domenica 25 marzo 2012

Sgozzerò tutte le donne del mondo


Per la nostra educazione umana 
per il drammatico scontro dei pensieri 
per il minacciato valore individuale 
per la politica degli apparati falliti 
per il solo coltello nascosto nel bosco 
per il senso morale dello spirito bloccato, 
la fortunata corsa musicale del territorio 
eluderà le truppe di pace e di guerra. 
È la minaccia che incombe su Roma 
accanto al corpo del padre morto: 
che si riapra il sipario sopra la madre 
e ne denudi le prostitute fattezze. 
Lunga attesa e calunnie non molleranno 
l’impudica e sadica ricerca 
del bambino di sette anni scomparso: 
né canterà l’esecuzione del duca spagnolo, 
né mai piú canterà l’usignolo. 
(…)
Sono i ladri degli uffici postali 
che tengon viva la tensione mondiale; 
la magistratura si lamenta, ha paura, 
per tre giorni corre a piedi in pianura. 
C’è un generale che stabilisce i blocchi stradali 
c’è una stufa che scoppia e matura dei cachi: 
moriran come bruchi i giornalisti 
maiali ingoiando la vita condita coi bachi. 
É per la nostra educazione umana 
per il drammatico scontro dei pensieri 
per il minacciato valore individuale 
per la politica degli apparati falliti 
per il solo coltello nascosto nel bosco 
per il senso morale dello spirito bloccato, 
che dove si restringe il campo con la coda 
resta al poeta un suo pensier dettato. 
(…)
***
Per l’armonia della vostra figura, 
Italia, è caduta la neve sul mondo 
imbiancando le vergogne del tempo. 
Avevo bisogno di emozioni 
(candelotti di Frosinone per le fumate) 
per rinnovare l’intera società: 
è ancora una volta la tattica 
del principe al lume di candela. 
Guarda la realtà: parlano le pareti. 
L’amico minacciato di morte, 
morte di antica tradizione, 
cita a giudizio la storia di Roma 
interrogando San Pietro. 
Sono gli uomini che piantano, 
per desiderio di potere, 
la dubbia presenza dell’individuo. 
Nessuna previsione è possibile. 
Circolava un tempo la poesia, 
senza parole, per le vie della morte. 
Einaudi da Petrarca a Tobino 
sgozza la moglie e si ammazza 
è anche la moglie dell’assassino 
la tinta brillante del fusto 
è il falso allarme sulle condizioni 
è un giro vizioso e cretino. 
E’ oggi il tempo della donna 
senza voli e senza pugni. 
I maschi sepolti vivi 
consentiranno il viaggio ai bambini. 
Ho fatto uccidere la giovane moglie 
del procuratore del re: 
mi assolverete con molte grazie. 
Per l’armonia della vostra figura 
Italia, mia patria assassinata, 
Sgozzerò tutte le donne del mondo 
in un grande campo di grano. 

Modena, 12 novembre 1958

Antonio Delfini,
Poesie della fine del mondo,
Milano, Feltrinelli, 1961
http://www.vicoacitillo.it/poeti/delfini/bio.htm




“Se era tanto intelligente, perché
è morto?”
Homer (The Simpsons) vs Kevin
Roberts (Saatchi&Saatchi)
La stagione degli studenti
giunge in questi giorni alle verifiche
più varie per l’ammissione
alle Università. Passati
gli esami sarà presto il gioco
delle opzioni a contare, sarà
completata la pole position un
po’ dovunque e la corsa alla
Laurea potrà
cominciare.
Per ricordo
personale, anni
fa, oppure
una vita, marciai
con la testa
per aria dalle
Calabrie su Roma
con l’idea che
gli artisti fossero il
sale della terra e i
borghesi, cioè tutti
gli altri, fossero
gente che viveva
come se non si dovesse
morire mai.
Ovviamente furono
botte da orbi. In queste
more quale ruolo possa
giocare la poesia possiamo
immaginarlo, o forse no, essa
sembra proprio impotente ad
esserci d’aiuto..”.. / per la nostra
educazione umana / per
il drammatico scontro dei
pensieri / per il minacciato valore
individuale / per la politica
degli apparati falliti / …”
.
Giovinette e giovanotti, precocemente
incanutiti dal peso
enorme della responsabilità e
del buon senso, staranno vagliando
tra numeri e pandètte
gli investimenti più favorevoli
per mettere al sicuro i loro
destini professionali dagli accidenti
della sorte notoriamente
ingrata; i più leggeri e
vaghi, per evadere la pratica
umiliante, scelgono mete esotiche
(province lontane), suggestioni
ancillari (le inclinazioni
familiari), quando non predestinazioni
fatali già sognate.
Agli uni o agli altri, possiamo
consigliare tra le regole il
nostro Delfini demenziale?
Mah, il poeta Elio Pagliarani
sostiene da tempo che senza
Antonio Delfini la poesia italiana
sarebbe “bellettristica e castrata”,
ma il destino della letteratura
non pare meritevole di tanta
attenzione, proprio nel momento
che un’opzione sbagliata
potrebbe compromettere
un’intera vita, la nostra! E
anche leggendo ad alta voce
qui a fianco, un po’ cantando,
non è detto che la malìa dei
versi possa illuminare più di
tanto i visi pensosi dei candidati
nell’ora delle scelte irrevocabili
gridate dal balcone.
Eppure qui c’è sfavillante, ad
esempio, tutta la televisione
del dolore: “Lunga attesa e calunnie
non molleranno / l’impudica
e sadica ricerca / del
bambino di sette anni scomparso:
/ né canterà l’esecuzione
del duca spagnolo, /...”; la
voce in falsetto da festival dei
giornali: “C’è un generale che
stabilisce i blocchi stradali /
c’è una stufa che scoppia e
matura dei cachi: / moriran
come bruchi i giornalisti / maiali
ingoiando la vita condita
coi bachi. “; e sono scritte a
grandi lettere le speranze dei
giovani e svelate le trappole
tese loro: “Avevo bisogno di
emozioni / (candelotti di Frosinone
per le fumate) / per
rinnovare l’intera società: / è
ancora una volta la tattica /
del principe al lume di candela.”
.
Bando alle malinconie, bisogna
passare senz’indugio ai
consigli per gli acquisti, facciamo
il catalogo. Primo, ricordate
che probabilmente dovete
recuperare un liceo o un industrioso
professionale andati a
male. Secondo, sono da evitare
specializzazioni precoci,
rush finali che induriscano i
muscoli già all’incominciare:
s’attendono al passo in successione,
laurea breve, speciale,
da masterizzare, dottorante e
praticaccia professionale. Il
terzo comma è programmare
i propri studi come un lavoro,
focalizzare, segnare. Così il
quarto punto vi sarà presto familiare,
perché consiste nel
pensare che questo mestiere
dello studiare sia l’unico che il
futuro vi vorrà pagare. Il quinto
e il sesto son facili da immaginare,
andate in giro e tenetevi
in contatto, andate ad esplorare
muovendo i piedi oltre
che le mani. Al settimo, non
rubare, s’arrivi per convinzione,
non per l’opzione morale,
perché fa tanto tanto male. Altri
due o tre, fortunatamente,
son strettamente personali, ed
insisto per conto mio con la
Patrizia Cavalli di “Ma davvero
per uscire di prigione bisogna
conoscere / il legno della
porta, la lega delle sbarre,
stabilire l’esatta gradazione
del colore? / Adiventare così
grandi esperti, si corre il rischio
che poi ci si affezioni. /
Se vuoi uscire davvero di prigione,
esci subito, magari con
la voce, diventa una canzone
“. Ma voi fate pure come vi pare,
of course.
[ofcalabria@gmail.com]

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