Natalia Ginzburg ]
Giuseppe Girimonti Greco ecco la parte più bella di uno dei lavori che Mariolina ha dedicato a Ginzburg traduttrice di P.
... Ma in realtà la traduzione di Natalia Ginzburg non è una reliquia, è una cosa viva e come tale merita di essere studiata e frequentata. La sua lingua colloquiale, asciutta, modernissima, prossima al parlato, anticipa la lingua dei dialoghi di Lessico famigliare. Vediamone due esempi, confrontando la traduzione di Natalia Ginzburg con quella di Giovanni Raboni:
Giuseppe Girimonti Greco ecco la parte più bella di uno dei lavori che Mariolina ha dedicato a Ginzburg traduttrice di P.
... Ma in realtà la traduzione di Natalia Ginzburg non è una reliquia, è una cosa viva e come tale merita di essere studiata e frequentata. La sua lingua colloquiale, asciutta, modernissima, prossima al parlato, anticipa la lingua dei dialoghi di Lessico famigliare. Vediamone due esempi, confrontando la traduzione di Natalia Ginzburg con quella di Giovanni Raboni:
"On ne pouvait pas remercier mon père ."
Raboni: "Non si poteva ringraziare mio padre."
Ginzburg: "Mio padre, non era possibile dirgli grazie."
Raboni: "Non si poteva ringraziare mio padre."
Ginzburg: "Mio padre, non era possibile dirgli grazie."
Meno fedele di Raboni nella costruzione, con l'anacoluto che apre la frase Natalia Ginzburg rende straordinariamente la componente di oralità della scrittura proustiana.
"Moi je sais bien que cela me serait très désagréable de voir mon nom imprimé tout vif comme cela dans le journal..."
Raboni:"Io sono sicura (è una prozia del narratore che parla) che mi riuscirebbe molto sgradevole vedere il mio nome spiattellato così sul giornale..."
Ginzburg: "Io se vedessi il mio nome stampato bello caldo così sul giornale, sarei molto seccata."
Raboni:"Io sono sicura (è una prozia del narratore che parla) che mi riuscirebbe molto sgradevole vedere il mio nome spiattellato così sul giornale..."
Ginzburg: "Io se vedessi il mio nome stampato bello caldo così sul giornale, sarei molto seccata."
E' davvero la naturalezza di “Lessico famigliare” che irrompe nel mondo di Proust. Lo comprese molto bene Giacomo Debenedetti, che del Proust tradotto da Natalia Ginzburg riassunse la modernità in una citazione con la quale vorrei concludere:
"Il connotato proustiano che la Ginzburg sembra aver voluto - consapevolmente, o no - cogliere con più coerenza, è forse quello a cui Proust deve la simpatia umana che egli esercita, la sua facoltà di non sopraffarci mai, anzi di farsi sentire vicino, confidenziale, fraterno, dovunque spinga - magari a un estremo che, a prima vista, potrebbe parere troppo sottile, prolisso, insaziato e farraginoso - la sua ricerca. Ed è il suo modo di continuamente "sliricare" un discorso che pure tocca di continuo, per tangenze luminosissime, di un radioso fulgore musicale, cantante e a volte perfino canoro - la sfera di una massima tensione lirica."
Mariolina Bertini
Mariolina Bertini
Nessun commento:
Posta un commento