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giovedì 2 agosto 2012

A Madison è già autunno.


Scuola Pagliarani
Pagliarani in U.S.A.
Madison


A Elio piacciono le belle ragazze, un po’ decise e con gli occhi intelligenti. E l’allieva di Ballerini, quella che lo segue per la conferenza a Madison, è proprio così. Una studentessa alta e bruna che guida una macchina che sembra un treno, di quelle con letto e frigo. Una garibaldina.A Madison è già autunno. Lettura a casa di Patrick e Grazia. Lago sullo sfondo. Bambini che corrono.Dopo, o prima?, nella libreria. Ma è una libreria speciale. Dove si possono bere cento tipi di cioccolata e cento tipi diversi di the o caffè. Via vai di studenti.Brava. Ma che brava.Anche qui una grande vetrata. Sembra il paese di Peter Pan. Mentre guardo per strada non passa nessuno che abbia più di venticinque anni.

mercoledì 29 febbraio 2012

al Paglia in suo onore

Oggi al modo del Paglia
in suo onore, per lui e 

per me
Sempre obliasti, Ajace Telamonio,
ogni prudenza in guerra, ogni preghiera.
Mai non pensasti ad invocar l'aiuto
d'una benigna Dea
che ingigantir potesse le tue forse
o sottrati sollecita al nemico.
Non avevi una madre
da impietosir l'Olimpo al tuo destino,
discretissimo eroe.
E a te non fu dato
compiere imprese stupende e gratuite,
atterrar Marte od Ettore,
o d'Afrodite il mignolo ferire,
bensì il combattimento orrido, immane,
fra soverchianti avversari,
in giorni che non s'ama ricordare.
Ogni volte che Giove era crucciato
contro gli Achei,
a te scendere in campo,
degna prole di Sisifo,
rampollo di Titani.
Quando Marte furioso conduceva
le falangi troiane
ad incendiar le navi,
tu le salvasti e Teucro.
Eri la gran riserva
nel pericolo estremo,
la resistenza, il muro, la fortezza.
Ti accoglieva ogni sera
la disadorna tenda
senza profumi
nè amorose schiave.
Là, presso il mare,
dormivi un sonno animalmente duro.
Primo fra i tuoi,
fra quanti eroi convennero sotto Ilio
non secondo a nessuno.
Ma veramente solo
ed unico tu fosti
nella sventura.
Nessun Dio ti protesse,
niuna gloria t'arrise incontrastata,
ti fu solo di scorta il tuo valore,
o fante antico.
E i Greci ti negarono quel premio
a cui tu ambivi:
l'armi d'Achille. Un maestro d'inganni
te le strappò. Ma in mare
costui le perse. E il flutto pietoso,
il mutevole flutto, più sagace
dell'umano giudizio, più costante
della fortuna,
sul tuo tumulo alfine le depose.
Pace all'anima tua
infera, Ajace.


Onore a quanti nella propria vita
si proposero la difesa di Termopili.
Mai allontanandosi dal dovere;
giusti e retti in tutte le azioni,
con dolore perfino e compassione;
generosi se ricchi e, se poveri,
anche nel poco generosi,
pronti all’aiuto per quanto possono;
sempre con parole di verità
ma senza odio per chi mente.

E ancora maggiore onore è loro dovuto
se prevedono (e molti lo prevedono)
che alla fine apparirà un Efialte
e i Medi infine passeranno.

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