sabato 2 marzo 2013

Videor e l'editor

il 5% di realtà e al resto ci penso io [Franco Cordero] 2006
Trovai che quanto avevo desiderato, tutta la vita, non era vivere
- se si chiama vivere ciò che fanno gli altri -
ma esprimermi. ... [Henry Miller, Tropico del Capricorno]



La trasparenza democratica della rete, leggendo Baudrillard e, leggendo domenica il giornale quotidiano,  "rendere tutto pubblico e trasparente frena la costruzione democratica: non fa emergere contrasti interni al gruppo o proposte strane che suggeriscano delle innovazioni" ci ricorda di ricorrere al nostro lavoro tra arte e comunicazione, tra scrittura e televisione.

Con Videor 1988 ci misuravamo proprio con l'inevitabile dissidio tra il video e la tele visione da una parte e la scrittura e la poesia dall'altra, mettendole insieme per dare alla tecnologia  elettronica una chance rispetto all'antica tecnologia della parola. Ricorrendo a quella particolare attitudine all'oralità di certi poeti e di certi versi Vito Riviello Elio Pagliarani Giovanna Bemporad Corrado Costa Amelia Rosselli Adriano Spatola Edoardo Sanguineti Giorgio Celli Alfredo Giuliani (e Giorgio Caproni Beppe Salvia Teresa Campi Guido Galeno Toti Scialoja Iolanda Insana Dario Bellezza tra gli altri, tanti, che animavano i readings almeno degli anni ottanta) facevamo direttamente televisione senza però esplorare più di tanto le possibilità del mezzo, concentrandoci piuttosto sulle personalità degli scrittori disponibili.



all'indomani della stagione di letture pubbliche di poesia con l'intento di raccogliere intorno ai suoi promotori le personalità poetiche che, ad alti livelli di stile, riportino con le loro performances la preziosa opacità della scrittura nel mondo della comunicazione e della trasparenza - l'immagine della voce in televisione.[videor)


L'assunto era che non si può fare poesia o scrittura con la televisione (con il video insomma con finalità comunicative). Che se c'era un linguaggio una scrittura nel video e nella televisione questi interessavano il confronto con il cinema e la radio, non noi. Volevamo  mettere l'allarme sulla trasparenza della trasmissione televisiva nei fatti e nelle attività umane, ai quali venisse sottratto da questa televisione l'inviluppo di mistero e l'enigmaticità stessa dell'esistenza - preservata nella scrittura dei versi e nella sostanza poetica ai quali affidavamo intero il messaggio comunicativo.





Con ciò fornire la distanza giusta dell'ascolto - sfruttando un mezzo pervasivo come la tv - sarebbe stata in quelle condizioni una battaglia persa anzitempo, ma bastò disinteressarsi completamente della tecnologia in attesa di tempi migliori e andare a incominciare.

Vediamo allora oggi che la matematica ci soccorre nella tecnologia teatrale che ci serviva e ci serve per stare accanto ai poeti senza l'inciampo fastidioso di sciocchi medialisti. Allo sdoppiamento creato dall'uso della registrazione audio,  il microfono, si può rimediare con una realtà aumentata naturalmenteper esempio con la sintesi del campo sonoro, eh [Delft, Wave Field Synthesis], che non sto qui a dire, e per la videovisione con l'uso pensato dei Google Glass del poeta che agisce a quel punto. Il primo, cioè la sintesi del campo sonoro, per saltare l'odiosa micro(pro)fonazione negli studi televisivi eterodiretti e i secondi per giocare fuor di regie la soggettività della visione di poeti e partners del reading.


Niente regia, dunque, o direzione d'orchestra [vedi], in ogni caso.


anni zero
o anche un secolo dopo, un millenio dopo, un mondo internet dopo.


  1. _alessia mi dice di avermi recuperato alla parola (e all'arte) ricoperto di web, occultato dalla prosopopea tecnologica, buttato lì tra le "materie" di informatica: tutti i torti non li ha, of course.  
  2. _il web e l'editing sono vissuti come sinecura dell'informatico, o peggio del riciclato di varia estrazione (giornalista senza casa, grafico di grandi ambizioni ma di scarso costrutto, politicante, maghetto dell'advetising de noandri, illuminato d'er movimiento) che trova nella "rete" multimediale lo spazio che altrove gli è negato.  
  3. _per l'editor che ero, invece, la rete senza aggettivi è l'emittente degli emittenti (cfr. barthes a proposito) che altrove lo scenario politico italiano asfittico e provinciale mi negava.  
  4. _portatore di una cultura pop il mio editor anelava ad una lingua largamente condivisa ma non per questo meno ardua e ambiziosa.  
  5. _il mio stesso atteggiamento personalistico che questa discussione ben interpreta è frutto di un'adesione semplice e diretta alla pratica della scrittura che in età dorata ebbi ad intraprendere...

Mondoailati Community Zero
 (Videor diretta da Elio Pagliarani, editor Orazio Converso)

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