venerdì 25 ottobre 2013
mercoledì 23 ottobre 2013
mercoledì 16 ottobre 2013
mercoledì 9 ottobre 2013
[biblioteca] il dono del'inesauribilità
[OCR] io sostengo che in ogni attività intellettuale e più importante tornare su poche cose che incontrarne continuamente di nuove..., le poche cose devono avere il dono dell'inesauribilità... non che sia semplice... certo non è che uno inizia la propria vita e si fa un indice dei libri da scegliere. Sono incontri casuali.., del resto, voglio dire, la vita è tutta una serie di circostanze fortuite aiutate naturalmente dall’istinto. Alle volte si mette la mano su un libro giusto al momento giusto. Si dice è fortuna, probabilmente é fiuto, istinto, qualcosa d'altro..., io sono nato in una casa nella quale c’erano molti libri per l’epoca. L’Italia é un paese, soprattutto l’Italia del Sud... se in una casa c’erano tre o quattro libri erano anche troppi. In casa nostra avevamo una biblioteca di circa tremila libri, in gran parte magari inutili, però. Mio padre era medico, però questi libri si erano formati nel tempo... c’era anche un settore letterario, atlanti, libri di architettura quasi nessuno. Ecco, in questo scaffale alle mie spalle ho uno dei libri presi dalla biblioteca di Lauro. E, credo, la prima edizione dell’opera completa di Leopardi, un libro che mi accompagna costantemente. Uno di quei libri che hanno quel cdono dell'inesauribilità... è strano: pur non potendo sostenere che la letteratura possa essere di qualche aiuto all’architettura, perché [leggi tutto]19
martedì 8 ottobre 2013
Francesco Venezia ‘Ncopp ’o Vommero..
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Guardi, Napoli a me è sempre apparsa... nel modo in cui si denotano, si designano le grandi parti della città da parte del popolo, nella tradizione popolare, mi é sempre sembrata come un grandissimo corpo... mi ha sempre colpito, ad esempio, il fatto che, nella tradizione popolare, il muoversi dentro Napoli e indicato dall'uso di preposizioni particolari. Per esempio in molte città si dice piazza, via, largo. Invece qui si dice dentro, fuori, ’ncopp, abbascio. C’è sempre questa idea del rnuoversi su un corpo. Come lei sa, in dialetto si dice ‘for ’a Caracciolo’, non si dice ‘a via Caracciolo’.
‘Ncopp ’o Vommero..
‘Abbascio ’a Sanità, e cosi via. Questo e importantissimo. Sembra una sciocchezza, ma nell'immaginario popolare Napoli é un luogo dove il muoversi non è legato ad una toponomastica di tipo napoleonico, con strade, numeri civici, ma cornporta appunto il prendere una posizione rispetto al corpo... si fanno dei gesti,
delle mosse che esprimono proprio questo rapporto con un corpo.
Un rapporta fisico.
Si, fisico, fisico. Uscire, entrare, scendere, salire: non e solo il ìsuperare un dislivello, perché ci sono altre citta dove questo aviene, ma si da sempre l’indirizzo, si dice vado a...
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Guardi, Napoli a me è sempre apparsa... nel modo in cui si denotano, si designano le grandi parti della città da parte del popolo, nella tradizione popolare, mi é sempre sembrata come un grandissimo corpo... mi ha sempre colpito, ad esempio, il fatto che, nella tradizione popolare, il muoversi dentro Napoli e indicato dall'uso di preposizioni particolari. Per esempio in molte città si dice piazza, via, largo. Invece qui si dice dentro, fuori, ’ncopp, abbascio. C’è sempre questa idea del rnuoversi su un corpo. Come lei sa, in dialetto si dice ‘for ’a Caracciolo’, non si dice ‘a via Caracciolo’.
‘Ncopp ’o Vommero..
‘Abbascio ’a Sanità, e cosi via. Questo e importantissimo. Sembra una sciocchezza, ma nell'immaginario popolare Napoli é un luogo dove il muoversi non è legato ad una toponomastica di tipo napoleonico, con strade, numeri civici, ma cornporta appunto il prendere una posizione rispetto al corpo... si fanno dei gesti,
delle mosse che esprimono proprio questo rapporto con un corpo.
Un rapporta fisico.
Si, fisico, fisico. Uscire, entrare, scendere, salire: non e solo il ìsuperare un dislivello, perché ci sono altre citta dove questo aviene, ma si da sempre l’indirizzo, si dice vado a...
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Vede, l'identità di Napoli è basata fondamentalmente su una straordinaria armonia tra geografia naturale e geografia costruita, Napoli ha questo di straordinario. Tante città hanno il mare, ma il mare a Napoli ha un rapporto di compenetrazione con la parte artificiale della città, è questo il fatto straordinario. Lei sa che in architettura è affascinante quando io posso vedere da uno spazio interno un alro spazio interno attraverso uno spazio esterno. Questo si ottiene solitamente con una forma ad esedra. Io, stando nell’interno di un edificio, vedo l’altra persona al di là di una finestra, ma attraverso uno spazio esterno. Ecco, a Napoli questo meccanismo, che in arhitettura é molto fruttuoso, coincide con la forma stessa della cità. Io ho sempre la possibilità di guardare... e quello che avviene anche nelle città di fiume, che sono bellissime perché ho sempre la possibilità di mirare una parte della città dall’altra sponda, con il collegamento dei ponti. Napoli è una citta di mare con un golfo immenso, perché il golfo di Napoli e immenso... ma questo rapporto è continuarnente attivato, attivato qui, attivato anche ai Campi Flegrei, basta vedere la sequenza di Capo Miseno, Procida, Ischia. Questa mi sembra la vera peculiarita di Napoli.
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