lunedì 8 marzo 2010

Cristiano Testa in formato 30X30

Tra chi scrive e i suoi editor c'è il momento atteso della verità sensibile, ci sono il dispiegamento del testo che sta per pubblicarsi, le letture decisive prima di quella pubblica che nel web è mutante ma sulla carta tra poco si fisserà per sempre.
In questo Cristiano Testa in formato 30X30,preso tra Lara, Lorenza e il senior-editor, il corto circuito è breve perchè in esso è già sperimentato il disagio dello scrittore moderno: e si dichiara - il sogno di Vito Riviello di una scrittura non necessariamente in crisi cade come "davanti al primo venuto" che è l'"amato" di Amelia (Rosselli)(aut. cit. da videor.it).
Una scrittura continuamente metaforica e citazionista mi sfibra! oddio, certo, ma per una scrittura incidentata com'è quella di Testa, il suo sarcasmo che Lorenza dice solo di emendare dell'espressione "volgare"(*) che risucchierebbe altrimenti tutto il testo, condivisa e accolta anche dall'entusiasmo decisivo di Lara che ne coglie al volo lo "sharing" evidente, eccita!
- e noi siamo "contenti che ecciti a ira maggiore"

(cit. Savonarola vs Pagliarani, ibidem videor.it).

Alla comunicazione di flusso generalizzata - Marcuse direbbe ad una dimensione - di radio tv e giornali, non conta se indifferentemente generalisti o di nicchia,succede la redazione di flusso con il terminale interno che integra su di sè la rete dei punti sensibili. E la scrittura diretta trionfa.
L'ira funesta del Pelide Testa è contenuta, non bellettritrica e castrata! ed il lettore è graziato: grazia del Testo-Testa, sarcasmi domati, arie fuoriuscite dai talk di redazione, concerto del "life sharing mode".


(*)(Nota dell'autore) L'espressione "Molti di voi sicuramente avranno un padre o – peggio! - una madre che caca la minchia per l'utilizzo esagerato del computer e di internet" è stata sostituita da: "Molti di voi sicuramente avranno un padre o – peggio! - una madre che stressa per l'utilizzo esagerato del computer e di internet"


Festival delle invasioni presentazione del numero uno di 30x30 TRENTAPERTRENTA quadrato in formato periodico Lunedì 16 luglio ore 19:00 Villa Vecchia – Cosenza

30x30 is back. Dopo il numero zero uscito nel gennaio 2007, ecco il numero uno che sarà presentato Lunedì 16 luglio alle 19 presso la Villa Vecchia all’interno dello spazio dedicato all’editoria del Festival delle Invasioni.

In questo numero dedicato al tema del baratto/scambio i lettori troveranno un ampio dossier dedicato all’Odin Teatret con scritti di Eugenio Barba e Julia Varley, per la prima volta tradotti in Italia, e numerosi contributi dal mondo del teatro.

Molte le firme che troverete tra le pagine e le immagini di 30X30 nelle rubriche che occupano l’altra metà della rivista e hanno nomi evocativi che traggono ispirazione dalla produzione artistica del Centro R.A.T. tematizzano il concetto di scambio. Dal corpo come mostro fatto di pezzi intercambiabili tra show televisivi e telefilm, allo scambio dei corpi e all’invasione degli ultracorpi nel cinema. Dall’importanza dello scambio nei giochi dei bambini, alla messa in discussione della propria identità. Dallo scambio di questa identità nei giochi di ruolo, all’interpretazione di personaggi tra scrittura, gioco e finzione. Dalla scrittura intermediale al life sharing del web, alle licenze creative commons e l’editoria indipendente. Dai viaggi in Turchia luogo di incontro e scambio fra culture ai viaggi attraverso le nuvole piene di parole dei fumetti con il tratto di Dark0.

La copertina ancora una volta è stata affidata ad un artista: questa volta è il turno di Salvatore Anelli. E per finire il tutto tenuto insieme da foto e una grafica avvincente e ricca di suggestione che modella l’originale formato di 30X30.

Il numero uno di 30X30 sarà in vendita presso lo stand del Teatro dell’Acquario per tutta la durata del Festival delle Invasioni e sarà in edicola in allegato al Quotidiano della Calabria.


LA STORIA La rivista nasce in occasione del trentesimo anno dalla fondazione del Centro R.A.T. di Cosenza. Una ricorrenza importante, che doveva essere suggellata con l’uscita di una pubblicazione. La genesi di 30X30 quindi ha radici nel teatro e ha come scopo di avvicinare persone intellettualmente curiose a questo universo che non rappresenta un ambito elitario. Lo scopo della rivista è far capire, attraverso delle incursioni nel mondo del cinema, dei fumetti, della musica, che l’arte, come il sapere, non è settoriale e costituito da compartimenti stagni ma, al contrario, per esistere deve liberarsi ed essere partecipe di una effettiva commistione di generi.

Ecco quindi il motivo di un contenitore, quadrato, che abbia la doppia valenza di avvicinare le persone che già con il teatro hanno avuto a che fare ad altre forme artistiche e culturali e, viceversa, far convivere all’interno della rivista diversi campi cercando di aprire nuovi orizzonti.

COM’È FATTO 30X30 Una metà di 30x30 parla di teatro. Squisitamente di teatro. Ogni numero ospita un dossier su un tema teatrale. Il dossier è corredato da interviste, fotografie e testi inediti, illustrazioni ed è un ottimo strumento di ricerca per le persone che vogliono avvicinarsi al teatro senza rischiare di sentirsi impreparati e allo stesso tempo, sarà veicolo informativo per gli “addetti ai lavori”. L’altra metà della rivista è occupata da sette rubriche hanno nomi che si ispirano alla produzione artistica del Centro R.A.T. nel corso dei suoi trent’anni di attività. Così ad esempio: Il ventre della bestia si occuperà dell’aspetto più morboso della conoscenza, Dell’Utopia mancante invece getterà uno sguardo al futuro; al contrario Dentro, parlerà delle tendenze e dei percorsi che oggi stiamo tracciando. A corollario di 30x30 c’è uno spazio dedicato agli appuntamenti teatrali, e non solo.

PROGETTI La rivista presto sarà supportata da un sito che conterrà tutto il dibattito sugli argomenti trattati e permetterà ai lettori di avere un contatto diretto con la redazione attraverso i forum di discussione e contenuti multimediali scaricabili.

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