giovedì 10 luglio 2014

Dimenticare il futuro

* Caro, carissimo Cavallo, ho voglia di veder pubblicata la poesia Dimenticare il futuro - apparsa in una edizione reggioemiliana a supporto di un`opera grafiìca del pittore Bruno Olivi, per il centro arte Aranco (edizione Effe - 1983). Circa un secolo fa, dunque, cosi come stanno le cose.

Non ho ancora capita cosa abbia spinto nel loro entusiasmo industriale, progressista, disumanista le generazioni che ci stanno alle spalle, sulle spalle, a gravarsi continuamente di futuro (fuluro prossimo. futuro remoto, mai futuro anteriore); cito: piani quinquennali. piani decennali, mutui ventennali, buoni del tesoro trentennali, trattamenti pensionistici trattati in punto di morte, lasciti di ossa, di mummie, etc. Un giorno slavo seduto per terra e pensavo che si é combattuta non so che guerra, ci sono stati interventi armati, repressioni, condanne e fucilazioni in nome delle generazioni future. Bimbi paffuti sono stati accarezzati, gli hanno fatto ganascino,gli  hanno fatto solletico sotto il mento - dittatori, cardinali, generali prossimi al congedo. Hanno perfino abbracciato la vedova di mio padre, in fila per abbracciarla. I sacrifici di oggi allora non sarebbero stati vani. 
 E io - seduto per terra - pensavo che quel futuro ero io.Guerre incomprensibili erano state sostenute per me. Lotte di potere senza esclusioni di colpi. E adesso nel mercato, ero io - tutti noi - a correre a destra e sinistra, speculare i più e rubacchiare i meno. 
 Figli remoti del sacrificio scippano , borseggiano, truffano sotto monumenti illuminati di sconosciuti eroi.

 Gomitoli di froci sotto il cavaliere di bronzo che sta snudando la spada. Senza contare i mediatori in crocchio, spacciatori in disparte che sono sotto niente dei monumenti già eretti agli eroi cancellati per ripicca dall'elenco. Il monumento del disertore, alle spie di guerra e di pace, alla donna emiliana che ha fatto i cappelletti agli aviatori dispersi. 
E i piani quinquennali e decennali, rimasti senza monumento? FAlliti alle reciproce scadenze? Il monumento al mutuo non estinto? Alla cambiale a babbo morto, mai onorata e pluriprotestata? Silenzio. Secoli interi fuggono come paseri se li rincorre un bimbo. 
So che era difficile scrivere nel 1983, agli aranci, che due o tre o quattro comunismi sarebbero fuggiti come passeri, spaventati da un gesto o senza gesto, nemmeno la corsa di un bambino. Non era difficile intuirlo guardando proprio a noi con l'occhio di chi aspettava di vederci nascere.


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