venerdì 29 ottobre 2010

Fofi / Bene e le telecamerine dell'editor

un accuratissimo profilo di goffredo fofi e di carmelo bene nel racconto dello stesso fofi [2005, 14 maggio, Villa Pamphili, Roma]

lunedì 25 ottobre 2010

echi

Chi, cosa vi ricorda?

Gianluca Nicoletti: "Stiamo lavorando alla creazione di un “Twitter vocale” che dovrebbe rappresentare la sintesi tecnologica di quell’ibrido tra radio e rete che vado inseguendo da anni. 

Penso che ormai l’umanità intera sia dotata di una protesi emozionale perfettamente e idealmente inserita nel proprio apparato relazionale. Questa è il telefono cellulare, ce l’hanno tutti, dal presidente degli Stati Uniti all’aborigeno australiano, passando per ogni periferia, borgata, quartiere alto, paese, villaggio ecc. La stessa periferica che si portano idealmente inserita nella loro scheda madre organica quelli che abitano i palazzi del potere, ogni luogo di delizie, tristezze, paranoie o saggezze. Alla luce di questi anni di esperienza radiofonica, sono convinto che sia molto più razionale portare le persone ad accedere alla rete attraverso la tecnologia con cui hanno maggiore familiarità, ancora prima di pensare device più raffinati per scrivere, inviare dati, trasmettere multimedia. Chiunque abbia un telefono può entrare in rete, esistere e persistere oltre il logorio dell’evanescenza. Chi ha voglia di parlare dovrebbe essere messo nelle condizioni di poter dire quello che reputa importante, saggio, futile o utile, ma ancor più di poterlo affidare alla memoria perenne di un archivio fruibile da chiunque altro. Il desiderio di rendere epici attimi della propria esistenza dovrebbe essere un piacere accessibile a tutti. Non è giusto che la “smanettologia”, intesa come capacità di operare fisicamente sulle macchine per comunicare, sia la sola virtù che stabilisca la gerarchia del pensiero in rete. Occorre che si ripristinino scale di valori oggettivi e per questo va necessariamente svincolata la capacità di elaborare riflessioni di reale interesse dal livello di attitudine a trasferirle sul web.

La protesi vocale che sto realizzando, con il supporto tecnico di uno spinoff di ingegneri dell’università della Calabria, dovrebbe essere un medium individuale a impatto mentale zero, che permette una pubblicazione immediata di messaggi vocali in internet.


 


Maneggiando con disinvoltura il concetto di radio, si può ripensare a modalità di comunicazione in rete orientate a una gestione di contenuti audio o meglio Acms (Audio Content Management System) su web. Non si inventa nulla, ma si lavora sulle stesse tecniche di gestione dei contenuti alla base di molti servizi già esistenti come portali, blog, social network, ma si vorrebbe tentare di dare maggior dignità al contenuto audio rispetto a quanto finora immaginato come la parte sonora di un video. Un semplice telefono a toni può essere la porta d’ingresso al web-cloud. Per il numero di telefono da associare alla nostra “porta” un provider VoIP con accesso Sip/Iax si trova anche gratis. Con un po’ di lavoro di integrazione si possono facilmente convertire le telefonate in mp3 fruibili online. E poi si può “taggare” il nostro file audio con i dati temporali e l’ID del chiamante, che serve anche come autenticazione per verificare chi sia abilitato a “postare” un messaggio. Una volta catturato e “trattato” il nostro stream vocale, questo può essere usato per generare podcast o darli in pasto ad altri script per la pubblicazione su web. Una prima sperimentazione è stata predisporre una bacheca audio sulla quale un numero limitato di utenti poteva raccontare le proprie “epiche quotidiane”. Un unico numero VoIP è stato condiviso tra quattro “narratrici epiche” che il sistema identifica, tagga e ordina. Le narratrici sono state selezionate tra quelle, numerosissime, che si erano proposte come cavie rispondendo a una chiamata su Facebook. Sono donne, perché penso più capaci di lasciarsi andare nel racconto della loro vita quotidiana. Abbiamo detto a tutte di usare questa macchinetta come il block notes vocale dei loro pensieri immediati. Non devono preparare nulla, non devono accendere nulla, non devono collegarsi a una rete. Quando vogliono comunicare un pensiero lo raccontano al telefono e questo compare come un cambio di status su Facebook o un cinguettio su Twitter. La parte web visibile a tutti è solo un piccolo snippet da poter innestare su qualsiasi portale, blog o social network: noi l’abbiamo infilato per ora su Blogspot e su Facebook.

Altro esempio di applicazione possibile è un blog vocale a tutti gli effetti, con distinzione tra blogger, che definisce e pubblica i post, e gli altri utenti che commentano. Anche qui il tag temporale ci aiuta a predisporre in automatico la scaletta degli ultimi tre/cinque/nove post che un utente, sempre tramite un semplice telefono, può ascoltare senza web, selezionare e commentare vocalmente.




Se il tag temporale combinato col tag autore è ancora poco, si può pensare di integrare un Asr (Automatic Speech Recognition) di ultima generazione per aumentare l’interazione e taggare con termini specifici sia i post che i commenti. Però a questo punto si dovrebbe uscire dalla felice fase artigianale e collaborativa perché non si potrebbe più continuare, come finora fatto, a integrare l’applicazione con software open-source. Tastiere e affini sono già un’interfaccia complessa rispetto al semplice aprire bocca. L’accesso attraverso la protesi vocale è immediato e a prova di imbranato. Ogni messaggio lasciato nel proprio telefono si pubblica ovunque e diventa fruibile da chiunque. Mia nonna potrebbe pubblicare nel web dal telefono di casa senza nemmeno sapere cosa sia internet. Ognuno può lasciare traccia di sé, testimonianza di uno stato d’animo, racconto di un istante mentre lo vive.
Questo vorrebbe abbattere in parte il tentativo diffuso di mistificazione sull’identità che oggi, per esempio, rappresenta un problema per Twitter, inquinato com’è da falsi account di vip. Una voce, più che un testo e una foto alterata, rivela genere, età, latitudine di provenienza, cultura e reale elaborazione del pensiero. Per ora è solo una sperimentazione ma sto creando dei piccoli nuclei di ascoltatori a cui fornisco l’accesso alla protesi vocale, istigando a usarla ogni volta che qualcuno abbia qualcosa da dire. Il beta test lo sta svolgendo una micro community di sole donne tra le mie ascoltatrici più acute, disinibite e immaginifiche. La protesi vocale potrebbe progredire in un’infinità di direzioni sia nel campo dell’ingegneria gestionale che in quello delle relazioni sociali. Un professore di informatica giuridica sta implementando la protesi nel suo blog per un feedback perenne con gli studenti. 


Io ho fatto interviste volanti che mi serviva “passare” all’istante a miei colleghi. Spesso mi piace inserire il “viva voce” e trasmettere quello che ascolto per strada, in qualsiasi luogo e durante qualsiasi conversazione; potrei assemblare e ordinare per generi storie e flussi, e anche feed vocali generati da altre persone. Potrei fornire caselle vocali per amanti clandestini che vogliono fuggire dall’ambiguità di sms e telefonate camuffate. Si dicano pure tutto quello che spasimano durante la giornata e riascoltino il loro poema d’amore in loop tutte le volte che vogliono. Loro invecchieranno e la protesi perenne conserverà i loro sospiri migliori. Immagino che anche molti uomini politici amerebbero avere a disposizione uno strumento di immediata pubblicazione di loro dichiarazioni, soprattutto senza il timore che le “mediazioni” possano riportarle incomplete o distorte. La protesi vocale perenne permetterebbe un’infinità di usi, dall’estremamente etico al miseramente libertino: confido molto nell’ambizione umana a raccontarsi, attitudine diffusa che secondo me si sta evolvendo attraverso strumenti di “autoletteratura immersiva”. È la chiave profonda del successo del web partecipativo: ogni utente diventa un libro parlante giorno per giorno, un’opera aperta di cui è trama, protagonista, voce narrante, testo ed editore allo stesso tempo.
 
Perché mai mi prendo la responsabilità di pensare che questo potrà essere lo strumento più consono a supportare l’umanità desiderosa di espandere e velocizzare le proprie connessioni? Perché mi sono convinto che quello dell’udito sarà il senso dominante dopo la lunga fase dell’ipervisione totale. Lo profetizza da tempo Daniele Pitteri, un sociologo napoletano specializzato nei linguaggi della pubblicità. Secondo lui l’umanità, a seconda delle epoche, ha un registro sensoriale dominante. Questo cambia con processi anche molto lenti; negli ultimi vent’anni staremmo assistendo a una saturazione della prevalenza visiva a favore di quella auditiva. Siamo stati stimolati troppo intensamente a guardare, ora stiamo offuscando una naturale capacità a «operare delle distinzioni con la vista». La civiltà dell’ascolto, che Pitteri immagina prossima, era stata annunciata già da un pezzo: «Una progressiva accelerazione a partire dal tardo Rinascimento, epoca in cui gli strumenti musicali hanno cominciato a divenire più complessi e che dall’Ottocento in poi ha coinvolto, con il melodramma, masse sempre più vaste. 


  • Poi c’è stato il telefono, poi c’è stato Caruso, i primi successi discografici, la radio, il rock’n’roll, il jukebox, il dolby, il walkman, il cellulare». 
  • Ho letto che l’American Chemical Society già annuncia un’ulteriore metamorfosi della vecchia radio: si parla di una nanoradio migliaia di volte più piccola del diametro di un capello umano. 
  • Potrebbe essere il primo passo verso la trasformazione di ogni utente in una periferica vivente, un network alimentato da persone con radio incorporata come estensione della propria voce. 

Forse non la chiameremo più radio ma continuerà a essere sonorità che svolazza nell’etere, capace di comprimersi a molla in un codice sonoro, annidarsi in ogni nostra protesi di piacere ed esplodere ovunque le si dia libertà."

novissimi

The Gestural and Shizoid Language per Alfredo Giuliani; Collage, Multilingualism, and Ideology per l'epica narrativa di Elio Pagliarani; The Labyrinth of Poetry per Edoardo Sanguinati; The Poetic Nomadism nomadism  per Antonio Porta; e The Invisibility of the Poetic  per Nanni Balestrini.

domenica 24 ottobre 2010

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Edoardo_
Sanguineti


Trib­u­to a Edoar­do San­guineti
3:09

San­guineti Edoar­do - Elio e le sto­rie tese - parte2
6:53

Poe­sia di San­guineti
1:27

Vol­e­va fare il bal­leri­no
1:13

Edoar­do San­guineti e Ste­fano Sco­danib­bio: PostKarten 1 - Aero­por­to di Capodichi­no
2:23

[il comi­co in poe­sia] al­fa­beto apoc­alit­ti­co A
0:35

L'ul­ti­ma us­ci­ta pub­bli­ca di Edoar­do San­guineti (1930-2010) Roma, Goethe In­sti­tute
5:24

San­guineti Edoar­do- Elio e le sto­rie tese - parte3
6:42

Edoar­do San­guineti (in memo­ri­am)
1:48

val­ter49 Edoar­do San­guineti è morto ci sono colpe?
6:58

Somos todos an­i­males políticos (Edoar­do San­guineti, Italia)
1:23

poe­sie mu­si­cate di edoar­do san­guineti
9:46

Edoar­do San­guineti e Ste­fano Sco­danib­bio: Postkarten 4
1:55

La poe­sia di Edoar­do San­guineti al Carnevale di Viareg­gio_0001.wmv
3:02

Après une lec­ture du Dan­tista. Eco per la morte di Edoar­do San­guineti.
3:52

Edoar­do San­guinet­ti Cuffi­ni (22/12/08)
6:04

Edoar­do San­guineti a Napoli
2:02

Edoar­do San­guineti e Ste­fano Sco­danib­bio: Postkarten 3
1:36

San­guineti in­con­tra Freud parte 1
6:05

Qui­jote -- Edoar­do San­guineti -- Writ­er
8:56

Edoar­do San­guineti addio
0:20

A Edoar­do San­guineti Postkarten d Al­ber­to Scanzi - chiusura della ce­r­i­mo­nia Pagine Ri­bel­li
4:32

Edoar­do San­guineti: Oggi il mio stile è non avere stile
1:10

Trib­u­to ad un amico: Edoar­do San­guineti
10:12

Edoar­do San­guineti - in­cide­tele a let­tere di sca­to­la
0:36

Mi­lanoPoe­sia per­Por­ta: Nanni Balestri­ni Edoar­do San­guineti Elio Pagliarani
6:32

Edoar­do San­guineti - Postkarten 14
0:56

Amelia a raffica

“Joyce l’ho letto come se fosse la Bibbia. Ho letto molto gli inglesi, Eliot, Yeats, Frost. Ho letto Pound ma poi ho avuto una reazione di rigetto. Tra le fonti italiane, soprattutto Pavese, quindi Montale, Penna, Ungaretti… Mi sto interessando alla mia stessa generazione, Luzi, Zanzotto, Sereni, Lorenzo Calogero mi ha fatto molto effetto; Giudici, Fortini ogni tanto ci azzecca; bellissimo La ragazza Carla di Pagliarani. Sanguineti non mi interessa: troppo derivato da Pound. Bellezza aveva cominciato come il migliore della sua generazione; è diseguale, qua e là delle splendide poesie. Ma l’elenco continua con Cucchi, Giampiero Neri, Raboni, lo stesso Pasolini a cui spesso mi sono ispirata”.
amelia-rosselli-e-la-poesia-al-femminile-di-sergio-falcone/

Contro i poeti

"I versi non piacciono quasi a nessuno e il mondo della poesia versificata è un mondo fittizio e falsificato.."
Witold Gombrowicz,
Contro i poeti,1947

Fiori e tv














"È nato a Mulino di Bazzano (PR) nel 1929 ed è morto nel 1991 a Reggio Emilia, città dove ha vissuto ed esercitato la professione di avvocato. Nei primi anni sessanta stringe una duratura amicizia con Giorgio Celli, Antonio Porta, Nanni Scolari (allievo di Luciano Anceschi) e Adriano Spatola, coi quali fonda «Malebolge», una rivista di letteratura d'avanguardia, parasurrealista. Più tardi entra nel Gruppo 63, esperienza che Costa sottolinea ad ogni occasione, anche se resta ai margini del gruppo, considerato un dilettante d'ingegno. Dall'esperienza del "Gruppo 63" la schiera di amici s'infoltisce con Nanni Balestrini (che lo introduce nell'ambiente del «Verri», la rivista di Anceschi), Giulia Niccolai, Patrizia Vicinelli e Alfredo Giuliani (che lo invita a partecipare alla fondazione di «Quindici»)." http://www.edizioniriccardi.com/Costa.htm

ellEbOro

"Ma poteva essere molto più duro ed esplicito di fronte allo stesso Luciano Anceschi, peraltro riconosciuto maestro. La questione era per lui, in definitiva, di una semplicità disarmante.

Adriano non era incolto, aveva fatto il liceo classico e frequentato la facoltà di Lettere a Bologna, ma in primo luogo possedeva un’inesauribile autonoma curiosità che lo spingeva ad attraversare in proprio il clima del tempo.

Cercava fonti di prima mano, non notizie riportate. Era attratto dalle forme estreme e residuali dei linguaggi, dai nuclei periferici e seminascosti dove operavano gruppi di artisti organizzati fuori dall’ufficialità. Lo studio non gli procurò decisive rivelazioni, ma solo alcuni e determinati mezzi intellettuali. Il suo fine era un altro: ciò che lo ha guidato, da subito, è stata la scelta della sua vita, quella di “volersi poeta”. Un’adozione fatale, che gli ha in ogni caso fornito un orientamento per tutte le scelte successive, compresa quella conoscitiva.
La chiusura interna ai sistemi ideologici e scientifici gli risultava soffocante

Era sempre la poesia a dare un senso al sapere e non viceversa. 

Ma poesia era ciò che ti cambia la vita, una scelta senza deroghe che esigeva strategie e maschere, dissacrazioni e ricostruzioni, beffe allegrissime e drammi senza soluzione. 

Una esperienza politica, come diceva Corrado Costa, ma prima ancora esistenziale. Da grande giocatore Adriano credeva nello spirituale dell’arte come nelle ludiche metamorfosi dello amatissimo Queneau. In definitiva il poeta che aveva scelto di essere coincideva con la persona che era, la figura e la maschera si sovrapponevano, andando a coincidere nel luogo in cui la sua opera si apriva necessariamente agli altri, creava spazi per eventi pubblici e di gruppo."
http://draft.blogger.com/post-create.g?blogID=3243285248739227328

giovedì 21 ottobre 2010

Giovanna Sicari

Reading 17 luglio 1987

via di Monte Giordano, Roma

Amelia Rosselli 1985

1985-01-29
amelia rosselli, poeti in video, la tana della volpe

Macchine e Combines di Poesia 1984

1984-03-05
Amelia Rosselli Vito Riviello Giorgio Caproni Beppe Salvia
# macchine e combines di poesia...[l'albero della cuccagna, teatro del
politecnico]

il comico in poesia 1982

1982-02-22 
Toti Scialoja Corrado Costa Vito Riviello
#teatro orologio, il comico in poesia

La Mazzeranga o la Ballerina 1983

1983-02-21[la mazzeranga o la ballerina]
con Giulia Niccolai Corrado Costa Vito Riviello
# mattino
Teatro Anfitrione, Liceo Goethe a San Saba,
# sera
Teatro Aurora / Lavatoio Contumaciale
Harry's Bar Ballad
(un cocktail per Marcello Angioni)

È sempre imbarazzante per un tedesco chiedere
zwei dry martini
potrebbe chiedere
zwei martini dry
ma se chiede
zwei martini dry
gli danno i martini senza il gin.
È costretto a berseli?
No
perché lui e sua moglie
vogliono zwei dry martini
e NON zwei martini dry.
Potrebbe chiedere
zwei mal dry martini
che tradotto in italiano diventa
due volte tre martini.
Allora gliene danno sei.
Sei un bevitore di dry martini?
Fanno diciotto.
Sei, sei dry martini?
Sei più sei dodici
sei per sei trentasei?
Non voglio né dodici né trentasei martini
voglio del gin perché sono G. N.
Giulia Niccolai.
Des dry martini! Neuf!
Pas des vieux bien sûr madame...
Anche un americano che chiede
nine dry martini
corre il rischio di non riceverne neanche uno
se il barman lo prende per un tedesco.
Dix dix dry martini!
Non je dis pas je dis pas je dis pas!

Settembre 1977

mercoledì 20 ottobre 2010

lunedì 18 ottobre 2010

Segni di Amelia Rosselli

Avete mai visto le mani di Amelia? Lingua dei segni, tratti sovrasegmentali in ogni senso, segnava il tempo di ogni sua parola. Intonemi,cinesica, gestualità per non udenti. Dirigeva l’orchestra che era lei stessa.L’uomo è misura di tutte le cose.Difficilmente un greco avrebbe pensato a un’asticciola di legno, a proposito del metron. Il metro poetico è molto più vicino alla natura delle cose: l’uomo è il metro del poema delle cose, è il loro tempo. Amelia sola, isola, assolo.
massimo celani, oraesatta, 13.12.2006

clickhere per la sequenza
[immagini estratte da Videor, videorivista di poesia a cura di Orazio Converso e Elio Pagliarani]
Diretta del convegno su http://mondoailati.unical.it

La ragazza ladra


Videocamerine

sanguineti a napoli

titopuenteee ha aggiunto un commento su sanguineti poesia napoli 03:
UN CAPOLAVORO.

complimenti per Dario Bellezza

Democratura ha pubblicato un commento sul tuo profilo:
Solo per aver caricato alcuni video su Dario Bellezza mi ha spinto a farti i complimenti per il canale!:D Ciao

La costruzione della trappola di Corrado Costa

857C4 ha aggiunto un commento su La costruzione della trappola:
Dev'esservi passata una prima volta in un posto per fiutarsi e quindi ritornarci; ecco un modo per cacciare all'aspetto i topi, i cinghiali e dunque anche i felini
60.687 letture
JustinFunkyBite ha aggiunto un commento su La costruzione della trappola:
ma... che.... cazzo...

lunedì 11 ottobre 2010

Poesia sonora


Nel 1989 organizza, alle Fonti del Clitunno, la rassegna di poesia sonora Voci nell’acqua,nell’ambito del Festival di Spoleto.
  1. Nanni Balestrini La poesia si è chiusa nel libro film movie ...

    Tags: nanni balestrini videorlab. [ clip spoleto D] VOCI SULL'ACQUA Festival ... Robert Frank l immagine della poesia 1983; Robert Frank: l'immagine della ...
    www.wildscreen.tv/videos/.../Nanni-Balestrini-La-poesia-si-è-chiusa-nel-libro
  2. Nanni Balestrini La poesia per essere detta film movie-trailer ...

    Tags: nanni balestrini videorlab. [ clip spoleto C] VOCI SULL'ACQUA Festival ... Robert Frank l immagine della poesia 1983; Robert Frank: l'immagine della ...
    www.wildscreen.tv/.../Nanni-Balestrini-La-poesia-per-essere-detta- - Copia cache

Ancora su "La costruzione della trappola"

gibbio71 ha aggiunto un commento su La costruzione della trappola:
Porca miseria ma tu hai fiutato proprio tanto eeh??
Puoi rispondere a questo commento dalla pagina dei commenti.

Esercizi

Esercizi > http://giovannabemporad.blogspot.com

Giovanna Bemporad: Esercizi, Garzanti, pagg. 175, lire 9.500
E' fin troppo facile definire neoclassiche queste poesie, scritte tutte prima del 1948 e pubblicate in quell'anno in un'edizione pressoché clandestina. Troppo facile perché tutto (i perfetti endecasillabi, il lessico alto, il lirismo mai patetico ma anzi fermamente e nobilmente distanziato dagli umori dell'io, persino alcune scelte tematiche quali il passare del tempo, la gioventù trascorsa, la malinconia, la luna) sembra cospirare per imporre quella precisa chiave di lettura. E tuttavia il titolo stesso della raccolta suggerisce un'altra possibilità. La Bemporad che è ottima traduttrice di poesia (e nel volume c'è un'ampia testimonianza di tale attività), sembra compiere, nei confronti del materiale lirico offerto dalla tradizione italiana nella sua interezza, un'operazione di segno analogo a quello della traduzione: una riscrittura rigorosa e impegnativa di versi già scritti da altri, che lasci intatte le coordinate fondamentali dell'originale, che sia però in grado di far positivamente reagire la sostanza poetica con il nuovo sistema di riferimenti in cui viene trasferita la lingua, nel caso delle traduzioni, il cui qui e ora storico nel caso dello poesie. E in questo senso l'operazione è senza dubbio pienamente riuscita.

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