martedì 14 dicembre 2010

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- Il fuoco che Prometeo prese agli Dei per donarlo agli uomini, sancì un cambiamento decisivo nelle vite di questi ultimi. Al tempo stesso portò guai alla razza umana, che per tale "furto" fu condannata a vivere in una triste condizione esistenziale. Il fuoco fu allora un'innovazione tecnologica, un fenomeno della natura che lungo il corso della storia abbiamo imparato a dominare e a utilizzare come strumento. Certo il mito di Prometeo non sfiora più la nostra memoria quando ci accingiamo ad accendere il fornello di casa nostra. Nella più recente contemporaneità Roland Barthes ci ha nuovamente avvertiti: ogni nuova invenzione umana verrà inevitabilmente resettata al grado zero della nostra natura. Tuttavia è necessario prestare attenzione agli effetti collaterali: se l'uomo crea un artefatto tecnologico e lo usa ai propri fini, inevitabilmente finisce per assorbirlo nella propria sfera quotidiana e viene da esso de-formato. E' l'inarrestabile corso della naturalizzazione del culturale lungo il quale la nostra specie e la tecnologia hanno da sempre stretto un rapporto osmotico, di reciproca influenza, generando un rapporto circolare fra atteggiamento mentale e artefatto culturale.
Ma ogni cambiamento è una sfida e, per sopravvivere, l'uomo ha messo continuamente in atto delle strategie di adattamento e selezione culturali Questione di conservazione della specie e sopravvivenza delle civiltà. Questione di evoluzione linguistica e decodifica di una realtà sempre più tecnologicamente mediata. Spesso creiamo degli strumenti che poi sfuggono al nostro controllo, e questo è oggi il caso dell'universo digitale che sempre di più incide e scolpisce le nostre vite. E allora forse è il caso di parlarne.[Sara Tirelli]

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