Geberto Homo Novus
*Costantino Sigismondi *Flavio Nuvolone *Paolo Rossi
[reporter Stefano Converso]
conferenza stampa sull'evento Gerbertus Homo Novus
presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Roma, Piazza della Repubblica
Giovedi' 6 dicembre ore 14:30, visita della grande meridiana astronomica del 1702
e refreshments a seguire.
In allegato la locandina del convegno/concerto del 7 dicembre
Gerberto come homo novus e antiquus
Gerbert’s origins represent a much debated topic, both “modest” and not insignificant. The reader
will find hereinafter the collection and analysis of the elements and some directions for a balanced
solution. Adhemar’s note has been put back in its controversial context, the biographical components
about Gerbert have been compared with his freedom, his actions and statements. One answer to this
question is a roundabout modest aristocratic origin: a natural child of the family of the Viscounts of
Carlat, placed in the religious life and treated with customary consideration. Being both self-critical and
demanding, Gerbert who had some privileges, had relativized his origins, which were corresponding
to a private conflicting issue, considering them insignificant as compared with those of the important
persons to whom he was close. Hence the following turn of phrase defining himself as «a pauper and
an exile without lineage and penniless» (Ep. 217). This contributed towards the shaping of the original
image of a shepherd boy with exceptional skills.
Costantino Sigismondi
Tubi astronomici ed acustici al tempo di Gerberto; Gerberto sul web
La prima rappresentazione di un tubo, che ricorda il telescopio di Galileo, è proprio su un manoscritto
del XII secolo che riguarda Gerberto. Al suo tempo, prima del 980, Gerberto precorre Alhazen di oltre
40 anni nell’uso di tubi in astronomia e, contemporaneamente, scrive un trattato sulla misura delle
canne d’organo, collocandosi tra i caposaldi della storia della musica dell’alto medioevo.
Cesare Barbieri
Da Reims alla scuola Galileiana, un’esperienza formativa interdisciplinare di eccellenza
La Scuola Galileiana dell'Università di Padova è nata nell'intento di selezionare i migliori studenti
italiani e di seguirli per tutto il loro percorso formativo attraverso i corsi di laurea triennali e magistrali.
L'intento principale è di fornire stimoli per una completa maturazione delle loro capacità sia
professionali che civiche. Nella relazione verrano esposti i risultati conseguiti nei primi 8 anni di
funzionamento della Scuola.
Jorge Nuno Silva
Gerbert and Arithmetics
We will briefly survey some connections between Gerbert's work and the science of numbers.
Laura C. Paladino
La Fede di Gerberto
L’elezione a successore di Pietro di Gerberto avvenne quando nessuno avrebbe mai potuto
immaginarselo. La sua posizione di arcivescovo senza cattedra era stata sanata con l’attribuzione di
Ravenna da parte di Gregorio V solo nel 998. La vicenda del sinodo di Saint Basle aveva portato al
rischio di uno scisma tra la chiesa d’oltralpe e Roma, ma Gerberto si ritiro’ di buon ordine di fronte alla
decisione di Roma di non ratificare la deposizione canonica di Arnolfo di Reims. Non è certo questione
di opportunismo la scelta di Gerberto, ma di obbedienza della Fede.
Paolo Rossi
Gerberto e Pitagora
Nel calcolo dell’area di un triangolo equilatero entra la conoscenza del teorema di Pitagora, e la
capacità di calcolare i numeri irrazionali con un’approssimazione decimale buona.
A Gerberto era noto sia il teorema che l’algoritmo per il calcolo, e scelse di utilizzare la terna di numeri
interi che desse il risultato più vicino alla realtà entro l’un percento.
Si tratta di un ragionamento molto vicino al moderno modo di pensare scientifico.
Stefano Carciofalo Parisse
Dalla tastiera ben temperata alla dodecafonia, ricordando la mensura fistularum di Gerberto
“Non c’è il più piccolo, tra gli astri che tu vedi, che nel suo moto non canti come un angelo sempre
intonandosi ai cherubini dai celesti occhi” W.Schakespeare, Il mercante di venezia, atto V,scena I.
L’arte contrappuntistica e l’armonia bachiane si aprono ad implicazioni e significati posti ben oltre
una mera, autoreferenziale ricerca estetica, rappresentando per il compositore di Eisenach lo
strumento col quale sondare la struttura del creato e scrutare l’immagine del suo Artefice, quasi a
voler riproporre l’antica concezione pitagorica dell’armonia del mondo, che in rinnovate declinazioni,
circolò peraltro nella sua epoca. “Das wohltemperierte klavier” rappresenta l’esaustiva dimostrazione
della validità del temperamento di Werkmeister in relazione al problema dell’esecuzione di brani
scritti in tutte le tonalità su stumenti ad accordatura fissa, permettendo di non dover più intervenire
con correttivi all’intonazione, nel passaggio verso alcune tonalità in particolare. Se l’accordatura
pitagorica è qui superata, Pitagora rientra tuttavia nelle geometrie speculativo-compositive che non
mancano di ricorrere, all’occorrenza, al sapere antico, l’”Ars combinatoria” sviluppata dai compositori
fiamminghi nelle sapienti formule imitative con cui il piccolo motto di un inciso tematico può dar corpo
ad imponenti architetture musicali . Questo è il nucleo della ricerca bachiana, come testimoniato in
particolare nella fuga seconda BWV 871, ma il testimone si trasmette in un ciclo di corsi e ricorsi storici
ai compositori della scuola viennese del ‘900 che, pur in una mutata temperie culturale nonché storica,
rivolgono uno sguardo al medioevo per proiettarsi nel futuro. Se il rapporto dell’uomo con la storia, il
creato, la fede, scivola nell’intimo, quando non nelle pliche e nei conflitti dell’inconscio, questo viene ..
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