30/3/82 Quattro eccezioni
Amelia Rosselli presenta Lorenzo Calogero
alla Pietra Serpentina via Galvani 45 Roma
Amelia Rosselli, nata a Parigi nel 1930 da padre fuoriuscito durante il fascismo, e da madre inglese, visse in Francia sino ai nove anni. La madre, all'entrata dei nazisti in Francia, rifugiò i tre figli prima in Inghilterra, poi negli Stati Uniti, dove la Rosselli continuo gli studi ginnasiali e liceali, parlando l'inglese soprattutto, oltre che l'italiano e il francese. 11 ritorno a Firenze nel 1946 risulto deludente essendo poi quegli studi accelerati ritenuti non validi rispetto a quelli liceali italiani; l'autrice si recò perciò a Londra dove ridiede esami e visse sino al 1948, iniziando studi musicali. Si trasferì a Roma nel 1949,accettando un lavoro di traduttrice part-time presso le edizioni "Comunità", continuando studi privati e approfondendo l'ambiente artistico-politico della capitale, intenso e stimolante anche in campo letterario. Dopo letture da prima prevalentemente filosofiche o classiche, e scritture di tipo sperimentale o d'esercizio, nel 1963 tentò la :pubblicazione del prima libro da lei ritenuto innovatore. Tramite Vittorini e Pasolini pubblicò prima suI "Menabò" n° 6, e poi tramite l'editore Garzanti nel 1964, il testo poetico "Variazioni Belliche" (oggi esaurito). Nel 1969, includendo lavori del 1958 come del 1963-65, stampo tramite l'editore "il Saggiatore", il libro "Serie Ospedaliera", (Premio Argentario). Questo testo stampato tramite IBM fuori collana ebbe poca divulgazione allora, ma con la recente ripresa dell'editore, ve ne sarà ora una più completa divulgazione. Più attentamente programmato è il terzo libro, pubblicato da Garzanti nel 1976, come dimostra il titolo "Documento" (1966-1973). Negli anni giovanili, preparativi a "Variazioni Belliche", scriveva prosa e poesia in tre lingue alternandole: nel 1980 uscì, con titolo indicativo, il testo "Primi Scritti” (1952-1963), presso Guanda editore. Per l’insieme del lavoro (saggistica sulla metrica, tre libri di poesia, articoli o saggio vari), alla Rosselli fu assegnato il Premio Pier Paolo Pasolini nel 1980, tramite giuria mista dell'Istituto Gramsci al Campidoglio; nel 1981 ricevette anche il Premio Pozzuoli sia per “Primi Scritti", sia per la plachette con poemetto intitolata "Impromptu" del 1979, pubblicata presso l'editore San .Marco dei Giustiniani di Genova, nel 1981: il salto qualitativo in senso stilistico è però di nuovo sperimentale e in se stesso isolante.
All'attività di pubblicista e di consulente editoriale esterna si aggiunga, negli anni 1979-82, quella più professionalmente intensa del solito, di lettrice per pubblici ristretti o vasti di varie regioni, dal Nord al Sud Italia.
Di Lorenzo Calogero morto suicida nel 1961 a Melicuccà, sopra Reggio Calabria, due libri postumi sono stati pubblicati da Lerici editore di Milano, nel 1962, e nel 1966. Isolato in Calabria, medico condotto di professione, scrisse soprattutto dai quarant'anni ai cinquant'anni, dopo un inizio non del tutto incoraggiante, di pubblicazioni tra i ventidue e venticinque anni, sempre in proprio (Maia editore, Siena).
Scrisse in tutto tra i dieci e quindici mila versi, divisi in cinque o sei raccolte, di cui due vennero subito dopo la sua morte stampate dalla Lerici, e con successo, viste le eccellenti critiche per tutta Italia e all'estero ("London Times Literary Supplement"; "Die Welt" di Amburgo). La Casa editrice Lerici chiuse le sue collane letterarie nel 1967; perciò purtroppo non vi fu ristampa del secondo volume, un poco più breve, né ripetuto successo. Negli anni settanta le due raccolte, complessivamente intitolate "Opere Poetiche", si trovavano a stento in qualche remainders.
Gli inediti, alcune poesie giovanili anche, analizzati nella prefazione ad un terzo libro del Calogero, che uscirà si spera entro non troppi mesi, verranno anch 'essi letti e discussi. Per l'innovazione sintattica, una specie di neoermetismo del tutto inaspettatamente d'avanguardia, Calogero attrae oggi, come se qualche problema essenziale ed allo stesso tempo matematico (una formula di vita) venisse espresso dai suoi cosi perfetti versi, e dalle sue lettere malinconicamente esplicite.
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