martedì 2 novembre 2010

Si era profondamente addormentata

La complicità finisce per rivelarsi, in uno di quegli slittamenti peculiari al simbolico, un’identità. Poche pagine oltre il corpo di Gretta, desiderato con violenza da Gabriel, verrà definito «musical and strange and perfumed». Ascoltare, vuol dire trasformarsi in ciò che si ascolta, condividerne in qualche maniera il destino, aggirando la barriera dell’identità. Per questo il corpo di Gretta è musicale.
«musical and strange and perfumed» /emanuele-trevi-su-i-morti-di-james-joyce/
È nel tempo del viaggio, dove c’è chi muore giovane sotto la finestra dell’amata e chi invece campa molto a lungo, scrivendo recensioni di libri di poesia, dividendo tranquillamente il letto con la stessa donna per la quale l’altro è morto, che la virtù di giustizia, come ogni altra virtù, è sottomessa a un rischio di fallimento.
La sproporzione fra i destini è tale che si rischia di rimanere accecati, di costruire un mondo che assomiglia solo alla propria profonda ignoranza – un mondo senza luce e senza bellezza, com’è quasi sempre quello degli intellettuali come Gabriel, degli uomini che scrivono di poesia sulle gazzette senza mai sospettare nemmeno l’esistenza di ragazzi capaci di morire fieramente d’amore e di pioggia.
Solo il racconto (non la «letteratura», che non esiste, che non ha nessuna importanza, ma la fatica e la trepidazione del raccontare) può ridonare dignità all’esistenza offesa da un’ingiustizia così enorme.

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