Videor.it
Videor come videorivista di poesia. Videor come contrazione di videoeditor. Videor come il più carogna dei costrutti linguistici latini. Cos’è Videor?
Risposta 1. Videor è un programma televisivo non destinato alla televisione. Televisivo perché riprende il concetto genuino di visione a distanza, lo svincola dalla diretta e ci lavora sopra. Televisivo perché azzera la tastiera, ritrasforma il mouse in telecomando: non puoi chiedere e autoassegnarti un prodotto (Youtube), puoi al massimo cambiare sito. Non televisivo perché somiglia a una trasmissione, ma di quelle mai apparse in tv: manca il mediatore/conduttore (che nessuno rimpiange), il montaggio ad effetto, il predominio della forma sul contenuto. Non televisivo, poi, perché la tv sta alla poesia come il diavolo all’acquasanta.
Risposta 2. Videor è una rivista essenziale in formato audiovideo. Della rivista tradizionale non ha l’apparato paratestuale e parassitario. Più di una rivista tradizionale ha la forza della condivisione svincolata e potenzialmente illimitata. Al video, e al video soltanto, chiede di riformulare termini convenzionali come quelli di copertina, sommario e pagina.
Risposta 3. Videor è poesia e video e basta. È la Rete al servizio della parola, è parola non schiava dell’informazione, indifferente alle mode e alle tendenze. Il tentativo di recuperare un prodotto di stretto consumo e poco commercializzabile, che non trova posto né qui né lì, né in libreria, né su Youtube. Videor è una prova, un esperimento, un corto-circuito: mettere il video a supporto del prodotto non industriale per eccellenza, catapultare il linguaggio poetico nel linguaggio tecnologico.
Da "Videor.it: videopoeticamente parlando"di Antonio Russo (in 30x30 di Alessandro Chidichimo 2007)
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