mercoledì 2 giugno 2010

la distrazione, compatta e diffusa

1. "(...) Quando si fa un mestiere che si fonda sulla capacità personale di ottenere e mantenere attenzione, la distrazione, compatta e diffusa com'è a livello planetario, è precisamente la condizione ostile contro la quale si è chiamati a combattere. La distrazione, alla quale mi capita spesso di pensare come a un fortissimo rumore di fondo, è la barriera attraverso la
quale lo scrittore, il pittore, il musicista e il pensatore devono aprirsi un varco. La distrazione è il confine entro il quale opera il difficile tentativo di indurre gli altri a prestare attenzione all'essenziale, nel momento in cui questa attenzione è sollecitata da ogni parte. Uno scrittore,
dunque, si trova a competere non tanto con altri scrittori quanto con tutti i grandi poteri politici e sociali, ciascuno dei quali reclama incessantemente una porzione della nostra mente (...)"

2. "(...)la poesia nasce da "un'emozione ricreata in tranquillità". Ma in questo vasto terreno comune di turbolenza la mente è obbligata a volare molto lontano per poter trovare un posto davvero tranquillo dove fermarsi.
L'emozione diviene instabile, là dove la distrazione è così diffusa. (...)"

3. "(...) I media, con la loro misteriosa tecnologia, possono fare ben poco per insegnarci a leggere nei fatti. Fanno parte anch'essi dell'eccitazione che generano. Non sono in grado di fare luce sulle enormità che riferiscono.
(...) Noi non siamo stimolati o incoraggiati a trarre da essi alcun significato, e non possiamo aspettarci che i media educhino il pubblico seguendo fino in fondo gli sviluppi di queste vicende. (...)"

4. "(...) Non spetta a scrittori o pittori salvare la civiltà, ed è uno sciocco errore il supporre che essi possano o debbano fare alcunché di diverso da ciò che riesce loro meglio di ogni altra cosa. Il marinaio impedisce all'invitato di farsi distrarre dal matrimonio. Lo costringe a fermarsi con lo scintillio del suo sguardo. L'invitato alle nozze ascolta, pur controvoglia, e quando il mattino dopo si sveglierà sarà un uomo più triste e più saggio. Ecco un efficace paradigma del potere del poeta. Lo scrittore non può fermare nel cielo il sole della distrazione, né dividere i suoi mari, né colpire la roccia finché ne zampilli acqua. Può però, in determinati casi, interporsi tra i folli distratti e le loro distrazioni, e può farlo spalancando un altro mondo davanti ai loro occhi; perché compito dell'arte è la creazione di un nuovo mondo."

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