sabato 19 giugno 2010

Fuori fossi rimasta

Anchorman

Gesù Signore- piegati
a un uomo come tanti.
Tu sei ricco e possiedi
i più splendidi ammanti
del cielo su di te.
Le donne che ti sei scelte
un giorno, a te sono rese:
puoi leggere con loro
e giocare, e a Teresa
mostrare le tue stanze.
Tua madre in cielo ora
è una dama e fiorisce
il suo nome regale
dalle nostre preghiere,
qui,da questi giardini
d’inverno, dove a volte
tu guardi, e strani cespi
trai dalle nostre voci.
Gesù Signore- hai tutte
le donne che tu ami.
Il mio grido che importa
se si perda o ti chiami?
Si perde in un lamento
e lo spazio lo strema.
Altre voci tu senti;
non t’ingannare: appena
dal mio cuore mi accosto
al mio viso che canta.
E vorrei farti male,
Signore, ma mi manca
l’animo: se sollevo
verso te la mia pena
subito ricade mite
e fredda come neve.
Fuori fossi rimasta
dove ho cominciato,
il giorno sarebbe angoscia
e la notte peccato.
Forse mi avrebbe presa
un uomo, e sarei sola,
e un altro sarebbe venuto
e la mia bocca ancora
soffrirebbe dei baci.
E un terzo a piedi l’avrei
seguito, ma, Signore,
per averne pietà;
e per stanchezza e paura
a un quarto mi sarei data
per non giacere più sola
e abbracciare una creatura.
Ma se nessuno ha dormito
accanto a me, tu mi salvi?
Dov’ero quando cantavo?
Chi chiamo nei miei salmi?
La mia vita è lontana-
Gesù, dimmi: è con te?
L’hai tu vista venire?
E sono in te, Signore?
E sono in te, Gesù?
Pensa: così finisce
nel rumore del giorno.
Ciascuno la rinnega,
nessuno più conosce
la mia vita, Gesù.
Ed era la mia vita,
Gesù Signore, sei certo?
Non un’altra in cui pure
nessun morso abbia aperto
un suo segno, Gesù?
O la mia vita forse
non è con te, ma langue
spezzata, e intanto piove,
piove e l’acqua la bagna,
e gela dentro, Gesù? 

  RAINER MARIA RILKE, Lamento di una monaca

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