FRANZ KAFKA
Da: Diari, tr.it. di E.Pocar, Milano, Mondadori, 1960, vol.II, pp. 159-160
Sogna e piangi, povera stirpe,
non trovi la via, l'hai perduta.
Ahimè! è il tuo saluto la sera,
ahimè! il saluto al mattino.
Non voglio niente, soltanto sfuggire
a mani d'abisso che si tendono
per trascinar giù me impotente.
Pesante precipito nelle mani protese.
Sonante si udì sui monti lontani
un lento discorso. Sostammo in ascolto.
Esse portavano, ahimè, larve d'inferno,
smorfie velate,il corpo premuto contro di sè.
Un treno lungo lungo porta l'immaturo.
(luglio 1916)
EDOARDO SANGUINETI
Triperuno, dalla sezione Purgatorio de l’Inferno, ed è del 1964
piangi piangi, che ti compero una lunga spada blu di plastica, un
frigorifero
Bosch in miniatura, un salvadanaio di terra cotta, un quaderno
con tredici righe, un'azione di Montecatini:
piangi piangi, che ti
compero
una piccola maschera antigas, un flacone di sciroppo ricostituente,
un robot, un catechismo con illustrazioni a colori, una carta geografica
con bandierine vittoriose:
piangi piangi, che ti compero un grosso
capidoglio
di gomma piuma, un albero di Natale, un pirata con una gamba
di legno, un coltello a serramanico, una bella scheggia di una bella
bomba a mano:
piangi piangi, che ti compero tanti francobolli
dell'Algeria francese, tanti succhi di frutta, tante teste di legno,
tante teste di moro, tante teste di morto:
oh ridi ridi, che ti compero
un fratellino: che così tu lo chiami per nome: che così tu lo chiami
Michele:
Sogna e piangi, povera stirpe,
non trovi la via, l'hai perduta.
Ahimè! è il tuo saluto la sera,
ahimè! il saluto al mattino.
Non voglio niente, soltanto sfuggire
a mani d'abisso che si tendono
per trascinar giù me impotente.
Pesante precipito nelle mani protese.
Sonante si udì sui monti lontani
un lento discorso. Sostammo in ascolto.
Esse portavano, ahimè, larve d'inferno,
smorfie velate,il corpo premuto contro di sè.
Un treno lungo lungo porta l'immaturo.
(luglio 1916)
EDOARDO SANGUINETI
Triperuno, dalla sezione Purgatorio de l’Inferno, ed è del 1964
piangi piangi, che ti compero una lunga spada blu di plastica, un
frigorifero
Bosch in miniatura, un salvadanaio di terra cotta, un quaderno
con tredici righe, un'azione di Montecatini:
piangi piangi, che ti
compero
una piccola maschera antigas, un flacone di sciroppo ricostituente,
un robot, un catechismo con illustrazioni a colori, una carta geografica
con bandierine vittoriose:
piangi piangi, che ti compero un grosso
capidoglio
di gomma piuma, un albero di Natale, un pirata con una gamba
di legno, un coltello a serramanico, una bella scheggia di una bella
bomba a mano:
piangi piangi, che ti compero tanti francobolli
dell'Algeria francese, tanti succhi di frutta, tante teste di legno,
tante teste di moro, tante teste di morto:
oh ridi ridi, che ti compero
un fratellino: che così tu lo chiami per nome: che così tu lo chiami
Michele:
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