocando, un volano, troppo respinto all'assalto,
non più ridiscese dall'alto dei rami d'un ippocastano!

S'inchinano sui balaustri le amiche e guardano il Lago,
sognando l'amore presago nei loro bei sogni trilustri.

"...se tu vedessi che bei denti! - Quant'anni? - Vent'otto.
- Poeta? Frequenta il salotto della Contessa Maffei!"

Non vuole morire, non langue il giorno. S'accende più ancora
di porpora: come un'aurora stigmatizzata si sangue;

si spenge infine, ma lento. I monti s'abbrunano in coro:
il Sole si sveste dell'oro, la Luna si veste d'argento.

Romantica Luna fra un nimbo leggero, che baci le chiome
dei pioppi arcata siccome un sopracciglio di bimbo,

il sogno di tutto un passato nella tua curva s'accampa:
non sorta sei da una stampa del Novelliere Illustrato?

Vedesti le case deserte di Parisina la bella
non forse? Non forse sei quella amata dal giovane Werther?

"...Mah!... Sogni di là da venire. - Il Lago s'è fatto più denso
di stelle - ...che pensi?... - Non penso... - Ti piacerebbe morire?

"Sì! - Pare che il cielo riveli più stelle nell'acqua e più lustri.
Inchìnati sui balaustri: sognano così fra due cieli...

"Son come sospesa: mi libro nell'alto!... - Conosce Mazzini...
- E l'ami? - Che versi divini!... Fu lui a donarmi quel libro,

ricordi? che narra siccome amando senza fortuna
un tale si uccida per una: per una che aveva il mio nome."

Carlotta! Nome non fine, ma dolce! Che come l'essenze
risusciti le diligenze, lo scialle, le crinoline...

O amica di Nonna conosco le aiuole per ove leggesti
i casi di Jacopo mesti nel tenero libro del Foscolo.

Ti fisso nell'albo con tanta tristezza, ov'è di tuo pugno
la data: vent'otto di Giugno del mille ottocento cinquanta.

Stai come rapita in un cantico; lo sguardo al cielo profondo,
e l'indice al labbro, secondo l'atteggiamento romantico.

Quel giorno - malinconia! - vestivi un abito rosa
per farti - novissima cosa! - ritrarre in fotografia...

Ma te non rivedo nel fiore, o amica di Nonna! Ove sei
o sola che - forse - potrei amare, amare d'amore?


28 giugno 1850
(dall'album: dedica d'una fotografia)

venerdì 21 maggio 2010

18-Dic-94 Conferenza Poesia

AGORA': CONFERENZA CIRCONFERENZA

44, 18-Dic-94, 15:40, I-----, 24395, F.Baiani, I, Roma
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Conferenza Poesia
Ultimi venti messaggi

479, 5-Dic-94, 21:08, I-----, 821, Ma.Marino, I, Le Grazie_
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Poesia terapeutica

Dalla pagina 143 di Televideo. Luned 5 Dicembre 1994

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*** Dagli USA in Italia la poesia terapeutica ***

In uso ormai da un decennio negli Stati Uniti, l'uso
del linguaggio poetico nella psicoterapia Š praticato
in Italia dall'ASPIC, istituto convenzionato con
l'Universit… di Siena.

Un saggio dal vivo di "terapia in rima" verr… dato il
18 dicembre, con la presentazione delle attivit… '95:
improvvisazioni teatrali, musica e poesia, giochi
relazionali, letture a pi— voci.
"Non occorre essere artisti di professione, basta liberare
la propria immaginazione", spiega Antonella Zagaroli.
Secondo gli inventori di "Poetry Therapy", gli americani
Arthur Lerner e Jack Leedy, la poesia pu• evocare
processi primari, oltre la parola scritta-parlata.

---

Sai che scoperta, vero Filippo ?

Massimo


481, 7-Dic-94, 02:13, I-----, 105, F.Baiani, I, Roma
----------------------------------------------------------------------
Terapoesia

Questi americani saranno anche forti,
ma nella poesia sono un tantino indietro eh!

Filippo


482, 7-Dic-94, 02:19, I-----, 629, F.Baiani, I, Roma
----------------------------------------------------------------------
George Gordon
LORD BYRON

Ti vidi piangere.

Ti vidi piangere: la grande lacrima lucente
Copr quell'occhio azzurro
E poi mi parve come una viola
Stillante rugiada.
Ti vidi sorridere: la vampa di zaffiro
Accanto a te cess• di brillare;
Non poteva eguagliare i raggi che affollavano
Vividi quel tuo sguardo.

Come le nubi dal sole lontano
Ricevono un colore intenso e caldo
Che a stento l'ombra della sera vicina
Pu• cacciare dal cielo
Quei sorrisi infondono nell'animo
Pi— triste gioia pura;
Il loro sole lascia dietro un fuoco
Che risplende sul cuore.

--------------------------------------------------------------------------


483, 7-Dic-94, 19:50, I-----, 531, B.Cattivelli, I, Roma
----------------------------------------------------------------------
Poetel

Il nome della stanza privata da digitare all'ingresso del
chat per accedere al Poetel di questa sera Š:

ARTHUR RIMBAUD

Vi ricordo che l'incontro comincer… alle 22.00.

Ciao!


Avvertenza per coloro che non l'hanno mai utilizzato:
il chat Š accessibile con i seguenti comandi:
S)ettore
CHAT (enter)
Nome della stanza (enter)
S (enter)

Una volta entrati si pu• scrive una riga alla volta premendo
TAB seguito dal testo e da ENTER.


--- MMMR v3.53á * Bruno Cattivelli -*{ CaffŠ Poetel }*-


484, 8-Dic-94, 10:39, I-----, 207, M.Bergamini, I, Milano
----------------------------------------------------------------------
Saluti posticipati
Ciao, a quanti non ho salutato ieri notte a causa dell'ennesimo "plop", vorrei rimediare questa mattina.
Un buon Poetel, attendo il prossimo appuntamento di Natale.
Ciao a tutti.
Mark>

486, 8-Dic-94, 23:50, I-----, 340, F.Baiani, I, Roma
----------------------------------------------------------------------
Poco non Š molto.
Poco Š un filo d'erba.
Poco Š un granello di sabbia.
Poco Š una goccia di pioggia.
Poco Š un sorriso.
Molto Š un sorriso donato.
Poco Š meglio di niente.
Una farfalla vola qua e l….
Con lei errano i miei pensieri.
Approdano forse a te.

Anonimo.

--------------------------------------------------------------------------


487, 9-Dic-94, 23:12, I-----, 166, I.Monfredini, I, Martignano
----------------------------------------------------------------------
Domanda
Qualcuno mi dice se e dove ha "sentito" i versi:
... e mentre l'avventura colora la vita,
la divisa si propone per dare un senso alla morte...

Grazie Italo.


488, 10-Dic-94, 16:58, I-----, 6637, B.Cattivelli, I, Roma
----------------------------------------------------------------------
Antologia VI CaffŠ Poetel
7-Dicembre-1994
Stanza Arthur Rimbaud


_81 7-Dic-94 00:00 0000 F.Baiani 6 Poetel_
--------------------------------------------



Ci• che il mio occhio non ricopre,
la coscienza non dimentica,
l'inconsapevolezza si fa genio
come un colpo di fulmine
quando il buio assale i colori

Quell'attimo di luce,
nettare di speranza,
per il fiore che appassisce










_82 7-Dic-94 00:00 0000 G.Vitale 6 Poetel_
--------------------------------------------





Troppo ermetiche sono le mie frasi
Lanciate contro un vento
Teso, da gabbiani
In faccia tornano, artigli di rapace
A bere il sangue caldo delle mie ferite.












_83 7-Dic-94 00:00 0000 M.Bergamini 6 Poetel_
--------------------------------------------




Ho chiuso le mie porte,
ho sbarrato le mie finestre.
Ho salutato il mio buio,
ho abbracciato il mio freddo.
Ho pianto il mio amore,
ho elevato il mio grido.
Ho cantato la mia pioggia.
Ho spento il mio corpo.
E nel silenzio,
ho sorriso al mio spirito;
bambino triste e silenzioso.







_84 7-Dic-94 00:00 0000 R.Gandolfi 6 Poetel_
--------------------------------------------




Alla luce fioca
Del testimone muto
le porte chiuse
dal vento tormentate
lasciano passare
solo colui
che tutto ignora











_85 7-Dic-94 00:00 0000 B.Cattivelli 6 Poetel_
--------------------------------------------
L'asse marino spezza
la foglia pi— larga
ed apre la via
alla re-denzione
Tra mille trappole
trucchi e trabocchetti
come colore spalmato
sulla mano
senza cuore n‚ fede
senza controllo n‚ vituperio
mostrati colorata
come sei sempre
di un giallo turchino
facile da bere
facile da prendere
da non dimenticare
l'asse marino
che pu• fare ci• che vuole
Non lo redimere
ai tuoi schiavi dannati
evitalo.


_86 7-Dic-94 00:00 0000 F.Baiani 6 Poetel_
--------------------------------------------



Sorpreso nel mio rifugio
indenne agli attacchi
la spada di fuoco
mi trafigger…
roteando nel cielo.
Felice viaggiatore sar•
gi… vinto dagli eventi
mi culler• nel sospiro che ammalia
Giacer•.
Forse finito.
Per rinascere ancora.








_87 7-Dic-94 00:00 0000 G.Vitale 6 Poetel_
--------------------------------------------



Amene estati solitarie, i miei ricordi
Spaziano nel vago indistinto vuoto
Netto quando innanzi
Agli occhi si para, poi svanisce,
Lusinghiero di riposi, madido
Di noie sudate. Nessuno
Rifocilla le mie estati, ricrea
L'anima dolente, indolente lasciata
Abbandonata a un futuro di ricordi
Stesi come amache dondolanti,
Dondolanti e vuote.








_88 7-Dic-94 00:00 0000 M.Bergamini 6 Poetel_
--------------------------------------------







Singoli giochi si ripetono senza fantasia,
spigoli d'infinita tristezza accarezzano il mio spirito,
lame spezzate di guerre perdute.
E il tuo viso dimenticato ti grida nel vento della mia quotidiana guerra.











_89 7-Dic-94 00:00 0000 R.Gandolfi 6 Poetel_
--------------------------------------------
APOCALISSE

Sbarrate orbite celesti,
immoti sguardi persi
dal baratro attirati
dopo curve sinuose su manti nevosi
Luci sparse
illuminano rugiadose tenebre
di freddi dirupi scoscesi.
Il concavo ed il convesso
sfuggono a lente circonvoluzioni
del limbo ancestrale.
Disadorne astratte pareti
di pianeti immemori,
riverberi, armonie distoniche,
disegni tracciati
su piani astrali.
Erranti affaticati
siedono senza forza
muti e ciechi.
Le eterne linee
incomprese stanno,
come contorte visioni
di chi dorme
ma non veglia.



_90 7-Dic-94 00:00 0000 B.Cattivelli 6 Poetel_
--------------------------------------------



Lizard
vecchia tricheca
occorre dare nuove forme alle tue orecchie
inventare un po' pi— di ci• che occorre
Per non perdere invitati devi sempre sbrodolare
nuove forme di vetro decise per strada
Una nuova compagnia benemerita accetta
ci• che serve si vede
Non devi sdegnare il tuo collo infatuato
hai di nuovo riscosso i tuoi soldi per strada
e non v'Š pi— rimedio al male che hai fatto
Trova nuove forme
Nulla Š pi— forte di ci• che mente.






_91 7-Dic-94 00:00 0000 F.Baiani 6 Poetel_
--------------------------------------------






Un tuffo negli occhi d'oceano
Silenziosamente invisibili.
Luci di volo.
Volo di cielo.
Vie libere di caduta.
Vorrei annegarci dentro.










_92 7-Dic-94 00:00 0000 G.Vitale 6 Poetel_
--------------------------------------------
D'amore

L'appagato anelito delle mie viscere,
Testa pulsante rosso-calva, randello
Gocciolante di foia estinta, stringo
Deboli carni e pago sangue
A stille, a fiotti. Non appago questo
Desiderio del mio cuore, incredibile
Assurdo bisogno d'amore che ho.
Non trovo, ne' mai trovero'
Di che pagare la tua, di foia.
Con moneta a me ignota si paga l'amore.
D'amore
So solo che potrei morire.








_93 7-Dic-94 00:00 0000 M.Bergamini 6 Poetel_
--------------------------------------------






Un passo mi sarebbe bastato.
C'erano colori morbidi tra le tue parole,
c'era un giullare trai tuoi silenzi,
c'era un vagabondo trai tuoi pensieri.
Un passo mi sarebbe bastato.
Un passo coraggioso...










_94 7-Dic-94 00:00 0000 R.Gandolfi 6 Poetel_
--------------------------------------------
Chiudete quelle porte,
serrate quelle finestre,
che non penetrino n‚ la luce del cole
n‚ i lamenti dei vivi.
I forse risuonino,
fragorosi,
fra queste quattro mura.
Che io oda questa mia
pastosa voce
ubriaca di vita.
I labirinti dei miei pensieri,
inesplorati, assorti,
lacerati da realt… sognate,
si ricreano nelle partenze.
Se i punti del non ritorno
lentamente ruotano su di s‚,
si allontanano discordi amori.
Nell'essenza della lontananza,
vibrano nei loro loculi
ricordi amareggiati.


_95 7-Dic-94 00:00 0000 B.Cattivelli 6 Poetel_
--------------------------------------------

Quando la pelle
trover… le sue grinze
e gli anni
laveranno ogni speranza
pi— sarai bella
e pi— sarai folle
folle di calma
e di stupidit…
come il tapiro cenereo di Napoli
che talpeggia
sui nostri canti notturni
serali
di pasqua
e di abete
colti in mano
a strali comuni
di fasci
fasci di merda, ovvio
come la sete
e la fame nera
che bionda
ti mangia
e ti uccide
tra te e me
di qua e di l….
Sempre cotta
del tuo amore
che ti lascia
ogni volta.


_96 7-Dic-94 00:00 0000 E.Monier 6 Poetel_
--------------------------------------------





Stitico suonare d'un segnale circolare:
Stesso ascoltare sghembo amico,
critico crostaceo a cornetta affiso
Supera uno scatto un destino recupera
segreteria piena di pause interruzioni
sistematiche ne rinnova a scaglie.
Tra un impreciso sarto un salto e zia,
zia saggia zitella sarai prodiga d'ovviet…
e tu un calco di discorso concitato tu eunuco
biascicavi ammiccando all'accadere
e gi… a candida cambusa rassereni.
,

489, 12-Dic-94, 09:43, I-----, 520, F.Baiani, I, Roma, 487
----------------------------------------------------------------------
Ricerca.

Sto cercando di vedere un po' quali siano i versi
che ci hai richiesto, ci provo, ma sar… arduo...

Saluti Italo.

-- HyperAgor… for Mac * "Ritengo si possa benissimo sostenere
che la funzione precisa della Letteratura e della Poesia,
in quanto forza generata e apprezzabile,
e' di incitare l'umanita' a continuare a vivere,
alleviare la mente dal suo sforzo e nutrirla.
Intendo proprio un nutrimento d'impulsi".

-Ezra Pound- (poeta)


490, 12-Dic-94, 09:53, I-----, 673, F.Baiani, I, Roma
----------------------------------------------------------------------
Gerard Manley Hopkins
(poeta inglese)

The Dark Sonnets

D tu al mondo quando le mie ossa andranno sbiancandosi
tra le ultime dimore di giovent— e vecchiaia,
che un tempo ci fu uno nelle cui vene correva un lampo
che nessun occhio vedeva.

E d quanto calpestato e deriso, odiato,
e insidiato da debolezza, malattia e dall'orrore,
sia volato a cercar rifugio in Dio,
che accoppi• alla sua anima una canzone.

D come questo Senzanome, condannato per lunghi anni
ad attrupparsi coi i demoni del profondo inferno,
vide cose che l'hanno fatto, tra gemiti e lacrime,
desiderare addirittura la morte.


492, 13-Dic-94, 23:48, I-----, 1674, F.Baiani, I, Roma
----------------------------------------------------------------------
Lista Utenti Attivi

----------------------------------------------------------------------
AGORA': ABBONATI

Ns Firma Nome Localita'
---- ------------------- ------------
1 S.Agora' Sistema Roma
9 R.Cicciomessere Roberto Roma
472 A.Quattrocchi Alessandra Roma
533 E.Somma Emmanuele Pisa
728 A.Grasso Andrea Maria Roma
1938 V.Zambardino Vittorio Roma
2070 Ma.Trugenberger Marco Roma
2156 B.Cattivelli Bruno Roma
2346 A.Bandinelli Angiolo Roma
2729 P.Bagnoli Paolo Roma
2888 E.Gianturco Emanuele Roma
3192 E.Monier Enrico Roma
3300 A.Trevisan Andrea Venezia
3387 G.Vitale Giovanni Bologna
3528 I.Forni Ivo Roma
3612 M.Damioli Max Milano
3631 G.Campanelli Giancarlo Roma
3635 G.Livraghi Giancarlo Milano
3720 F.Baiani Filippo Roma
3830 R.Agora Redazione Roma
4183 R.Carullo Roberto Roma
4190 F.Mazzetta Francesco Fiorenzuola
4355 Ma.Marino Massimo Le Grazie
4403 M.Bergamini Marco Milano
4857 G.Schiavi Giandomenico Roma
4865 R.Gandolfi Riccardo Altopascio
4971 G.Bertani Gianluca Reggio Emilia
5030 A.Troiani Andrea Roma
5068 S.Raguzzi Stefano Roma
6239 I.Monfredini Italo Martignano
6340 G.Roncaglia Gino Roma


493, 14-Dic-94, 12:36, I-----, 1267, F.Baiani, I, Roma
----------------------------------------------------------------------
Massimo Troisi Poeta


Io sciupai il tuo candido seno
di giovane madre
di donna piacente
rubai allo specchio la tua bellezza.
E nelle tue mani
sempre pi— vecchie fotografie
i discorsi di mio padre li ho imparati a memoria
fosse per lui crederei ancora ai libri di storia
con te devo incontrarmi in un fiume di nero
e tra fiori e marmi
ritorna il rimpianto
la guerra ti tolse dalle labbra il sorriso
io cancellai anche quel po' di rossetto
ti vedevo gigante
poi un rivolo di saliva all'angolo della bocca
e ti vidi bambina
ti vidi morire
e tra fiori e marmi
tra un pugno ed un bacio
tra la strada e il mio portone
tra un ricordo e un giorno nero
torna e vive anche il rimpianto.

Massimo Troisi (1980)

-------------------------------------------------------

Massimo Troisi era dunque anch'egli un Poeta.
Si dice che abbia scritto molte liriche, tutt'ora inedite.
Non ci resta che aspettare che qualche editore si degni
di regalarci i versi di questo bravissimo attore.
Nel frattempo non possiamo fare altro che sperare
che Massimo si sia ricongiunto con la madre,
non solo tra marmi e fiori, e che abbia spento
quella scintilla di rimpianto che ardeva in lui...

Filippo




494, 16-Dic-94, 20:39, I-----, 105, V.Zambardino, I, Roma
----------------------------------------------------------------------
Ma Poeta e' proprio necessario scriverlo con la P maiuscola?
Scusate, comunque, sono di cattivo umore :9


495, 17-Dic-94, 11:51, I-----, 989, B.Cattivelli, I, Roma
----------------------------------------------------------------------
LARP i giovani poeti

(dal TrovaRoma di Repubblica, p.37)

C'Š un cenacolo di giovani poeti all'Universit…
"La Sapienza". Come nel film "L'attimo fug-
gente", i componenti del "Laboratorio Aperto di
Ricerca Poetica" (Larp) si riuniscono per scrive-
re, discutere, leggere: ci si confronta, ci si mette
in discussione, si criticano i lavori propri e al-
trui, si mettono a fuoco le diverse poetiche. Il
lavoro del "Larp" dell'ultimo anno Š stato rac-
colto in una prima pubblicazione per i tipi di
"Stampa Alternativa", la collana diretta da Mar-
cello Baraghini: la piccola antologia poetica
verr… presentata oggi, gioved 15 dicembre, alle
17,30, presso il bar universitario della "Coope-
rativa Village" in via Cesare De Lollis, 22. Parte-
cipano Simone Caltabelota, Valerio Bispuri,
Paolo Pagnoncelli, Nicola Biondo e Vincenzo
Ostuni. Proprio ad Ostuni, vincitore del concor-
so "Poesia'90", si deve la nascita del Laborato-
rio "Larp", attivo ormai da tre anni.

--- MMMR v3.55á


496, 17-Dic-94, 11:51, I-----, 1249, B.Cattivelli, I, Roma
----------------------------------------------------------------------
CaffŠ Poetel sul World Wide Web

Da qualche giorno il CaffŠ Poetel Š in linea sul server
World Wide Web di Agor… Telematica, che gentilmente ci ha
concesso questa ulteriore finestra aperta sulla rete
mondiale Internet.

Si tratta di pagine informative sugli incontri del CaffŠ
Poetel, e sulla Conferenza Poesia di Agor… Telematica. Sono
state messe in linea tutte le antologie degli incontri con
le poesie degli autori che hanno dato il loro permesso. Di
ogni incontro Š presente anche una breve scheda informativa
sullo svolgimento dello stesso.

L'indice, presente in calce alla homepage, permette di
selezionare le antologie degli incontri o di leggere in
sequenza tutte le poesie presentate da un singolo autore.

La buona grafica del WWW ha permesso cos di dare una prima
veste "editoriale" al lavoro fin qui svolto dal CaffŠ
Poetel, sfruttando appieno la capacit… ipertestuale di
questo nuovissimo strumento telematico.

La homepage Š accessibile dalla pagina di presentazione di
oppure direttamente nella pagina del


--- MMMR v3.55á * Bruno Cattivelli -*{ CaffŠ Poetel }*-

B.Cattivelli@agora.stm.it
MC8406@mclink.it


498, 17-Dic-94, 14:31, I-----, 590, F.Baiani, I, Roma
----------------------------------------------------------------------
Conferenza Circonferenza

Riporto un messaggio inviatomi da Claudia Cataldi,
su sua spontanea richiesta...

INCONTRI

Lunedi'
c'e' Alfredo Giuliani
in Circonferenza.

Entrera' a dare un'occhiata...
---------------------------- cut here

Se poi mi deste il permesso di entrata nella conferenza
potrei guidare il nostro Giuliani all'interno di Conferenza Poetel.

Fai un salto nella Circonferenza, intanto.

saluti
claudia


499, 17-Dic-94, 14:40, I-----, 295, F.Baiani, I, Roma
----------------------------------------------------------------------
POESIA 90

Palazzo delle Esposizioni
Via Nazionale,194 - Roma.

Convegno poetico, proposte di poeti esordineti.

15 16 17 18 19 Dicembre, dalle 20,45 in poi...

Con la partecipazione di Elio Pecora e Giorgio Albertazzi.

--------------------------------------------------------------------------


501, 17-Dic-94, 14:53, I-----, 659, F.Baiani, I, Roma, 494
----------------------------------------------------------------------
Poeta???

No, Vittorio, no.

Non è obbligatorio scrivere Poeta con la P maiuscola,
tuttavia a me piace, mi sembra un rafforzativo,
non che valorizzi il termine, intendiamoci,
oggi anche avvocato, architetto, professore, ecc...
si scrivono con la lettera minuscola, ne so qualche cosa io,
ordunque, lasciatemi questo piccolo vezzo... :)

Filippo
(Mi fa piacere che anche tu segua questa conferenza Vitt,
non hai mai scritto nulla, credevo che non la leggessi...)

-- PowerPoetry Offliner 2.0 * Ognuno ha l'infinito che si merita...

Caffè Poetel

MMMR: 1ø Incontro -*{ Caffè Poetel }*-


1 30-Mar-94 00:00 0000 G.Livraghi 1 Poetel
----------------------------------------------------------------------------û
SOSPETTO

La famiglia si accapiglia
per la figlia di Giunghiglia
perch‚ dice che assomiglia
a uno zio che sta a Siviglia

2 30-Mar-94 00:00 0000 F.Baiani 1 Poetel
----------------------------------------------------------------------------û


Si' par che veda l'amor suo,
quando l'angoscia l'assale improvvisa,
controllata,
in silenzio avviene lo struggente ancheggiare,
dell'ombra assegnata al gioco,
vittima di un sogno,
nel segno indelebile traccia la sua scia improvvisa.



3 30-Mar-94 00:00 0000 G.Vitale 1 Poetel
----------------------------------------------------------------------------û
NON CAPISCI


Riformati 'sta mazza, per favore.
Colore, violento, dolore. Non vite
Governate di saggio, non piene
di gioie e si', dolori. Rancori
Emozioni diverse: La legge
E' ancora la stessa che domina il mondo.
Stai bene, per quanto non capisci.

4 30-Mar-94 00:00 0000 E.Gianturco 1 Poetel
----------------------------------------------------------------------------û
DOLORE D'AMORE

Era un giorno sincero, come tanti altri, un'estate un po' calda,
come quelle passate, il sole rideva
e il mare sbadigliava le sue prime onde allegre
la sabbia stropicciava i suoi occhi,
i gabbiani inoltravano le loro danze celesti.
Tutto taceva, l'umano movimento era in quiete,
e il vento assonnato, privo di compagni di gioco
spazzava qua e la qualche grano di polvere.
Ed ecco il mio cuore gridare, in lunghi e spaventosi ruggiti
"egli" sanguinava, perdendo ad ogni battito litri di odio,
voglia di ditruggere ed essere distrutto.
Diveniva tutto cosi' buio, quando "lui versava quelle atroci lacrime
cosparse di dolore
e in un attimo
il sole si spegneva e gabbiani, mare e sabbia sparivano
poi tutto tornava come prima, tranne il silenzio,
ormai disperso dietro l'orizzonte;
il vento correva impazzito in assordanti respiri,
portava con se' le urla dei gabbiani, e il mare si univa al coro
tuonando con impeto verso la sveglia e pungente sabbia
che ormai era in ogni dove.
Il cielo dipintosi di grigio e nero, apri' le sue fauci
e ammonendo tutt'intorno con lampi di luce improvvisi
lancio' grandine al suolo.

5 30-Mar-94 00:00 0000 B.Cattivelli 1 Poetel
----------------------------------------------------------------------------û


Cuore di cane
hai fatto la tua scelta dirompente
cambia per un attimo
gli stracci che hai addosso
Luce di verit…
sugella il termine
del povero idiota
Tronca il tuo amore disperso
trascinalo sul fiume
decreta la vendetta
traccia la sua fine
Cuore di cane...
lascia il branco, ferito
Truce Š la morte
di chi possiede il segreto
truce Š il segnale dello scontro
Ascolta ci• che dico
quando parli Š la tua morte.

6 30-Mar-94 00:00 0000 G.Livraghi 1 Poetel
----------------------------------------------------------------------------û
INDAGINE SU UNA MORTE INSPIEGATA


A Marsiglia,
la maltiglia
correggo: la mantiglia,
si impiglia
a una conghiglia
con la c
sulla chiglia.


7 30-Mar-94 00:00 0000 G.Vitale 1 Poetel
----------------------------------------------------------------------------û
TERRA


La bestiale ferocia del vivere
Mi ha preso alla gola, stretto.
Ho incontrato il mio assassino nello specchio e gli ho sorriso
Ma una volta sola. Ora so.
Il tempo fugge via e mai un momento
fermare potro' questa tortura
Greve si', ma certa.
Per le cipolle d'egitto vivro' nel mio servaggio
Finche' un istante
Di pietoso disprezzo
Aprira' le mie catene.
Ma non angeli, ne' cori, ne' salita
Radiose, solo terra.


8 30-Mar-94 00:00 0000 E.Gianturco 1 Poetel
----------------------------------------------------------------------------û


Il Tempio della Speranza
Non e' stato mai raggiunto
dall'alata fine
e continua
da quell'alto colle
a domandar ragione ai vinti della lor disfatta



9 30-Mar-94 00:00 0000 B.Cattivelli 1 Poetel
----------------------------------------------------------------------------û
Frullato di cervelli
e di musica bevo
aspettando gli esami
della mia maturit…
Frullato di pensieri
e di ricordi ti offrirei
se tu fossi qua
Frullato di zaini
di tende e di mare
vorrei potermi fare
frullato....
di banane al cioccolato
gi… mi sono fatto!
Il frullato di caffŠ
non vale il frappŠ!
Ti offrirei un the
se tu fossi qua!
Cavolo!
C'Š zapata che mi aspetta
per l'ora del frullato
Un frullato di sombreri
l'ho bevuto ieri
Come te non c'Š nessuno!


10 30-Mar-94 00:00 0000 G.Livraghi 1 Poetel
----------------------------------------------------------------------------û

Mi ha detto, domani, domani
con gli occhi profondi e lontani
che freddo, che gelo...
ma poi le ho guardato le mani
e ho perso la testa.

11 30-Mar-94 00:00 0000 M.Damioli 1 Poetel
----------------------------------------------------------------------------û
COUPE' BIANCO.

Voglio una fuoriserie profumata
di cuoio e di benzina
e la tua voce piena d'accenti
che mi dica una frase
lasciandola sospesa...
in un'infinita mattina milanese
di cieli gonfi e grigi.

12 30-Mar-94 00:00 0000 F.Baiani 1 Poetel
----------------------------------------------------------------------------û

Prigioniera del tempo sei rimasta,
silenziosa,
nel mio cuore,
una sottile traccia,
premessa di ricordo rimarra' indelebile,
scolpita nella mia anima.
Oh sepolti,
aiutatemi,
a carpire un brandello,
a non sfiorare la vita,
a non rimpiangere al carne,
odo il grido di strazio,
il rimpianto struggente dello spirito,
il destino,
padrone implacabile comanda anche la morte,
la dipartita sigilla le azioni,
dopo,
tutto,
e',
subito.
Non vi e' spazio per sognare,
questo il dolore piu' immenso,
alle spalle ormai irrecuperabile.


13 30-Mar-94 00:00 0000 G.Vitale 1 Poetel
----------------------------------------------------------------------------û


Dolore. Come un grido, una risata
Squillante, acuta. Fitta. Dolore.
Sei tu, tu il pensiero dolente, la mia insaziabile
Voglia di morire, soffrire.
Perdono invoco, ma mai piu'
Avro' questa pieta'
Incredibile, estrema per me. Senza fedi, imperdonato cosi'
Moriro', dormiro' perche'
Mai piu', lo so io, lo sai tu
Perdonarmi potro'. Di te, di te.


14 30-Mar-94 00:00 0000 E.Gianturco 1 Poetel
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PERCHE'

Perche' l'acqua dei torrenti si lascia dolcemente
svenire, canticchiando gorgogli ?
Mi dicono che sia di un azzurro immenso,
come questo infinito buio che mi attornia
La sento ma non la posso vedere.
Perche' l'erba dei prati e' cosi' morbida?
Luminosa?
Mi dicono che in primavera, quando il sole e' ancor giovane,
l'erba catturi i raggi e li rifletta in mille sfumature di verde,
accecando per un attimo chi guarda.
Ne sento il fresco profumo di liberta', nient'altro.
Perche' la neve scende cosi' pacatamente,
quasi danzando ?
Mi dicono che una nevicata e' un grande sorriso,
che contagia tutti,
e si vedono volare palle di neve bianca fino all'orizzonte.
Io non riesco a reggermi in piedi.
Perche' questo mondo che io non vedo e' fatto di colori?
Che si incontrano, si legano, si dissolvono, si accumulano,
in un dipinto fantastico che io vedo nero ?
Perche' ho avuto in regalo solo un pezzo di vita?
Quando moriro' saro' padrona anche dei miei occhi?
Oppure
l'eternita'
sara'
compagna
del mio
mondo buio?
Perche ?


15 30-Mar-94 00:00 0000 B.Cattivelli 1 Poetel
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No no,
il mio amore sar… fuoco negli alberi
Caccia di serpenti.
Le punte acuminate attraverso il petto del poeta
L'inorridire ai versi del mostro.
No, no...
Il mio vero amore sar… il fuoco di Francia
Sesso che schizza dai pori.
Terrore della gente.
Completa malinconia
e grandi risate.


16 30-Mar-94 00:00 0000 M.Damioli 1 Poetel
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MEDICINA


Giurami
che delle volte tu sei me
e viceversa
inseguitore inseguito
e che non ci arrenderemo mai
Siamo al dessert e non c'Š pi— il sorriso
nell'espressione sabbiosa
il vento dei deserti sul tuo viso
diplomatica luna di Gennaio
che si intromette
tra il sereno e la foschia
tra me malato e te
che sei
medico, medicina e malattia.

17 30-Mar-94 00:00 0000 E.Gianturco 1 Poetel
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PER UN ISTANTE D'ESTASI
NOI PAGHIAMO IN ANGOSCIA
UNA MISURA ESATTA E TREPIDANTE
PROPORZIONATA ALL'ESTASI.
PER UN'ORA DILETTA
COMPENSI AMARI D'ANNI
CENTESIMI STRAPPATI CON DOLORE
SCRIGNI PIENI DI LACRIME

(EMILY DICKINSON)


MMMR: 2ø Incontro -*{ CaffŠ Poetel }*-


18 27-Apr-94 00:00 0000 E.Gianturco 2 Poetel
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Il granchio era in fin di vita
Il granchio era in fin di forze
eppure si scosse
cercando di attingere a tutte le risorse,
si aggrapp• alle rocce, sciovol• e si tir• di nuovo su
ma le onde di carne di quel mare finito che e' l'uomo,
lo cinsero,
e per lui fu la fine.




19 27-Apr-94 00:00 0000 F.Baiani 2 Poetel
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Lo possiedi in un momento.
E' il vento che accarezza le guance,
crediamo sia per noi,
ma lui e' li' con o senza la nostra dedica.
Le nuvole, il segno piu' chiaro
dell'esistenza senza materia,
un trasporto invisibile, ma reale.
L'albero del cuore
e'devastato da un uragano,
l'amore,
la piu' silenziosa delle apocalissi.



20 27-Apr-94 00:00 0000 E.Monier 2 Poetel
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Questo scarafaggio dalla lucida corazza
verde fosforescente percorsa da ronzi
mi ha confinato in salotto a contare i secondi
dev'essere uscito per cercare del cibo
Ci incontriamo sulla strada per la cucina
Volevo una birra, niente di pi—
Di tornare alla tana non ne vuole sapere
E' macchia mobile forte del buio
Fa briciole del mio terrore
Le divora arretrando in diagonale
E' fermo in affronto
Mi controlla
Sa che lo guardo
Pu• scivolare sul pavimento
come un mantello
in un momento di distrazione
in un trasalire.
Pu• avere ragione di me temporeggiando
salirmi alle caviglie
Una sua mossa Š la mia fine
So cosa sa di me
Avanza, e per il suo veleno
prego che gatto non l'intercetti
Che ci lasci soli a schiumare di sfida
Che si sfoghi con qualche moscone
Vorrei essere acqua e travolgerlo
ma son formica e m'inchioda
Pian piano m'ha costretto nel bagnetto
Non ho pi— coraggio per uscire
Vorrei spalancare il soffitto con urla di prigioniero
schiacciare solo la sua ombra dietro la porta
Grido tra le piastrelle bianche del bagnetto.

21 27-Apr-94 00:00 0000 A.Quattrocchi 2 Poetel
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Haendel e tu, giovane Keynes chiaro
su una poltrona chiara. Mi piaci tanto
chino su un libro in questa casa estranea
la mente aperta alle armonie del canto
ai miei discorsi un poco febbrili.
Se questo poi non Š
l'Immaginario
io non so pi— cos'Š l'Immaginario....


22 27-Apr-94 00:00 0000 M.Bergamini 2 Poetel
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Chiudi i tuoi occhi giovane fanciulla
Sangue di chi odio' l'amore
Affetti di cuori sofferenti
Vite di molte albe morenti
Il volto di un padre che brucio' il tuo onore
Chiuse pareti, nero dell'anima
Povere cose in piccole scatole
Tramoonti nel sangue lucenti
Il dipinto di Sarah e l'anima di Giuda
Il vento violento che penetro' il tuo amore
Sangue e dolore di una ragazza
Cuore e viso di una violata
Nemici giocano i sogni
Nuvole di meriggi perduti
Dove sei ora che piu' ti cerco?
Solo le tue lacrime sarebbero lenimento
Perche'? Peccato della mia anima
Adesso corre muto il tuo pensiero
Io, albero senza foglie
Morte senza doglie
Volti di sconosciuti
Passi vuoti in bui universi
Silenzi che non dimenticano mai
Parole mormorate e gridate alte
Cosa cerchi misero cuor mio?
Ampi spazi, fredde notti?
n futuro che uccida se stesso?
Il sole mio amico
Il tuo piccolo viso di donna
Anime di colombe
Noi che sognamo di volare
Che vogliamo scappare
Che abbiam paura di dover sfidare
Stringimi dolce amore
Nelle tue braccia lascio il mio dolore
Liberta' e fuga
Buone compagne di sventura
Occhi di sorgente
Capelli di sole
Volto senza sorriso
Pugni chiusi
Amore di chi si e' arresa
In passi silenziosi
Momenti di dolore
Sere senza valore
Ruscelli senz'acqua
Vidi tuo padre quella sera
Non il suo cuore
Mentre il tuo portava a trofeo
Odio di chi non puo' amare
L'uccisi per poter ancora sognare
Perche' e' meglio sognare
E un tramonto non sapra' solo di morte
Il viola e il nero
il dolore e la liberta'
Dolce amor mio
Ed io non ti avro' mai
Pende il mio corpo ora
Misero mostra se stesso al tuo sguardo
Giustizia di uomini ingiusti
Nessuno ne chiese il prezzo
Il prezzo che aveva per me il tuo dipinto
E fu barattato con una corda da due pollici
Sarah

23 27-Apr-94 00:00 0000 A.Mazzucchi 2 Poetel
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B L A T T A


Rapido tremore di piccola zampina
mi sveglia il suono del barcollante guscio
l' odore lentamente pervade la cucina
scendo dal letto e m'avvicino all' uscio
-
Ora Š riuscito a girarsi e mi sfugge
(corre sul letto per salire sul muro)
vinco l' orrore premendo la mia scarpa
che lentamente spingo sulla corazza
-
Cola giallino succo di bacarozza
le uova sparse, il muro deturpa
mi resta in testa quel suono un po' duro
sulle coperte ricerco le schegge


24 27-Apr-94 00:00 0000 M.Damioli 2 Poetel
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PRIMAVERA


Ti apri e ti chiudi,
t'arruffi e ti rivolti.
E soffi e piovi
e asciughi e bagni ancora
Che Primavera sei!
Che porti al compimento
la tua missione antica
e cosmica di far
voglia all'Estate.


25 27-Apr-94 00:00 0000 B.Cattivelli 2 Poetel
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La lasci passare come un'ombra
e la sfiori come in sogno
Duplice delitto nel tuo cuore
lasci correre avanti
lasci correre indietro...
giochi con la forma...
crudamente.


26 27-Apr-94 00:00 0000 E.Gianturco 2 Poetel
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Caro anno nuovo
Vorrei che tu fossi arrivato prima, che il vecchio anno giunto alla fine
di luglio, si fosse fermato per chiamarti e poi fuggire
Ma tu eri lontano, e nessun'altro poteva aiutarci:
ne' il sole,anch'esso sbalordito, lontano e troppo caldo;
ne' il cielo, in parte inghiottito e masticato;
ne' la natura tutta, poiche' fu essa la prima che senti' quell'immenso
pugnale penetrargli il corpo, che e' infinito, ma che in quell'attimo
trovo' il suo limite nella distruzione.
Forse l'uomo, o almeno la sua coscienza
la sua logica, il suo cuore;
potevano far qualcosa, ma di essi cosa rimaneva dopo circa sei anni in cui
ne' coscienza, ne' logica, e ne' tantomeno cuore
erano minimamente apparse negli occhi di quegli uomini
tanto impegnati nel distruggersi?
E allora, a chi bisognava rivolger il grido di dolore,
per chiedere di essere graziati da queste ulteriori sofferenze?
Chi poteva risparmiare a tutti noi quell'orrore?
Tu caro anno nuovo, con il tuo giunger in anticipo.
Avrei risposto io, a coloro che avessero protestato
perche' la natura era in rivolta.
"Forse e' naturale che l'uomo,
presosi da se' il diritto di volare
e di portare co se' in questo scempio, tonnellate di ferro;
di solcare il cielo e inquinarlo per giunger sopra asfalti,
e mattoni accalcati a formare ripari
possa giunto li'
pensare di poter decidere la morte di centomila e piu' suoi simili
e la distruzione di tutto cio' che e' vivo e non
per vari chilometri ?
Grazie ad un ordigno che stenta ad essere classificabile come prodotto
di una natura cosi "disarmata" innanzi a questo orrore?
Ed e' naturale che l'uomo possa incendiare terra e cielo, che ai miei
occhi per tutta l'area che essi riescono a catturare
appaia solo fuoco,
che la terra frustata tremi, perche' e' l'uomo che ordina
e che la vita si disintegri, per mai tornare
solo perche' ha toccato il suolo una bomba atomica?

27 27-Apr-94 00:00 0000 F.Baiani 2 Poetel
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Difficile trovare una chiave,
Un limite sopportare eventi,
Sotto il giogo del caso,
con il peso del corpo,
Cercando le ali,
vinco le urla,
Straziate negli occhi dell'ultimo sguardo,
un appassito destino
comandato dal dolore,
rifugiato nel mio cuore,
protetto da ogni vento,
esente dalla sofferenza,
persi la dolce condanna degli amanti.
Bianche pupille d'orrore,
danzano nell'odio della luce,
aspettando che le palpebre,
il sipario chiudano per sempre.


28 27-Apr-94 00:00 0000 E.Monier 2 Poetel
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Sfrecciate automi
su scale scavate
coperte di serpi
nella roccia dura
da un servo immortale.
Vi fermerete talvolta
su nidi oscillanti
su magri rami
di sterpi legati
col fango di gi—.
A guardare in basso si cade,
salire Š un passo in pi—.


29 27-Apr-94 00:00 0000 A.Quattrocchi 2 Poetel
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Come rotolano i giorni
sempre pi— caldi
questa stagione che quasi passa
dall'inverno all'estate
Š pi— triste di un novembre
perchŠ qui si coltiva rigoglioso
del presente il rimpianto


30 27-Apr-94 00:00 0000 M.Damioli 2 Poetel
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OGNI RIFERIMENTO Š PURAMENTE CASUALE...


Di te mi ricordo solo
il tuo sorriso sordo
che m'invitava a
farmi avanti per
poter dirmi no
con maggior gusto.



31 27-Apr-94 00:00 0000 B.Cattivelli 2 Poetel
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Patrizia scende dall'albero
e ti guarda solitaria.
"Ho rabbrividito della sera funesta
e ci• che pensi Š ci• che vedi.
Ho giocato tra le foglie...
Ho sempre perso qualcosa..."
Patrizia scende e guarda il sole.



32 27-Apr-94 00:00 0000 E.Gianturco 2 Poetel
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Cercando la via sperata,
insieme alle ore notturne,
danzando gli indici du tasti assonnati
uniti da coppie di fili;
con gli occhi di pixel, e le orecchie di caratteri ascii.
Distratti da tuffi in piscine stanze, con echi d'acque
ancora presenti per difettanti manipolatori di bit
Ma comunque insieme, ancora in un chat
di sfoghi quaderni,
d'ire di righe,
di linee tratteggiate ad indire gli inizi e le fini,
ad aprirci e chiuderci il cuore.
Il silenzio assordante delle parole sepolte,
soli seduti e insieme retati,
sconosciuti incontri di segnali digitali a formare POETEL!


33 27-Apr-94 00:00 0000 F.Baiani 2 Poetel
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Sovente per divertirsi
gli uomini d'equipaggio
prendono degli albatri
Appena li hanno deposti sul ponte
questi Re dell'azzurro
lasciano pietosamente trascinarsi le grandi ali bianche
come dei remi al loro fianco
Il Poeta e' simile al principe delle nubi
Esiliato sul suolo in mezzo alle urlate
le sue ali di gigante gli impediscono di camminare.

C H A R L E S B A U D E L A I R E


34 27-Apr-94 00:00 0000 E.Monier 2 Poetel
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GIOCANDO CON I GRILLI SUL TAPPETO


Mi trovai -quella sera-
a vedermi spiato da colori estranei
che rotolavano sul bagnato portando via certezze
gi… vilipese in placida comprensione
e travolte appese a testa in gi—
sull'orlo di cieli chiusi a tradimento.
Fu mentre mangiavo cioccolatini
cercando calore di anfratto
quiete di tappeto arrotolato
: senti dolore di domande inevase
tornate alla luce
con tracotanza di cappio



35 27-Apr-94 00:00 0000 A.Quattrocchi 2 Poetel
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Che lentamente magari mutassero
le cose mi aspettavo. Ma voi dove
siete giovinezza che avevi
sempre sete timidezza dai rari
riguardi? Quali demoni odiosi
quali streghe vi presero? Io intanto
io consumavo la mia narcosi
e il paludoso risveglio le strette
i distacchi la guerra oh quanto dura
dell'amore che invase i miei pensieri
con assiomi armoniosi e mi sottrasse
a me stessa e mi tolse ogni altra cura.

(Gabriella Leto)


36 27-Apr-94 00:00 0000 M.Damioli 2 Poetel
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L'ultima Merit
si muore
nel portacicche pieno.
E anch'io mi
spengo nel
letto mio
felice.


37 27-Apr-94 00:00 0000 B.Cattivelli 2 Poetel
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Le mucche sono nere?
No, sono tutte bianche;
poi le colorano.



38 27-Apr-94 00:00 0000 P.Campanelli 2 Poetel
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Amabile sospetto
mi coglie
che i tuoi occhi
siano arossati per me.

Il cuore in tasca. Dopo,
i sogni sui polpastrelli.

Parsimonioso nelle carezze
e nelle parole
mi hai reso usuraio
delle tue labbra ridenti.

(Antonio Veneziani da "Torbida innocenza")

anchorman@lacab.roma.it e’ Claudia Cataldi [agenzia di comunicazione Lacab via ludovico di monreale 4b roma 00152 tel. 5813336]. Segretaria di redazione di Videor, la videorivista di poesia di Elio Pagliarani (1991), dopo Margi bbs (1993) e Nexus in Alpheus, ‘tutte le autostrade elettroniche portano a Roma, (1994), ha pubblicato (1995) un poemetto in antica lingua html, tradotto automaticamente. Dal ‘94 compila Il piacere del txt, un lungo manuale per la Loose tv ad uso dei giovani e di tutti coloro che in questo momento studiano gli incontri su Internet di media vari e si preparano per il lavoro nella tv interattiva. Autore di radiofonia (“Senti Internet”, Italia Radio,1995), televisione (“Clips di Loose tv’, Teleuropa Network, 1995; “A Televisioni Sciolte” Teleambiente canale 68, 1996) collabora a Margi, rivista interattiva, a Il Quotidiano per la rubrica del sabato “Internet Scene”. Modera i WebRobot del server Platonet e Conferenza Circonferenza su Agora’. Su RomaOnLine, la rete civica romana, gestisce il progetto sperimentale Videor e la telematica, sulla scrittura dei nuovi media interattivi con la macchina www.Iacab.roma.it per l’ancoraggio degli spazi di Diretta sul Web.

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