mercoledì 11 luglio 2012

un’epoca ripugnante


  • il fatto che un piccolo gruppo di intellettuali marginalissimi, poveri e senza lavoro, guidati da un uomo che aveva “in gran dispitto” il mondo intero, fosse stato l’unico in consonanza col più grande sciopero selvaggio della storia, diede a Debord un credito straordinario investendolo di un ruolo quasi profetico. Anche nei momenti di maggiore entusiasmo Debord conservò infatti nel maggio una straordinaria lucidità di giudizio storico.

    Il 15 maggio egli vede tre possibili sviluppi in ordine di probabilità decrescente: l’esaurimento spontaneo del movimento, la repressione e la rivoluzione sociale.
    Il 22 maggio ritiene che la soluzione più probabile della crisi sia la smobilitazione degli operai, patteggiata tra il gollismo e la C.G.T. sulla base di vantaggi economici.

    Nelle conversazioni avute nel luglio del ‘68 a Bruxelles io rimasi fortemente impressionato dal fatto che egli considerasse l’invasione russa come la soluzione più probabile della crisi cecoslovacca, cosa che puntualmente si verificò nel mese successivo destando un enorme stupore e scandalo soprattutto negli ambienti della sinistra.

    Il suo silenzio sugli avvenimenti storici degli anni Settanta ed Ottanta fu interpretato da me come un giudizio negativo nei confronti di un’epoca che egli in effetti definirà come “ripugnante” (1989, 4).


    Il suo silenzio sugli avvenimenti storici degli anni Settanta ed Ottanta fu interpretato da me come un giudizio negativo nei confronti di un’epoca che egli in effetti definirà come “ripugnante” (1989, 4).


    Ma il suo “grande stile” si manifesterà ancora una volta con un colpo da maestro: come La società dello spettacolo fu pubblicata l’anno prima del Sessantotto, così i Commentari alla società dello spettacolo (1988) che segnano il suo ritorno alla grande teoria politica, precedono di poco il crollo del muro di Berlino e la fine dell’Unione Sovietica.
    Così egli rinnova per gli anni successivi all’Ottantanove il suo ruolo di “maestro occulto” della sovversione.
  • Orazio Converso Debord e il suo genio poetico. Con cautela, mi raccomando. L'arte chiede sacrifici umani.
    Più di cento anni fa il 'Nuovo dizionario dei sinonimi francesi' di Sardou definiva le sfumature che bisogna cogliere tra: fallacieux, tropeur, séducteur, imposteur, insidieux, captieux; e che insieme costituiscono oggigiorno una sorta di tavolozza dei colori che si confanno a un ritratto della società dello spettacolo.
  • Fallace, dal latino fallaciosus, abile o abituato ad ingannare, pieno di ipocrisia: la desinenza di questo aggettivo equivale al superlativo di ingannevole. Ciò che inganna o induce in errore in qualsiasi modo è ingannevole. Ciò che imngann...See More

    Fallace, dal latino fallaciosus, abile o abituato ad ingannare, pieno di ipocrisia: la desinenza di questo aggettivo equivale al superlativo di ingannevole. Ciò che inganna o induce in errore in qualsiasi modo è ingannevole. Ciò che imngann...See More

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