giovedì 1 maggio 2014

UNA TEORIA DELLE OMBRE

 In un video performance dal titolo Corrado Costa, Autobibliografia, pubblicato su “Videor”, videorivista di poesia diretta da Elio Pagliarani, è lo stesso Costa che commenta il suo volume del 1971:
“… E stampai anche una teoria delle ombre. La teoria delle ombre fu stampata a Macerata ed era la proiezione dell’ombra delle consonanti e delle vocali su un foglio bianco. Attraverso questa proiezione speravo che, proiettandosi le consonanti e le vocali, avrebbero composto le parole. In effetti il libro risultò di estrema illeggibilità.
Peraltro io posso anche sostenere che il libro era completamente leggibile perché anche [di] questo libro non ne abbiamo più trovato traccia. Probabilmente è stato smarrito o è servito a strani regali di Natale a personaggi ignoti” 
Corrado Costa: notizie bio-bibliografiche della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia [Antonella Mollo]Corrado Costa (Biblioteca Panizzi Reggio Emilia)
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Come è noto, Costa non ha affidato la sua opera letteraria ai tradizionali canali editoriali, ma ha anzi voluto percorrere, per un’esigenza di piena libertà e di totale autonomia, le vie meno battute e quelle commercialmente più improbabili, pubblicando, come egli stesso ricorda, “solo su foglietti volanti e riviste ciclostilate”, in un rifiuto dell’ufficialità che era una componente fondamentale della sua stessa poetica.  
Ne è una conferma quella sua Autobibliografia che, con la consueta, svagata ironia, Costa ha affidato non ad una pagina scritta, ma ad un video e che merita a nostro giudizio di affiancare la sua ben più nota Autobiografia con il celebre incipit “Corrado Costa sono due fratelli”. 
Ne trascriviamo di seguito il testo parlato: 
 “Per ricostruire un po’ l’iter della mia poesia, segnalerei fra i libri assolutamente introvabili, che pur tuttavia sono sicuro che sono stati pubblicati anche se sono spariti assolutamente dal commercio (ed è probabile che non siano neanche stati distribuiti) sia per le disavventure degli editori e la disavventura totale di questo autore, segnalerei, come libri importanti, il Mignottauro, che conteneva poesie e disegni. Questo Mignottauro era dedicato a quel figlio di mignotta che è il Minotauro e conteneva altresì, assieme alle mie, poesie di Emilio Villa, creando una problematica molto strana, perché né io né Emilio Villa riuscivamo più a riconoscere quali fossero i testi di ciascuno di noi. 
E stampai anche una teoria delle ombre. La teoria delle ombre fu stampata a Macerata ed era la proiezione dell’ombra delle consonanti e delle vocali su un foglio bianco. Attraverso questa proiezione speravo che, proiettandosi le consonanti e le vocali, avrebbero composto delle parole. In effetti il libro risultò di estrema illeggibilità. Peraltro io posso anche sostenere che il libro era completamente leggibile, perché anche di questo libro non abbiamo più trovato traccia. Probabilmente è stato smarrito o è servito a strani regali di Natale a personaggi ignoti. 
Progettammo successivamente assieme a Giovanni Rubino (ne uscì un’edizione in pochissime copie) una Progettazione di preghiera per l’apparizione perenne. In quel momento, siamo nel 1973, avevo notato che in Italia e anche fuori d’Italia alcune Madonne avevano cominciato a piangere e altri Cristi a sanguinare e si cominciava, tra Piacenza e altre città del Nord, a vedere comparire la Madonna sopra degli alberi. Notai che le Madonne tendevano a comparire a vecchie signore, a pensionati e a bambini. Allora, pensando che le Madonne sono molte, progettai questa preghiera per far apparire le Madonne tra di loro e costruendo questo sistema per cui la Madonna di Pompei appariva alla Madonna di Fatima che a sua volta appariva a un’altra Madonna di… dove volete voi, adesso non ricordo esattamente. Poi ognuna tornava pian piano a ricomparire alle altre. Questa preghiera fu cominciata a stampare ma dovemmo fermarci perché moltiplicando continuamente per tre le apparizioni si raggiungevano dei numeri infiniti. 
Quindi feci nel Settantotto, assieme a Nanni Balestrini, un poema che lui non cita nella sua bibliografia: dev’essere anche questo introvabile. Questo poema, che si intitolava La piedra colectiva, fu scritto in spagnolo da noi due, che non sapevamo appunto lo spagnolo, con una tecnica di ripresa sulla quale abbiamo però dovuto mantenere il segreto. 
Su richiesta di un noto editore italiano, che me lo rifiutò immediatamente appena consegnato, feci un libro sui Film che per mia fortuna venne poi stampato in San Francisco. Anche questo libro ha avuto una strana sorte perché, invece di essere distribuito nelle librerie con la poesia, venne messo nella sezioni delle librerie dedicate al cinema. Non so ancora l’esito di questo libro e spero che abbia avuto il successo che si meritava e che io possa fare parte, come desidero da tempo, della categoria cinema e non della categoria poesia” (4)
Con queste premesse, si comprendono bene le difficoltà che insorgono nel cercare di mettere ordine e di dare sistematicità ad una produzione programmaticamente semiclandestina.   [Maurizio Festanti – Antonella Mollo ]
(4) Il video è consultabile in rete all’indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=kwAbtfpAXGQ 

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