venerdì 26 marzo 2010

Una linea di ricerca sul testo digitale

Una premessa.
e Una postfazione, omettendo (per ora) proprio il testo

* A.Una ricognizione nei testi degli ultimi dieci anni coerenti al nostro discorso sulle Scritture Digitali.Una ricerca può richiedere parecchio tempo prima di dare frutto e la norma del"publish or perish" (pubblica o soccombi) conduce troppo spesso ad assecondare il conformismo, se non addirittura la superficialità. [1]
* Lasciatemi esprimere il mio profondo sconforto per la mole di sforzi che vengono correntemente dispersi nella preparazione di facsimili digitali, non controbilanciati da alcun progetto di ampia portata riguardo alla codifica digitale vera e propria. Vorrei proporre un ordine del giorno alternativo, che si potrebbe intitolare Verso l'edizione non-critica. Un'edizione non-critica èun'edizione che tende non a redimere una controversia, ma a provocarla. Chiama all'esercizio di una ricomprensione profonda del fare edizioni critiche e filologia del testo, applicandole in un contesto nuovo. Fa uso degli strumenti e delle tecniche che abbiamo messo a punto in trent'anni di applicazione dei computer all'elaborazione del linguaggio umano per problematizzare la testualità su cui un'edizione critica tradizionale tende a sorvolare. [2]
* Il gruppo '93 ha insistito, più o meno efficacemente - ma quel che conta qui è il problema - su un ampliamento, una trasformazione del letterario, dal centro ai margini; forse a questo elemento va aggiunto un altro passaggio fondamentale, mostrato da Jauss: dall'esoterico all'essoterico. Lamarginalità tende a coordinare la sua compresenza laterale, il suo incorniciamento, e a mettere in mostra la sua negoziazione dei canoni. Da un altro punto di vista, a un modello di registri "alto" e "basso", pare sostituirsi, più che la conclamata "ibridazione" generalizzata, la "collateralità" nascosta degli stili. Si tratta dunque di un essoterico paradossale, che va decifrato, ricostruito e messo in luce ricomponendo le sue manifestazioni esplicite ma non-comunicanti. Anche la critica sembra allora doversi esercitare sottopelle, in un lavoro di lettura, innanzitutto, e di comparazione, per provare e riprovare il "montaggio" di quelle collateralità, la loro reciproca messa alla prova. E per ritrovare i luoghi dove questo confronto si attui. [3]


e dunque (ancora Pellizzi del 95):
Probabilmente gli "umanisti", intendendo per tali tutti gli scienziati disposti a sollevare lo sguardo, saranno impegnati nei prossimi anni nella trascrizione di testi, cioè in un'operazione di progettazione della memoria, e, aggiungiamo, di ridefinizione della scrittura, del suo uso e del suo significato nel mondo attuale. Ora l'italianistica, non solo perché si occupa di una delle letterature moderne più antiche e più ricche, ma per una sua familiarità filosofica con i rapporti tra la scrittura e il mondo, non può non essere chiamata a contribuire con il pensiero e con la tecnica a tale lavoro.[4]
* B. Le premesse, queste sì, per proseguire nel digitale seguendo il filo del discorso della testualitàla barriera tecnologica tiene lontani dalle tecnologie digitali i nostri interlocutori privilegiati: questa può apparire una contraddizione in termini, cioè come possa interessarci il contributo di chi non ha un'esperienza digitale;
* i tecnopratici per converso devastano il dominio di esistenza specifico dell'innovazione dei linguaggi e delle scritture connesse se lasciati a se stessi

Nota: Il discorso che dobbiamo tenere si sviluppa lontano da qui, ormai, va da sè nel mondo trascinato da una forza irresistibile e fatica ad annettersi in modo trasparente la nostra storia...

anceschi poetiche on YouTube

melograno19 ha aggiunto un commento su anceschi poetiche: ricordo passeggiate a discorrere su cosa è la poesia" bologna 1974... grazie per questo video... un ricordo per me indimenticabile

[anceschi poetiche]

The world is a beautiful place

CyberHarm ha aggiunto un commento su The world is a beautiful place:Thanks for posting this. One of my favorites.

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A Sud del Sud, poesia digitale in radio

Caffè Poetel su Italia Radio [27 Giugno 1995]
Caffè Poetel oggi è stato ospite della trasmissione SENTI INTERNET di Italia Radio (97.00 MHz).
Durante la trasmissione si è tenuto un chat Poetel (Special Edition :-) che ha coinvolto numerose persone. In studio erano presenti Claudia Cataldi, Orazio Converso e Andrea Mazzucchi, redattori della trasmissione, Vito Riviello e Bruno Cattivelli.
Filippo Baiani è intervenuto per via telefonica. Vito Riviello ha letto una poesia scritta in chat da Andrea Oliva, oltre a due suoi CUCU' (una versione giocosa degli HAIKU). Una voce sintetica del sistema IperAudio ha provocatoriamente letto i versi di A Sud del Sud, una poesia di Vito Riviello.
La trasmissione SENTI INTERNET gestisce uno SPAZIO WEB interattivo sul server di NEXUS.

mercoledì 24 marzo 2010

martedì 9 marzo 2010

Videor n°1


in questo numero

  • Adriano Spatola: Per una videorivista di poesia
  • Vito Riviello: Telecronache
  • Elio Pagliarani: Poesie di Antonio Delfini
  • Nanni Balestrini: Basta Cane
  • Corrado Costa: Tre Film
  • e con Teresa Campi, Danilo Plateo, Giorgio Massacra
  • "Blindfold test"
  • Documenti: Incontro con Amelia Rossellì

Videor n°2

in questo numero:
  • Giovanna Bemporad
  • Giorgio Caproni
  • Marco Caporali
  • Franco Cavano
  • Massimo Celani
  • Corrado Costa
  • Gregory Corso
  • Amelia Rosselli
  • Nino De Rose
  • Giovanni Fontana
  • Elio Pagliarani
  • Vito Riviello
  • Beppe Salvia
  • Guido Galeno
  • Edoardo Sanguineti
  • Toti Scia1oja
  • Gino Scartaghiande
  • Adriano Spatola
  • PAtrizia Vicinelli

Videor n°4

in questo numero
  • Giulia Niccolai

  • Dylan Thomas

  • Nanni Ba1estrini

  • Steve Lacy

  • Michèlle Metail

  • Corrado Costa

  • Michelangelo Coviello

  • Elio Pagliarani

  • Gabriele Frasca

  • Patrizia Vicinelli

  • Voci nell'acqua [Spoleto]

  • Tommaso Ottonieri

  • Vittorio Liberti

  • Milanopoesia

  • Gabriele Frasca

  • Franco Beltrametti


  • Videor n°5

    in questo numero:
    Giorgio Celli
    Alfredo Giuliani
    Edoardo Sanguineti
    Corrado Costa
    Franco Beltrametti
    Lamberto Pignotti
    Eugenio Miccini
    Elio Pagliarani
    Ahmed Ben Dhiab
    Bartolomé Ferrando


    Firenze A più voci settembre 1990

    Celle Ligure Spatola poeta totale maggio 1990

    Videor n°7

    in questo numero:
    • Corrado Costa
    • Arno Hammacher
    • Jacqueline Risset
    • Francesco Vincitorio
    • Edward Boilini

    • Parola e Immagine 1991
    • Renato Barilli
    • Elio Pagliarani
    • Alfredo Giuliani

    Videor n°.9


    in questo numero
    ACQUARIO
    rivista delle riviste
    Pasotelli, Lora Totino, Insana, Affinati, Magrelli,
    Sarra, Ferrando, Blaine, Sica, Albani, Fenati,
    Attanasio, Lubrano, Scalese, G.Massacra, Perilli,
    Caseella, Manzoni, Frabotta, Scartaghiande, Voce,
    Menna, Febbraro, Campi, Pelagalli, L.Massacra,
    Ruffolo, Plateo, Di Lallo, Malfaiera

    Il catalogo delle vocali


    Il catalogo delle vocali
    di Corrado Costa
    Baruchello! Facciamo, una buona volta, il catalogo delle vocali!
    A

    com'è noto
    l'A di acqua è
    incolore, insapore, inodore
    l'A di labbra
    è rossetto
    rosa
    &
    verde
    l'A di acqua
    cammina sulle acque
    lascia una invisibile traccia
    l'A di labbra non lascia
    una visibile traccia
    quando si mordono le labbra

    U
    sta sull'A di acqua
    U cammina sull'A che cammina sulle acque
    l'U di acqua è invisibile
    anche A di invisibile è
    invisibile
    l'U di illeggibile è
    illeggibile
    (N.B. la parola illeggibile
    non si può leggere)
    chi fa l'amore sulle acque
    lascia un leggerissimo segno
    illeggibile
    le tre I
    di illeggibile
    sono illeggibili
    la quarta I
    un po' meno
    come la
    quinta A di ipotesi
    è un'ipotesi
    come le settemila O
    di favola
    U
    di favola è magico
    fanno l'amore sulle acque
    le cinque E
    di amore
    sono diversamente colorate
    si mordono le labbra
    U
    &
    O
    &
    O
    di fuoco
    bruciano
    I
    di fuoco
    non brucia mai
    U di leccare
    non si lecca mai
    E di mai
    non si pronuncia mai

    si mordono le labbra
    fanno l'amore sulle acque
    gridano a grandissima voce
    la prima A di voce
    non si sente mai
    l'ultima A di rumore
    fa molto più rumore
    l'ultima U di colore
    ha un colore diverso?
    le sette U di Racconto
    è proibito raccontarle?

    raccontano
    che è proibito raccontare
    camminano sulle acque
    si mordono le labbra
    l'O di astro
    nasce dalle acque
    lucido come l'O
    di alluminio

    O
    com'è noto
    l'O di aria è
    incolore, insapore, inodore
    l'O di labbra è
    azzurro
    blu
    &
    nero
    l'O di aria
    è uguale all'O di terra
    cammina senza lasciare traccia
    come le labbra non lasciano
    una visibile traccia
    quando si mordono le labbra
    cinque impercettibili I
    di impercettibile
    camminano sulle impercettibili O
    di terra
    questa terra è invisibile
    come si vede
    (N.B. la parola invisibile
    non si può vedere)
    chi fa l'amore sulla terra
    lascia un leggerissimo segno
    illeggibile
    I
    di amore
    si legge per un po' di tempo
    quando si mordono le labbra
    U
    U
    &
    U di amore
    i loro colori sono uguali
    perfettamente trasparenti
    U
    &
    E
    &
    E
    &
    O
    di aria
    sono immobili
    anche E di vento è
    immobile
    l'O di vento si sente
    sbattere la notte
    contro l'O di buio
    fanno l'amore di notte
    senza fare rumore
    la prima A
    di amore
    non si sente mai
    la seconda O
    non si sente mai
    l'ultima E fa appena un po'
    di rumore
    quando si mordono le labbra
    U
    O
    di fuoco
    sono colore del fuoco
    E
    com'è noto
    l'E di fuoco è
    incolore, insapore, inodore
    le E di labbra
    sono bianche
    ardesia
    &
    oro
    le E di labbra
    bruciano senza lasciare traccia
    si mordono le labbra
    fanno l'amore sul fuoco
    lasciano un leggerissimo segno
    che brucia senza lasciare traccia
    gridano sottovoce
    la voce ha cinque punte
    colorate di rosso.

    [da A. Porta, Poesia degli anni Settanta, Feltrinelli 1979]


    Corrado Costa.
    Tra poesura e pittria.
    Catalogo della mostra (Reggio Emilia, 1995)
    Tipologia prodotto LIBRO Autore non specificato
    Editore Mazzotta
    Isbn**********
    Data pub. 1995
    Genere arte
    Collana Biblioteca d'arte
    Curatore Barilli R. Pagine 120
    Prezzo € 20,66 + € 5,00
    A causa della difficile reperibilità
    del prodotto il costo dello stesso
    verrà aumentato di € 5,00 a copertura
    dei necessari costi aggiuntivi.

    RadioBox


    RadioBox è un evento proposto da Cetta Petrollo alla Biblioteca Alessandrina di Roma con letture di Franca Battista Tomaso Binga Carlo Bordini Maria Grazia Calandrone Marco Caporali Tiziana Colusso Vilma Costantini Elisa Davoglio Carla De Bellis Jolanda Insana Francesco Laurenti Matteo Lefevre Anna Laura Longo Mario Lunetta Giovanna Marmo Giulia Marzaioli Vincenzo Ostuni Laura Pugno Lidia Riviello.

    Occhi di burro

    2006-04-20 22:06

    mi chiesero nè più e nè meno
    "chi sei,dove vai,cosa fai,sei italiano", etc etc
    e dunque non risposi -
    o perlomeno non sul serio!
    (come avrei potuto?)

    vennero dunque con altre domande
    un esercito di domande,
    lame affilate per tagliare il burro
    e me
    che di burro ho persino gli occhi.

    il silenzio è virtù d'eccellenza
    per chi non ha amore
    nè scienza.

    mi guardo attorno, quasi fino a ieri fossi cieco.
    "non ne ho bisogno
    non mi piace
    non è giusto
    non mi va"
    mi lamento persino a colazione.

    mi piace il balbettio dei vecchi
    le teste bianche sotto coppole di lana
    come in coperta;
    mi piace il porto
    e la candeggina
    la luce del corridoio
    il biascicare di mia madre verso la cucina.

    eppure tutto questo non potrei sentire
    e - ne sono certo! - non mi piacerebbe
    se parlassi con voi, se vi frequentassi
    o se ci stringessimo ogni giorno la mano
    magari sorridendo - perché no - nei corridoi!

    certe cose hanno bisogno di silenzio.
    e poi il mio cuore
    non è abbastanza resistente.
    già s'emoziona per un lampo
    per una botta al ginocchio
    o un'eruzione.

    Videor al Dams

    Veniamo da anni che possiamo dire trascorsi sotto il segno di una stagnazione creativa, di un "ritorno all'ordine" che ha attraversato i luoghi dell'arte e della letteratura, e, più in generale, il complesso di vita culturale e sociale. In piu di un caso abbiamo visto la passione per l'invenzione cedere il passo alla piu prudente ricerca d'un rassicurante alveo professionale: abbiamo visto il ritorno ai "luoghi deputati", in reiterati rigurgiti del già noto e del gia sperimentato.

    Dalla "a" di avanguardia alla "z" di zero

    Dalla "a" di avanguardia alla "z" di zero, passando per fumare, hotel, sesso e teatro, e ancora guerra, novecento, comunismo e vita. Sono ventuno le parole chiave attraverso cui Edoardo Sanguineti ci parla della storia presente e passata, di poesia e romanzi, di affetti e relazioni, di autori a lui cari e personaggi detestati, di fedeltà e impegno. Quasi sette ore di conversazione (realizzate espressamente per questo progetto a Genova nel gennaio 2006) per ripercorrere il profilo biografico e intellettuale di una delle figure più importanti del Novecento letterario italiano. La video-intervista, in 2 DVD, curata da Rossana Campo, è accompagnata da un libro che raccoglie frammenti dell'opera letteraria di Sanguineti scelti dalla stessa scrittrice.
    +++ info(at)deriveapprodi.org +++ newsletter(at)deriveapprodi.org

    Amelia Rosselli presenta Lorenzo Calogero

     poesia
    30/3/82 Quattro eccezioni
    Amelia Rosselli presenta Lorenzo Calogero
    alla Pietra Serpentina via Galvani 45 Roma


    Amelia Rosselli, nata a Parigi nel 1930 da padre fuoriuscito durante il fascismo, e da madre inglese, visse in Francia sino ai nove anni. La madre, all'entrata dei nazisti in Francia, rifugiò i tre figli prima in Inghilterra, poi negli Stati Uniti, dove la Rosselli continuo gli studi ginnasiali e liceali, parlando l'inglese soprattutto, oltre che l'italiano e il francese. 11 ritorno a Firenze nel 1946 risulto deludente essendo poi quegli studi accelerati ritenuti non validi rispetto a quelli liceali italiani; l'autrice si recò perciò a Londra dove ridiede esami e visse sino al 1948, iniziando studi musicali. Si trasferì a Roma nel 1949,accettando un lavoro di traduttrice part-time presso le edizioni "Comunità", continuando studi privati e approfondendo l'ambiente artistico-politico della capitale, intenso e stimolante anche in campo letterario. Dopo letture da prima prevalentemente filosofiche o classiche, e scritture di tipo sperimentale o d'esercizio, nel 1963 tentò la :pubblicazione del prima libro da lei ritenuto innovatore. Tramite Vittorini e Pasolini pubblicò prima suI "Menabò" n° 6, e poi tramite l'editore Garzanti nel 1964, il testo poetico "Variazioni Belliche" (oggi esaurito). Nel 1969, includendo lavori del 1958 come del 1963-65, stampo tramite l'editore "il Saggiatore", il libro "Serie Ospedaliera", (Premio Argentario). Questo testo stampato tramite IBM fuori collana ebbe poca divulgazione allora, ma con la recente ripresa dell'editore, ve ne sarà ora una più completa divulgazione. Più attentamente programmato è il terzo libro, pubblicato da Garzanti nel 1976, come dimostra il titolo "Documento" (1966-1973). Negli anni giovanili, preparativi a "Variazioni Belliche", scriveva prosa e poesia in tre lingue alternandole: nel 1980 uscì, con titolo indicativo, il testo "Primi Scritti” (1952-1963), presso Guanda editore. Per l’insieme del lavoro (saggistica sulla metrica, tre libri di poesia, articoli o saggio vari), alla Rosselli fu assegnato il Premio Pier Paolo Pasolini nel 1980, tramite giuria mista dell'Istituto Gramsci al Campidoglio; nel 1981 ricevette anche il Premio Pozzuoli sia per “Primi Scritti", sia per la plachette con poemetto intitolata "Impromptu" del 1979, pubblicata presso l'editore San .Marco dei Giustiniani di Genova, nel 1981: il salto qualitativo in senso stilistico è però di nuovo sperimentale e in se stesso isolante.

    All'attività di pubblicista e di consulente editoriale esterna si aggiunga, negli anni 1979-82, quella più professionalmente intensa del solito, di lettrice per pubblici ristretti o vasti di varie regioni, dal Nord al Sud Italia.
    Di Lorenzo Calogero morto suicida nel 1961 a Melicuccà, sopra Reggio Calabria, due libri postumi sono stati pubblicati da Lerici editore di Milano, nel 1962, e nel 1966. Isolato in Calabria, medico condotto di professione, scrisse soprattutto dai quarant'anni ai cinquant'anni, dopo un inizio non del tutto incoraggiante, di pubblicazioni tra i ventidue e venticinque anni, sempre in proprio (Maia editore, Siena).
    Scrisse in tutto tra i dieci e quindici mila versi, divisi in cinque o sei raccolte, di cui due vennero subito dopo la sua morte stampate dalla Lerici, e con successo, viste le eccellenti critiche per tutta Italia e all'estero ("London Times Literary Supplement"; "Die Welt" di Amburgo). La Casa editrice Lerici chiuse le sue collane letterarie nel 1967; perciò purtroppo non vi fu ristampa del secondo volume, un poco più breve, né ripetuto successo. Negli anni settanta le due raccolte, complessivamente intitolate "Opere Poetiche", si trovavano a stento in qualche remainders.
    Gli inediti, alcune poesie giovanili anche, analizzati nella prefazione ad un terzo libro del Calogero, che uscirà si spera entro non troppi mesi, verranno anch 'essi letti e discussi. Per l'innovazione sintattica, una specie di neoermetismo del tutto inaspettatamente d'avanguardia, Calogero attrae oggi, come se qualche problema essenziale ed allo stesso tempo matematico (una formula di vita) venisse espresso dai suoi cosi perfetti versi, e dalle sue lettere malinconicamente esplicite.

    Avete mai visto le mani di Amelia?


    Avete mai visto le mani di Amelia? Lingua dei segni, tratti sovrasegmentali in ogni senso, segnava il tempo di ogni sua parola. Intonemi, cinesica, gestualità per non udenti. Dirigeva l’orchestra che era lei stessa. L’uomo è misura di tutte le cose. Difficilmente un greco avrebbe pensato a un’asticciola di legno, a proposito del metron. Il metro poetico è molto più vicino alla natura delle cose: l’uomo è il metro del poema delle cose, è il loro tempo. Amelia sola, isola, assolo. (massimocelani) Diretta del convegno su convegno dell'anno

    UNA MACCHINA PER SCRIVERE POESIA


    VENERDI' 19 LUGLIO 1996. ORE 21.30

    Videor e la Telematica, progetto sperimentale della rete civica RomaOnLine. e l'agenzia di comunicazione Lacab hanno proposto per il periodo della manifestazione "UNA MACCHINA PER SCRIVERE POESIA''.

    Un'occasione di pubblicazione per gli scrittori di poesia su un sito Internet predisposto per accogliere i contributi di quanti sono interessati alla editoria dei nuovi media alettronici (televisine + internet).
    In questa serata è previsto l'evento finale in rete e in piazza.
    La connessione in rete e la linea telfonica sono fornite dal Caspur e da RomaOnLine.
    [dal depliant]



    L'erotismo mette tra parentesi la riproduzione nello stesso modo in cui il linguaggio della poesia sempre ci allontana dal suo fine naturale, la comunicazione.
    [Octavio Paz, La duplice fiamma]

    L'immagine della voce dei poeti nella rete


    FESTIVAL MUNDI
    valle Giulia
    17 settembre 1997
    Videor Magazine Telematico diretto da Elio Pagliarani, editor Orazio Converso
    performance L'immagine della voce dei poeti nella rete, Poesia e scrittura digitale in diretta di Claudia Cataldi


    Controcopertina di Videor 1988


    ------------------------------------
    VIDEOR anno I, n.2 periodico trimestrale
    auto trib. Roma 28.3.88 Reg.Stampa n.199/88
    Issn 0394-9222
    Direttore Responsabile Nora Barbieri
    Edita da La Camera Blue
    via Ludovico di Monreale 13 Roma 5805348
    -----------------------------------------------------------

    VIDEOR

    è la prima rivista di poesia su videocassetta.
    Diretta da Elio Pagliarani, VIDEOR nasce
    all'indomani della stagione di letture pubbliche
    di poesia con l'intento di raccogliere intorno
    ai suoi promotori le personalità poetiche che,
    ad alti livelli di stile, riportino con le loro
    performances la preziosa opacità della scrittura
    nel mondo della comunicazione e della trasparenza
     - l'immagine della voce in televisione.

    La Camera Blue Video di Roma,conta nei primi
    tre o quattro numeri di mettere a fuoco un
    tale progetto.
    VIDEOR è realizzata assemblando in VHS materiali di ripresa originale o amatoriale. Per una migliore
    riproduzione della videocassetta è pre
    feribile collegarsi
    al televisore in video frequenza.
    Nell' 89 sarà interamente
    prodotta con il nuovo
    sistema SuperVHS.

    valduga e scialoja

    Italiaradio Videor La Grana Della Voce 8-24 novembre 1990
    valduga e scialoja
    un duetto colto e raffinato
    in cui la voce dei poeti aggiunge
    almeno un senso in piu' ai versi
    ................................
    la sensualita' di Patrizia Valduga
    di un Toti Scialoja
    interprete estroverso
    ......................................
    ma nella giovane poetessa
    la cura e l'attenzione
    verso il momento pubblico della lettura
    revocano prepotentemente
    le origini teatrali della poesia
    il dramma, il pathos, la voce,
    l'evocazione, il racconto.

    La Grana Della Voce

    Italiaradio Videor La Grana Della Voce 8-24 novembre 1990

    Oggi proponiamo Gregory Corso con
    l'eccezionale taduzione di Amelia Rosselli

    La registrazione si riferisce al reading
    del poeta qui in Italia a Roma

    Il reading in Usa e' un genere vero e proprio
    vicino al 'concerto'
    - letture spettacolo che egli effettua a pagamento.

    "La pubblicazione a stampa ha reso la
    poesia cosi' silenziosa che la potenza
    della poesia come messaggio orale
    e'stata completamente dimenticata..."
    cosi' nelle edizioni della piccola guanda

    Le sue poesie sono scritte per essere lette a voce alta;
    spesso il testo e' come uno spartito

    e Corso quella sera leggeva ascoltando
    in cuffia (e canticchiando tra sè e sè)
    musiche di Bellini

    Amelia divertita traduce puntualmente

    Videor.it videopoiesi di Antonio Russo

    Videor.it
    Videor come videorivista di poesia. Videor come contrazione di videoeditor. Videor come il più carogna dei costrutti linguistici latini. Cos’è Videor?
    Risposta 1. Videor è un programma televisivo non destinato alla televisione. Televisivo perché riprende il concetto genuino di visione a distanza, lo svincola dalla diretta e ci lavora sopra. Televisivo perché azzera la tastiera, ritrasforma il mouse in telecomando: non puoi chiedere e autoassegnarti un prodotto (Youtube), puoi al massimo cambiare sito. Non televisivo perché somiglia a una trasmissione, ma di quelle mai apparse in tv: manca il mediatore/conduttore (che nessuno rimpiange), il montaggio ad effetto, il predominio della forma sul contenuto. Non televisivo, poi, perché la tv sta alla poesia come il diavolo all’acquasanta.
    Risposta 2. Videor è una rivista essenziale in formato audiovideo. Della rivista tradizionale non ha l’apparato paratestuale e parassitario. Più di una rivista tradizionale ha la forza della condivisione svincolata e potenzialmente illimitata. Al video, e al video soltanto, chiede di riformulare termini convenzionali come quelli di copertina, sommario e pagina.
    Risposta 3. Videor è poesia e video e basta. È la Rete al servizio della parola, è parola non schiava dell’informazione, indifferente alle mode e alle tendenze. Il tentativo di recuperare un prodotto di stretto consumo e poco commercializzabile, che non trova posto né qui né lì, né in libreria, né su Youtube. Videor è una prova, un esperimento, un corto-circuito: mettere il video a supporto del prodotto non industriale per eccellenza, catapultare il linguaggio poetico nel linguaggio tecnologico.

    Da "Videor.it: videopoeticamente parlando"di Antonio Russo (in 30x30 di Alessandro Chidichimo 2007)


    APPUNTI DI UN VIDEO-EDITORE

    Orazio Converso
    APPUNTI DI UN VIDEO-EDITORE (1989)
    La Camera Blue Videor. Roma
    Sarebbe soltanto un' esperienza in più in redazione di una rivista di poesia -videor videorivista di poesia diretta da Elio Pagliarani -non fosse per la fluidità interna dei materiali da mettere insieme (le performances. il parlato, la lettura in pubblico, l'incontro col poeta) e la ormai proverbiale destrutrurazione del mezzo video. Il convergere delle due indeterminazioni chiede infatti al videoeditor di ricostruire "in diretta" la tensione degli eventi narrati nell' evento che è una video-rivista.
    Né film né libro, è televisione sequenziale, ma che può essere ripresa in rilettura. fermata e rivista. e per questo necessita di un ascolto pathologico in una intenzione discreta.
    Le varie fasi dell' edizione puntano a mettere a fuoco lo spettatore di poesia dell' era post-performativa (cinico e distratto, smaliziato, ma con aspettative forti quanto inconsapevoli) per liberarlo da tempi, spazi, logiche filmiche o teatrali e costringerlo nel gioco televisivo dove l'azione della poesia non sia affidata alla rituale 'magia' della lettura poetica, ma alla pervasività del mezzo, della sua sconvolgente ottusità, alla trasparenza della sua rappresentazione, alla banalità e alla esrrema naturalezza della sua tecnica. Insomma, accendere la telecamera e lasciar fare alla poesia: il video-editor è spettatore e sta a vedere. Semplice, no?


    "È un esperimento interessante. Può essere l'inizio di un piccolo mercato "lirico" per chi possiede videoregistratori o lettori. Sono uscite le prime due cassette in cui poeti come Balestrini. Costa. Riviello, Spatola. e molti altri si sono raccolti intorno ad una iniziativa (La Camera blue di Roma) volta a proporre l'inrruzione dell' immagine della voce" nella comunicazione televisiva". (Alberto Abbruzzese, L'Espresso, 1989).


    Poesia dell'Improvvisazione

    Avevo notato nei dischi di Miles Davis che i brani che fungevano da veicolo alle improvvisazioni del famoso trombettista erano quasi sempre gli stessi. Con faciloneria avevo pensato ad un'esigenza commerciale: ti obblighi a fare tante incisioni in un tempo cosi limitato che l'unica cosa che puoi fare è pubblicare i tuoi vari scavi ad uno stesso standard. In realtà quando si è attenti osservatori dei propri mezzi espressivi (padroni lo sono gli artigiani, sia pure di lusso) come Miles e, come lui, si accettano umilmente i propri errori e tutta quella impoesia necessaria - forse nel jazz più che in qualsiasi altra forma d'arte - per giungere alla più pura folgorazione poetica, si ha bisogno di sentire propria ogni intima essenza del tema trattato. Da qui si giunge alla minimizzazione armonica operata da John Coltrane, e meno drasticamemnte, alla fortuna di strade armoniche, diciamo naturali che permettano al solista di rovesciare fuori tutto quello che gli pare, a cominciare dall'umiliazione di chiedere di essere ascoltato. E' evidente che uguale via ha seguito Orazio Converso in queste sue cascate a terra. E' ancora evidente che non e' un artista che informa. Anzi e' forse l'uomo caro a Lang che tenta le corde di una chitarra con la punta spezzata di una lama di coltello per plettro: ma non credeteci troppo. Comunque sia, i suoi assoli hanno la tensione tipica del viaggio jazzistico. Una tensione che sfocia forse in note di riposo, forse in improvvise ricapitolazioni. in riaccapo brucianti che possono far storcere il naso: ".. Human kind / canot bear very much reality. " Ma ugualmente tensione. emozione: caratteristica immutabile dell'arte dell'improvvisazione. Ripetendo, faccio notare che ho citato il poeta dell'impersonalità: esattamente la concezione poetica opposta a quella a cui tende Orazio Converso. Nell'arte di fatto tutto cio' che viene stabilito come essenza poetica, come regola. fa si che divenga artista - magari innovatore - il primo che usi i moduli opposti. E così sia.. ..

    Due (e non più di due) parole
    sullo stile o sul non-stile delle
    Improwisazioni
    di Orazio Converso.
    [ N i n o De Rose '67]

    Videor che è stata videorivista

    Si è consumata definitivamente la separazione dall'editoria installata che tenta di pareggiare, sistemare, arrangiare le edizioni su carta ed altri supporti con la scena e l'economia digitali.
    Non c'è scampo, a meno di non perdersi il treno dell'innovazione di processo che la condivisione dinamica dell'edizione comporta: rinuncia all'appropriarsi, collocarsi nel codice per negoziare quotidianamente le relazioni degli scambi .

    Videor che è stata videorivista di poesia per l'home video con redattori performers, in rete organizza il life sharing, un modo di produzione della cooperazione e del corteo barthesiano.
    Potremmo spostare la nostra attenzione dall'enfasi posta da Mallarmé sul linguaggio, per tornare ai classici problemi della prima modernità, alla questione baudelairiana del «Pittore della vita moderna»: che forma di vita deve essere seguita perche il problema «che cos'è il linguaggio?» divenga il problema della letteratura? Baudelaire non propone ancora un'etica di forme di arte ma di forme di vita, un'estetica dell'esistenza, non di oggetti
    Opere post-formaliste del tipo della performance riprendono in modo nuovo questi temi baudelairiani: la propria vita, il proprio corpo concreto,il proprio aspetto fotografabile (in quanto distinto dal proprio ruolo in una rappresentazione) sono incorporati in un'opera che cerca di introdurre disordine nella generale o costituita conoscenza di sé

    La parodistica, ironica "spettrale" ripetizione di parole, situazioni o immagini dell'esperienza fa affiorare la sensazione della loro contingenza. Non è necessario prendere queste figurazioni come se fossero naturali; si può ben scegliere di vivere in modo diverso.

    In queste opere, il «distacco» non è una condizione della rappresentazione artistica: è uno strumento di una concezione etico-estetica, secondo la quale noi potremmo anche inventare altri modi di fare esperienza.

    Si tratta cioè di un'etica per la quale la libertà non sta nè nella scoperta di sè, nè nel "libero" gioco del linguaggio, ma in un costante sforzo per disimpegnarsi e reinventarsi.

    Questa diventa l'etica che Foucault, sia come scrittore sia come intellettuale, fa propria. E' la direzione che la sua opera prende con i fini della modernità. E il suo modo di continuare la moderna sfida alla costituzione del soggetto.
    Equivale ad una particolare posizione storica e politica che possiamo rintracciare nel nominalismo operante nelle storie di Foucault, nella sua politica di ribellione e nella sua trasformazione della autenticità critica. E' l'etica della soggettivita, l'etica dei fini della modernità.

    link per viaggiatori inesperti: Vivendo vicino a Central Park è grande per i pareggiatori, i bikers, i bladers ed i camminatori. Nuovo Yorkers molto ha insiemi dei membri del gym e fa la stanza nei loro programmi occupati effettuare un programma di idoneità. Inoltre ci sono molte stazioni termali belle da distendersi e svolgersi dal lavoro del giorno duro.

    report: Videomakers went around with a camera and filmed

    Riceviamo dalla Pia Donna e volentieri pubblichiamo (in Globish?)
    Loose tv. Videomakers went around with a camera and filmed everything happened under their eyes, as random shootings. All these things before digital television and digital radio.
    Videomakers’ work consisted in accumulating videotapes, taking pieces from the videos in accordance with the moment’s wit, mending at random and putting them in a container that, automatically and casually, every 8,4,3,2 seconds presented and published them again.
    There was not a rigorous logic behind that process: it was a sort of visual collage in which audio, video and text scraps ran without intermission. In that way was born the “loose tv”, “the mad television”, the only fin de siecle experimental project that, not only went on air on local channels, but gave also to spectators the possibility to make the shifting programming.
    Absolutely revolutionary, the tv itself zapped quickly before you could do it with your remote control. It was the only place where you could see Giorgio Massacra engaged in his “interview to the goat” for five minutes and in the successive moments see excerpts from “Sex, Lies, and Videotape” by Steven Soderbergh, ten minutes after you felt so numb that you couldn’t barely know what went throughout your optic nerve, apart that was going on air something like “Gilda in the Cannaruti’s laboratory”.

    “Loose tv” ceased going on air few months after, someone still works to that project. I ask myself why this, which was one of the few intelligent ideas ever came alive in Italy, was never subsidized by anyone.

    La tivvù sciolta.
    " videomakers se ne andavano in giro con una cinepresa e riprendevano tutto quello che capitava loro sott’occhio, a mò di riprese random. Tutto questo prima della televisione e della radio digitale. Il loro lavoro era quello di accumulare videocassette, prendere spezzoni di video secondo il genio del momento, ricucirli a casaccio e piazzarli in un contenitore che automaticamente e casualmente li riproponeva e pubblicava continuamente ogni 8,4,3,2.secondi. Non esisteva una logica precisa: era una specie di collage visivo in cui frammenti di audio, video e testo scorrevano senza sosta.

    In questo modo nasceva la “loose tv”, la televisione folle, l’unico progetto sperimentale di fine secolo che, non solo andava in onda su reti locali, ma dava anche ai telespettatori la possibilità di farne il palinsesto instabile. Rivoluzionario, altrochè, era la tivvù stessa a fare zapping prim’ancora che tu la facessi col telecomando. Era l’unico posto in cui potevi vedere Giorgio Massacra impegnato nella sua “intervista alla capra” per cinque minuti prima di fare riprese sul Monte Cocuzzo e negli attimi successivi vedere spezzoni di “Sesso, bugie e videotape” di Soderbergh , dieci minuti più tardi eri talmente stordito da non sapere minimamente cosa stesse passando per il tuo nervo ottico, a parte che andava in onda qualcosa come “Gilda nel laboratorio dei Cannaruti”. La “loose tv” smise di andare in onda qualche mese dopo, qualcuno però ancora lavora a quel progetto.

    Mi chiedo come mai questa, che fu una delle poche idee intelligenti venute fuori in Italia, non fu mai sovvenzionata da anima viva." Maria Pia Cristaldi

    Videor l'emittente di poesia

    autori: VIDEORGoogle. Dog Movie.
    Postato il Sabato, 14 aprile 2007 di Videor l'emittente di poesia

    Videor (*) riprende le pubblicazioni. Fondata da Elio Pagliarani negli anni 80 la rivista in questi anni ha sperimentato, dopo l' homevideo, tutte le forme dell'edizione digitale che ora la rete veloce rende possibili all'indirizzo web videor.it

    Strutturata su un database redazionale che origina dall'archivio video della videorivista su cassetta l'iniziativa di Orazio Converso con la direzione di Elio Pagliarani propone dal punto di vista degli artisti e dei poeti le funzionalità di ogni emittente con le specifiche interazioni della telematica.

    Il processo mediatico s'ispira alla condivisione di testi, video, materiali sonori, immagini da parte dei suoi redattori e della community di riferimento con software e infrastrutture logistiche prodotte dal network di ricerca UniET e dal Consorzio Caspur.

    Una semplice interfaccia permette di seguire gli eventi artistici della poesia e di riprenderne i punti d'interesse, anche con altri e a distanza.

    Visitando videor.it in questi giorni è possibile seguire due manifestazioni romane, quella per Amelia Rosselli tenutasi in febbraio e questa di martedì 21 marzo 2006 a villa Poniatowski dedicata a Elio Pagliarani e all'uscita del suo libro “Tutte le poesie 1946-2005” curato da Andrea Cortellessa per i tipi di Garzanti.

    Info videor@gmail.com +39-06-5813301 videorlab

    (*) Videor

    Videor nasce nel 1988 ed è diretta da Elio Pagliarani con Nanni Balestrini, Corrado Costa, Vito Riviello e Adriano Spatola. Dopo aver pubblicato nove numeri della chiude in forma di videorivista dando luogo al progetto sperimentale di RomaOnLine Videor e la telematica nella rete civica romana del 1995 e successivamente all'emittente videor.com rigorosamente opensource, con il primo server multimediale resosi nel frattempo disponibile con le tecnologie realnetwork e la realizzazione crossmediale di loosetv, senti internet, lacab television, internet scene, margi in rete e su memorie ottiche.

    • Vedi

    • Vera e propria rivista poetica in formato video con riflessioni, interventi critici e teorici, inchieste e letture di versi recitati dagli stessi autori (...)
      Nico Garrone, La Repubblica,1998

    • Tuttavia, si arresta sulla soglia della poesia: si fa al possibile neutrale e discreto testimone dell'evento poetico, colto nel momento della lettura, della 'mise en scene' della parola (...) Carlo Terrosi del DAMS , 1988

    • La scelta linguistica che emerge ha qualcosa a che vedere con quel genere di videoarte che predilige 'i tempi illimitati', i tempi 'morti' come programmatica negazione del tempo 'scarso' profondamente sentito ed esibito dai consumi di massa
      Alberto Abruzzese, Espresso 1989.

    • Poesia che non invita, per citare Delfini, mentre Videor di fatto invita al canto, al riso, all'elaborazione, all'impegno di parola.
      Massimo Celani, Il verso che viene dal video, Il video che viene dal verso

    Videor su Adriano Spatola

    autori: [videor] il numero monografico su Adriano Spatola
    Postato il Venerdì, 15 giugno 2007 di editor



    Sapjane (Istria) nel 1941 - Sant'Ilario d'Enza (RE) nel 1988. Da Imola, nel 1957 si trasferisce a Bologna dove collabora alla rivista «Il Mulino» e con Luciano Anceschi al «Verri». A Bologna, Le pietre e gli dei (Tamari, 1961) e le riviste, «Bab Ilu», con C. Altarocca, V. Bini, A. Ceccarelli, C.M. Conti, e «Malebolge», con G. Celli, C. Costa, A. Porta, N. Scolari.
    Inoltre, L'ebreo negro (Scheiwiller, Milano, 1966); Majakovskiiiiiij (Geiger, Torino, 1971; The Red Hill Press, Los Angeles & Fairfax, 1975); Diversi accorgimenti (Geiger, 1975); Various Devices (The Red Hill Press, 1977); La composizione del testo (Cooperativa Scrittori, Milano, 1978); Cacciatore di mosche (I Telai del Bernini, Modena, 1980); La piegatura del foglio (Guida, Napoli, 1983); poesie visuali e concrete, Poesia da montare (Sampietro, Bologna, 1965); Zeroglifico (id., 1966; Geiger, 1975); Algoritmo (Geiger, 1968); Zeroglyphics (Red Hill Press, 1977); La panoplie (Manicle, Aix-en-Provence, 1983); Recenti zeroglifici (Il Punto, Velletri, 1985); il romanzo L'Oblò (Feltrinelli, Milano, 1964) e i saggi Verso la poesia totale (Rumma, Salerno, 1969; Paravia, Torino, 1978); Miroglio, qualcosa di metafisico (Geiger, 1970); Quadri ritratti miraggi di Francesco Guerrieri (id., 1971); Impaginazioni (Tam Tam, San Polo D'Enza, 1984); Il futurismo (Elle Emme, Milano, 1986).
    Roma, nella redazione di «Quindici»;Torino, nel 1968 le Edizioni Geiger a Torino. Con Giulia Niccolai, a Mulino di Bazzano nel 1971, la rivista «Tam Tam». Nel '79, terminato il sodalizio con la Niccolai, fonda e dirige «Baobab» (la prima audiorivista di poesia in Italia) e nel 1981 «Cervo Volante», poi diretta da A. Bonito Oliva ed E. Sanguineti.
    Esposizioni di poesia visuale e performances di poesia sonora.

    lunedì 8 marzo 2010

    Il dogma strutturalista della testualità

    Il dogma strutturalista della testualità in senso forte cede il passo al bombardamento ipertestuale a cui siamo continuamente esposti. Gerarchia, linearità, sequenzialità che consentono al lettore di rintracciare, rinvenire l’ ”imposizione” isotopica, non reggono più agli ampi scenari messi in atto dalle testualità multimediali e quindi multicodiche. T.H.Nelson negli anni sessanta diede una prima definizione di ipertesto come: “ Testo che si dirama e consente al lettore di scegliere; qualcosa che si fruisce al meglio su uno schermo interattivo”. Landow insiste sulla possibilità rintracciare senza vincoli il proprio centro di indagine.

    Roland Barthes nel suo splendido “Il piacere del testo” scardina l’imposizione della lettura lineare e suggerisce l’adozione di una lettura “anarchica”. Del resto capita un po’ a tutti rintracciare in un libro i passi che più ci interessano, cominciare a leggere dall’inizio o dalla fine, godere dell’assenza di un percorso obbligato. Non è un caso se il semiologo francese nasce nell’orizzonte strutturalista per poi inoltrarsi sui sentieri impervi e tortuosi del postmoderno.

    Jacques Derrida nell’analisi del concetto di struttura, mette in evidenza il fatto che il centro non è per nulla statico e predeterminato, ma piuttosto “dinamico” e continuamente rintracciabile. Se la ricerca del centro è opera continua del lettore, allora il concetto di testo in senso forte viene scardinato alla base. Non resta che lasciarsi trasportare da una continua deriva del significante, in una sorta di anarchismo metodologico che consente all’(iper)testo di prosperare. Il decostruzionismo è un metodo di interpretazione, molto utilizzato in letteratura, ma che ben si presta alla spiegazione dei vari modelli ipertestuali.

    Gerard Genette in “Palimpsesti” riconduce la nozione di ipertesto nella più ampia categoria della transtestualità. Ipertestualità indica la relazione fra un testo e un altro anteriore(ipotesto), che il primo modifica, elabora, estende. Genette rielabora le tesi di Bachtin e Kristeva sul problema dell’intertestualità. Il primo definisce dialogismo “la relazione necessaria di un enunciato con altri fra enunciati”, un rapporto che non è solo quello delle influenze riconoscibili, ma anche continuo processo di disseminazione.

    Anche per Julia Kristeva l’intertestualità, lungi dall’essere soltanto citazione e influenza, diventa trasposizione e rielaborazione di uno o più sistemi di segni in un altro. Come sostiene Maria Pia Pozzato, esiste un nucleo problematico comune fra la proliferazione testuale prevista da Genette e quella dell’informatica. È evidente allora che l’ intertestualità diventa ipertestualità nei nuovi ipertesti elettronici.


    Cristiano Testa in formato 30X30

    Tra chi scrive e i suoi editor c'è il momento atteso della verità sensibile, ci sono il dispiegamento del testo che sta per pubblicarsi, le letture decisive prima di quella pubblica che nel web è mutante ma sulla carta tra poco si fisserà per sempre.
    In questo Cristiano Testa in formato 30X30,preso tra Lara, Lorenza e il senior-editor, il corto circuito è breve perchè in esso è già sperimentato il disagio dello scrittore moderno: e si dichiara - il sogno di Vito Riviello di una scrittura non necessariamente in crisi cade come "davanti al primo venuto" che è l'"amato" di Amelia (Rosselli)(aut. cit. da videor.it).
    Una scrittura continuamente metaforica e citazionista mi sfibra! oddio, certo, ma per una scrittura incidentata com'è quella di Testa, il suo sarcasmo che Lorenza dice solo di emendare dell'espressione "volgare"(*) che risucchierebbe altrimenti tutto il testo, condivisa e accolta anche dall'entusiasmo decisivo di Lara che ne coglie al volo lo "sharing" evidente, eccita!
    - e noi siamo "contenti che ecciti a ira maggiore"

    (cit. Savonarola vs Pagliarani, ibidem videor.it).

    Alla comunicazione di flusso generalizzata - Marcuse direbbe ad una dimensione - di radio tv e giornali, non conta se indifferentemente generalisti o di nicchia,succede la redazione di flusso con il terminale interno che integra su di sè la rete dei punti sensibili. E la scrittura diretta trionfa.
    L'ira funesta del Pelide Testa è contenuta, non bellettritrica e castrata! ed il lettore è graziato: grazia del Testo-Testa, sarcasmi domati, arie fuoriuscite dai talk di redazione, concerto del "life sharing mode".


    (*)(Nota dell'autore) L'espressione "Molti di voi sicuramente avranno un padre o – peggio! - una madre che caca la minchia per l'utilizzo esagerato del computer e di internet" è stata sostituita da: "Molti di voi sicuramente avranno un padre o – peggio! - una madre che stressa per l'utilizzo esagerato del computer e di internet"


    Festival delle invasioni presentazione del numero uno di 30x30 TRENTAPERTRENTA quadrato in formato periodico Lunedì 16 luglio ore 19:00 Villa Vecchia – Cosenza

    30x30 is back. Dopo il numero zero uscito nel gennaio 2007, ecco il numero uno che sarà presentato Lunedì 16 luglio alle 19 presso la Villa Vecchia all’interno dello spazio dedicato all’editoria del Festival delle Invasioni.

    In questo numero dedicato al tema del baratto/scambio i lettori troveranno un ampio dossier dedicato all’Odin Teatret con scritti di Eugenio Barba e Julia Varley, per la prima volta tradotti in Italia, e numerosi contributi dal mondo del teatro.

    Molte le firme che troverete tra le pagine e le immagini di 30X30 nelle rubriche che occupano l’altra metà della rivista e hanno nomi evocativi che traggono ispirazione dalla produzione artistica del Centro R.A.T. tematizzano il concetto di scambio. Dal corpo come mostro fatto di pezzi intercambiabili tra show televisivi e telefilm, allo scambio dei corpi e all’invasione degli ultracorpi nel cinema. Dall’importanza dello scambio nei giochi dei bambini, alla messa in discussione della propria identità. Dallo scambio di questa identità nei giochi di ruolo, all’interpretazione di personaggi tra scrittura, gioco e finzione. Dalla scrittura intermediale al life sharing del web, alle licenze creative commons e l’editoria indipendente. Dai viaggi in Turchia luogo di incontro e scambio fra culture ai viaggi attraverso le nuvole piene di parole dei fumetti con il tratto di Dark0.

    La copertina ancora una volta è stata affidata ad un artista: questa volta è il turno di Salvatore Anelli. E per finire il tutto tenuto insieme da foto e una grafica avvincente e ricca di suggestione che modella l’originale formato di 30X30.

    Il numero uno di 30X30 sarà in vendita presso lo stand del Teatro dell’Acquario per tutta la durata del Festival delle Invasioni e sarà in edicola in allegato al Quotidiano della Calabria.


    LA STORIA La rivista nasce in occasione del trentesimo anno dalla fondazione del Centro R.A.T. di Cosenza. Una ricorrenza importante, che doveva essere suggellata con l’uscita di una pubblicazione. La genesi di 30X30 quindi ha radici nel teatro e ha come scopo di avvicinare persone intellettualmente curiose a questo universo che non rappresenta un ambito elitario. Lo scopo della rivista è far capire, attraverso delle incursioni nel mondo del cinema, dei fumetti, della musica, che l’arte, come il sapere, non è settoriale e costituito da compartimenti stagni ma, al contrario, per esistere deve liberarsi ed essere partecipe di una effettiva commistione di generi.

    Ecco quindi il motivo di un contenitore, quadrato, che abbia la doppia valenza di avvicinare le persone che già con il teatro hanno avuto a che fare ad altre forme artistiche e culturali e, viceversa, far convivere all’interno della rivista diversi campi cercando di aprire nuovi orizzonti.

    COM’È FATTO 30X30 Una metà di 30x30 parla di teatro. Squisitamente di teatro. Ogni numero ospita un dossier su un tema teatrale. Il dossier è corredato da interviste, fotografie e testi inediti, illustrazioni ed è un ottimo strumento di ricerca per le persone che vogliono avvicinarsi al teatro senza rischiare di sentirsi impreparati e allo stesso tempo, sarà veicolo informativo per gli “addetti ai lavori”. L’altra metà della rivista è occupata da sette rubriche hanno nomi che si ispirano alla produzione artistica del Centro R.A.T. nel corso dei suoi trent’anni di attività. Così ad esempio: Il ventre della bestia si occuperà dell’aspetto più morboso della conoscenza, Dell’Utopia mancante invece getterà uno sguardo al futuro; al contrario Dentro, parlerà delle tendenze e dei percorsi che oggi stiamo tracciando. A corollario di 30x30 c’è uno spazio dedicato agli appuntamenti teatrali, e non solo.

    PROGETTI La rivista presto sarà supportata da un sito che conterrà tutto il dibattito sugli argomenti trattati e permetterà ai lettori di avere un contatto diretto con la redazione attraverso i forum di discussione e contenuti multimediali scaricabili.

    Il verso del video

    POESIA di Alberto Abruzzese
    Il verso del video
    E' un esperimento interessante. Può essere l'inizio di un piccolo mercato "lirico" per chi possiede videoregistratori o lettori. Sono uscite le prime due cassette ("Videor", videorivista di poesia diretta da Elio Pagliarani) in cui poeti come Balestrini, Costa, Riviello, Spatola e molti altri si sono raccolti intorno ad una iniziativa (La Camera Blue di Roma) volta a proporre l'intrusione dell' 'immagine della voce" nella comunicazione televisiva.
    La scelta linguistica che emerge ha qualcosa a che vedere con quel genere di videoarte che predilige i. "tempi illimitati " i "tempi morti" come programmatica negazione critica del tempo "scarso" profondamente sentito ed esibito dai consumi di massa.
    In sostanza "Videor" si rivolge a un pubblico di "simili", usa il video come salotto, al massimo una piazza; anzi "piazzetta" per letture e conversazioni sulla poesia e sui poeti (sempre più "opera" essi stessi).
    Nel ricorso a corpi e parole, private di ogni "decorazione" e di ogni "sceneggiatura", "Videor" ha da vendere non solo l'esibizione di una tradizione in pericolo (e magari di una "subcultura" accecata da un mondo per lei non più comprensibile), ma anche l'attrattiva di un linguaggio pieno di "vuoti","disperso", "disperato", che può incuriosire, ipnotizzare il pubblico dei non-iniziati (un poco come le aste televisive notturne "rapiscono" anche chi non vuole comprare...). Ma può anche funzionare da "'scuola", da "tirocinio" per i poeti stessi, se resi insoddisfatti dall'uso del video come puro e semplice specchio in cui riflettersi, perché costretti comunque dal mezzo audiovisivo a confrontarsi con ritmi e sostanze diverse, a ragionare con l'epoca dell'elettronica non dall'esterno ma, volenti o nolenti, sapienti o incoscienti, dall'interno. Nel suo "gorgo"..."naufragio" o "zattera" che sia .

    VIDEOR, a cura di Elio Pagliarani.
    La Camera B/ue, lire 30 mila, nelle Librerie Feltrinelli L' Espresso 9 aprile 1989

    Nota: videoeditor Orazio Converso

    Alfredo Giuliani / MySpace

    Alfredo Giuliani
    L'antologia dei Novissimi nelle edizioni del Verri



    [ Tratto da MY SPACE TV - videorlab | Aggiungi il video al tuo profilo su MySpace ]

    Jenny Holzer a Castel Sant'Angelo

    holzer_sangelo
    Roma
    03/gen/2004 di Stefano
    http://picasaweb.google.com/stefano.converso/Holzer_sangelo#slideshow

    Cos'ha il mio cuore

    Cos'ha il mio cuore che batte sì soavemente

    ed egli fa disperato, ei

    più duri sondaggi? tu Quelle

    scolanze che vi imprissi pr'ia ch'eo

    si turmintussi sì

    fieramente, tutti gli sono dispariti! O sei miei

    conigli correnti peri nervu ei per

    brimosi canali dei la mia linfa (o vita!)

    non stoppano, allora sì, c'io, my

    ivvicyno allae mortae! In tutta schiellezze mia anima

    tu ponigli rimedio, t'imbraccio, tu, -

    trova queia Parola Soave, tu ritorna

    alla compresa favella che fa sì che l'amore resta.

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